Zerottantuno – la pizzeria contemporanea e popolare nel centro di Caserta
Visita e degustazione dalla pizzeria Zerottantuno a Caserta
crediti foto copertina: Leo Cremano
Zerottantuno - Caserta
Via San Carlo 57, Caserta
Tel: 0823 41 25 67
Aperti a pranzo e a cena, tutti i giorni, tranne il lunedì
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Sotto l’egida dell’imprimatur identitario partenopeo, il locale dei giovanissimi fratelli Balbi, figli d’arte ma con spiccata vocazione personale
LA STORIA DEL LOCALE
Il capoluogo partenopeo e l’alimento della pizza hanno una relazione composita e stratificata, sospesa fra anima regale e popolare, fra immagine oleografica e tradizione di consumo: una storia che trova rispondenza in quella della famiglia Balbi, originari dei quartieri a nord di Napoli e pizzaioli da tre generazioni, ma trapiantati nel centro di Caserta – Via San Carlo - da qualche anno a questa parte.
Prima la gavetta con il padre Maestro pizzaiolo – ora gestore di locale d’asporto nella contigua San Nicola La Strada – unita all’ammirazione sin da piccoli per il nonno rosticciere, poi la scelta, neanche ventenni, di autonomizzarsi, avocando ad personam la gestione di un locale, aperto nel 2020, in piena emergenza Covid, con maturità, responsabilità e coesione a fungere da sentimenti propellenti.
Un momento di crescita recisa come la lama di quei coltelli che tanto amano, per Vincenzo ed Emanuele – venticinque anni il primo, ventidue il secondo - sulla scorta di una rigida ripartizione dei ruoli, a Vincenzo spettano i lievitati “salati”, i topping le fritture, a Emanuele i dessert, amante com’è dell’alta pasticceria, senza dimenticare l’apporto delle rispettive compagne Maria Grazia e Sara, dirimenti anche in sala e alla sommelerie.
Anche l’arredamento e la ripartizione del locale pagano tributo alla tradizione napoletana, con una sala ampia d’ingresso, costellata da omaggi all’iconografia locale, ed addirittura un corridoio di transizione fra le sale “monografico”, dedicato all’immortale “pibe de oro”, Diego Armando Maradona, idolo calcistico imperituro locale, immortalato in numerose foto d’epoca e quadri.
Pre-fermento lievitato a temperatura ambiente per dodici ore, idratazione all’incirca al settanta per cento, una pizza che si colloca, come amano ripetere i titolari, in quel “limbo fra le classificazioni che tuttavia si riempie di significati identitari, perché noi amiamo essere popolari ed insieme divulgativi”, nel contempo rifuggendo dalle categorizzazioni, e negli sterili dibattiti fra impasto contemporaneo ed a ruota di carro – ad onta del richiamo esplicito, nel nome del locale.
Cinquanta coperti, apertura anche a pranzo infrasettimanale, selezione dei prodotti rigorosamente da territorio, topping elaborati con l’ausilio di chef, una carta dei vini e distillati in progress - un peccato la mancanza di bolle di rilievo, anche territoriali - con il valore aggiunto di una interessante selezione di birre artigianali: fritti e dessert rigorosamente home-made, come dicevamo, a rifinire la proposta d’assaggio.
LA DEGUSTAZIONE E GLI ABBINAMENTI
Passando alla degustazione, si inizia dal tris di fritti, proposti in versione “mini” con il crocchè classico napoletano, la palla di riso al ragù, e la deliziosa frittatina classica, con bucatini del pastificio De Martino, besciamella e cuore di salpicco napoletano.
In pairing – ormai sdoganato in ogni ambito – un delizioso gin tonic, preparato con gin Monkey ed acqua tonica Fever Tree.
Procediamo con le due pizze fritte e poi ripassate al forno – denominate al menù crunch – “salmone – crema allo yoghurt greco, crema di avocado, salmone marinato alla barbabietola, gelatina di gin al cetriolo e scalogno in agrodolce” e “quattro pomodori – pomodoro San Marzano schiacciato a mano, pomodorini gialli e rossi confit, salsa di pomodoro arrosto e fonduta di provola”, di straordinaria croccantezza e scioglievolezza.
Forse meno incisivo il primo abbinamento – il Gewurztraminer ungherese Oem Matrai, imbottigliato dall’azienda dell’Alto Adige Cantine di Ora, risulta essere poco caratterizzante, mentre il Pallagrello Nero “Nero di Rena” 2022 dell’azienda cantina di Lisandro ha una notabile mineralità, ed un sorso profondo e strutturato.
Ed è la volta della “scapece 8.1”, con ricotta aromatizzata al limone, zucchine alla julienne condite e provola, zest di limone, fiori di zucca, miele di melata e salame dolce, un equilibrio di sapori apparentemente eterodosso ma giocato sul contrato fra note dolci ed amare.
Sovviene, sotto il versante enologico, il Cecubo Roccamonfina Rosso I.G.T. 2015 della prestigiosa Azienda Villa Matilde Avallone è un vero e proprio vessillo di territorio, blend di vitigni autoctoni a bacca rossa – Piedirosso Primitivo ed altre uve del casertano – coltivate ai piedi del vulcano spento di Roccamonfina, straordinaria longevità, ed un tannino ancora da rifinire.
Pre-dessert e dessert sono curati da Emanuele, partendo dalla “gelatina di negroni” ad azzerare e ripulire il palato, seguita dalla riproduzione di un’albicocca “crema al latte con croccante alla nocciola, glassa di cioccolato bianco, ganache di crema al latte, albicocca ed olive nere Caiazzane liofilizzate”: chiudiamo con il classico Jefferson della distilleria calabrese Vecchio Magazzino Doganale, note amaricanti e mentolate per uno fra gli amari più diffusi degli ultimi anni.
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