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Magma Gin Vesuvius con le erbe del vulcano di Napoli

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Magma Gin Vesuvius con le erbe del vulcano di Napoli

Magma Gin Vesuvius

Piazza Nicola Amore, 2 - 80138 Napoli
Tel: +39 348 17 999 02
Email: info@vesuviusgin.it
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Se vi è mai capitato di fare trekking sul Vesuvio, o di concedervi una passeggiata tra lapilli e colate laviche, avrete sicuramente notato quanto l’ambiente sia profumato di tantissime essenze.

La biodiversità vegetale sul vulcano di Napoli è molto varia, e sono tantissime le erbe aromatiche che qui risultano particolarmente profumate e ricche di oli essenziali, grazie all’apporto nutreico dei minerali vesuviani. Lo sapevano anche le streghe che si aggiravano tra i boschi del Vesuvio per raccoglierle e utilizzarle nelle loro pozioni, o meglio, nei loro infusi per curare i mali del corpo e dell’animo umano. Le chiamavano streghe, o meglio janare, ma in effetti erano donne abili in questi saperi.

Carl Barks, noto fumettista della Disney, ha ambientato in questo contesto uno dei suoi personaggi più noti e singolari, Amelia la strega che ammalia, che prende ispirazione dalla nota janara del Vesuvio, conosciuta come‘a vecchia e’ Mattavona“, che sembra abbia liberato da spiriti inquietanti la zona, in seguito all’eruzione del 1858.

Mi è rimbalzata in mente questa storia sorseggiando il gin tonic preparato con Magma Gin Vesuvius

in occasione della presentazione di Wine&City Napoli 2023, presso il complesso Monumentale di Santa Maria la Nova.

I profumi del gin tonic sono eleganti e intensi allo stesso tempo, emerge con decisione il finocchietto selvatico, il rosmarino la mentuccia, ovviamente il ginepro, e anche il sorso è piacevole e fresco.

Nello stile è un London dry gin, fortemente voluto da Maurizio De Fazio, appassionato dei gin del mondo, ha deciso così di crearne uno che identificasse il proprio territorio, quello che cinge il vulcano. Il ginepro utilizzato è prodotto nel Cilento, nella provincia di Salerno, e anche qui entra in gioco la storia: nell’antichissima Scuola Medica Salernitana, la prima e la più importante istituzione medica d’Europa nell’alto Medioevo (IX secolo), i monaci avevano l’orto botanico nel quale coltivavano ginepro e sono stati i primi a distillarlo insieme all’alcool ottenendo il proto - gin, prodotto a scopi curativi.

Innovazione forse sta sempre più nell’attingere e valorizzare, con idee e tecniche attuali, il grande, immenso patrimonio culturale, biogenetico, goloso, ambientale, antropologico, legato al territorio campano, e in particolare a quello intorno a Napoli, antica capitale europea affacciata sul Mediterraneo. Tanta roba.

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