Nikka e Yoichi festeggiano 90 anni e rilanciano un whisky iconico: Yoichi
Yoichi l’immagine perfetta dello spirito innovativo del fondatore Masataka Taketsuru
La storia del whisky giapponese è affascinante e relativamente recente, se paragonata a quella del whisky scozzese o irlandese. La produzione di whisky in Giappone iniziò nel primo quarto del XX secolo, quando due uomini visionari, Shinjiro Torii e Masataka Taketsuru, decisero di portare il know-how del whisky scozzese in Giappone. Fondatore della Suntory, una delle prime aziende giapponesi produttrici di whisky, Shinjiro Torii aprì la distilleria Yamazaki nel 1923 nei pressi di Kyoto. Torii, con una passione per la creazione di alcolici, vide il potenziale del whisky in Giappone e si mise all'opera per creare un prodotto che fosse in linea con i gusti giapponesi. Taketsuru, conosciuto come il padre del whisky giapponese, è una figura fondamentale nella storia del whisky giapponese. Nel 1918, Taketsuru si recò in Scozia per studiare chimica e apprendere le tecniche di produzione del whisky. Lavorò in diverse distillerie scozzesi e sposò Rita Cowan, una donna scozzese. Tornato in Giappone, inizialmente collaborò con Torii per avviare la distilleria Yamazaki, ma successivamente fondò la propria azienda, Nikka, aprendo la distilleria Yoichi a Hokkaido nel 1934. Durante gli anni '60 e '70, il whisky giapponese cominciò a guadagnare popolarità a livello nazionale. Le distillerie continuarono a perfezionare le tecniche di produzione, spesso ispirandosi al modello scozzese, ma adattandole ai palati giapponesi e utilizzando ingredienti locali. Negli anni '80 e '90, il whisky giapponese iniziò a farsi conoscere a livello internazionale. Le distillerie giapponesi, tra cui Suntory e Nikka, cominciarono a vincere premi internazionali, dimostrando la qualità e l'eccellenza dei loro prodotti. Il XXI secolo ha visto un'esplosione di interesse per il whisky giapponese a livello globale. Nel 2003, il Single Malt Whisky Yamazaki 12 Years Old di Suntory vinse la medaglia d'oro all'International Spirits Challenge, segnando un punto di svolta per l'industria. Da allora, i whisky giapponesi hanno continuato a ricevere numerosi riconoscimenti e premi, consolidando la loro reputazione di eccellenza. I whisky giapponesi sono noti per la loro eleganza, equilibrio e complessità. Spesso si distinguono per il loro profilo aromatico raffinato, con note floreali e fruttate, e una morbidezza che li rende molto apprezzati anche dai neofiti del whisky. La purezza dell'acqua utilizzata e l'attenzione meticolosa ai dettagli durante la produzione contribuiscono alla loro alta qualità. La storia del whisky giapponese è una storia di passione, innovazione e dedizione all'eccellenza. Da umili inizi all'inizio del XX secolo, il whisky giapponese è oggi riconosciuto come uno dei migliori al mondo, grazie agli sforzi pionieristici di visionari come Shinjiro Torii e Masataka Taketsuru, e alla continua ricerca della perfezione da parte delle distillerie giapponesi.
Yoichi: 90 anni e non sentirli
La regione montuosa di Hokkaido vede la neve fino a primavera, respira una brezza marina onnipresente e ha al suo interno alcune pianure – quelle di Ishikari - ricche di torbiere. L'acqua, elemento fondamentale della cultura giapponese e chiave per la produzione del whisky, arriva alla distilleria Yoichi sottoterra. Si tratta insomma davvero di un luogo che ricorda la Scozia, Campbeltown in particolare, dove Taketsuru aveva studiato la produzione di whisky e l'arte del blending. I primi anni di Yoichi furono duri. La distilleria aprì nel 1934, ma fu soltanto nel 1940 che il primo whisky venne messo in commercio. Mentre aspettava che i suoi nuovi distillati invecchiassero nei magazzini, Taketsuru vendeva succhi di frutta ottenuti da mele locali. All'epoca, la distilleria di Hokkaido era dotata di un solo piccolo alambicco. Oggi ne ha sei: quattro wash still e due spirit still, ma questo non esclude in alcun modo l’utilizzo di metodi di produzione tradizionali. Gli alambicchi in rame a forma di pera, per esempio, sono ancora alimentati direttamente a carbone alla temperatura di 1000°C – un approccio che è stato abbandonato da tempo in Scozia. Tuttavia, ancora oggi, il riscaldamento a fuoco diretto è una pratica importante per Yoichi, perché conferisce ai suoi whisky note delicatamente affumicate e un'incredibile ricchezza. Questo stile è il marchio di fabbrica di Yoichi e di Masataka Taketsuru. Da vero visionario, il padre del whisky giapponese sperimentò anche lo sviluppo di vari ceppi di lievito e tempi di fermentazione differenti per creare diversi tipi di Single Malt. Sperimentazioni che portarono poi alla nascita di una nuova distilleria, la Miyagikyo, nel 1969. Nikka mantiene inoltre attivo un laboratorio di artigiani bottai, un’altra abitudine ormai difficile da trovare altrove nel mondo del whisky, ma che era estremamente cara a Taketsuru, sempre abile nel combinare tradizione e modernità per ottenere la massima qualità possibile. Ogni anno, dal 2021, Nikka propone un’edizione limitata dei whisky più iconici dalle sue distillerie, Miyagikyo e Yoichi. Una sorta di percorso di avvicinamento al giro di boa dei 90 anni di attività. È la serie Discovery, che ripercorre ed evidenzia le fasi chiave della creazione di whisky straordinari. La prima edizione è stata dedicata alla torba, e ha visto una clamorosa versione di Yoichi Non-Peated, che ha rotto con la tradizione decisamente torbata della distilleria. Prodotta esclusivamente a partire da malti non torbati, questa release ha svelato una palette aromatica del tutto diversa da quella solita, evidenziando note maltate, fruttate e speziate. Al contrario Miyagikyo, solitamente delicato e dai toni floreali, si è cimentata nell’imbottigliamento di un single malt torbato. La seconda edizione, nel 2022, ha esplorato l’influenza dei lieviti sui profili aromatici, con la release Yoichi di Aromatic Yeast e il suo universo floreale e fruttato. La terza edizione è stata un omaggio all’arte del blending, con Nikka The Grain, frutto di una meticolosa selezione dei migliori distillati provenienti da quattro distillerie Nikka: oltre a Miyagikyo, Nishinomiya che l’ha preceduta, e poi è stata chiusa nel 1998; e poi Moji e Satsuma Tsukasa. Per il 2024, Nikka intende celebrare il 90° anniversario di Yoichi con una nuova release che promette di sorprendere e innovare ancora una volta, valorizzando le tecniche che sono state tramandate nel corso di questi anni. Nel febbraio 2001, la rivista Whisky Magazine organizza per la prima volta una degustazione alla cieca. Produttori di tutto il mondo iscrivono al concorso un totale di 293 whisky, valutati da una giuria di 62 esperti di Edimburgo, Kentucky e Giappone. Un Single Cask Yoichi di 10 anni ottiene il punteggio più alto nella categoria dei whisky giapponesi, ma alla fine del concorso emerge che questa espressione ha ottenuto anche il punteggio complessivo più alto. Il whisky che ottiene il titolo di Best of the Best non è uno Scotch... ma un whisky giapponese! Questa release storica, che replica il risultato nel 2008, è sicuramente una delle più note di Yoichi e forse la più iconica. Di grande maturità e morbidezza, Yoichi 10 anni è caratterizzato da una torba delicata, che si fonde in maniera armonica con le sfumature legnose ed erbacee, creando un equilibrio perfetto. Dopo una lunga pausa nella produzione, durata dal 2015 al 2022 per mancanza di stock, lo Yoichi 10 YO è tornato in grande stile, pronto a ricevere nuovi riconoscimenti. La regione montuosa di Hokkaido vede la neve fino a primavera, respira una brezza marina onnipresente e ha al suo interno alcune pianure – quelle di Ishikari - ricche di torbiere. L'acqua, elemento fondamentale della cultura giapponese e chiave per la produzione del whisky, arriva alla distilleria Yoichi sottoterra. Si tratta insomma davvero di un luogo che ricorda la Scozia, Campbeltown in particolare, dove Taketsuru aveva studiato la produzione di whisky e l'arte del blending. I primi anni di Yoichi furono duri. La distilleria aprì nel 1934, ma fu soltanto nel 1940 che il primo whisky venne messo in commercio. Mentre aspettava che i suoi nuovi distillati invecchiassero nei magazzini, Taketsuru vendeva succhi di frutta ottenuti da mele locali. All'epoca, la distilleria di Hokkaido era dotata di un solo piccolo alambicco. Oggi ne ha sei: quattro wash still e due spirit still, ma questo non esclude in alcun modo l’utilizzo di metodi di produzione tradizionali. Gli alambicchi in rame a forma di pera, per esempio, sono ancora alimentati direttamente a carbone alla temperatura di 1000°C – un approccio che è stato abbandonato da tempo in Scozia. Tuttavia, ancora oggi, il riscaldamento a fuoco diretto è una pratica importante per Yoichi, perché conferisce ai suoi whisky note delicatamente affumicate e un'incredibile ricchezza. Questo stile è il marchio di fabbrica di Yoichi e di Masataka Taketsuru. Da vero visionario, il padre del whisky giapponese sperimentò anche lo sviluppo di vari ceppi di lievito e tempi di fermentazione differenti per creare diversi tipi di Single Malt. Sperimentazioni che portarono poi alla nascita di una nuova distilleria, la Miyagikyo, nel 1969. Nikka mantiene inoltre attivo un laboratorio di artigiani bottai, un’altra abitudine ormai difficile da trovare altrove nel mondo del whisky, ma che era estremamente cara a Taketsuru, sempre abile nel combinare tradizione e modernità per ottenere la massima qualità possibile. Ogni anno, dal 2021, Nikka propone un’edizione limitata dei whisky più iconici dalle sue distillerie, Miyagikyo e Yoichi. Una sorta di percorso di avvicinamento al giro di boa dei 90 anni di attività. È la serie Discovery, che ripercorre ed evidenzia le fasi chiave della creazione di whisky straordinari. La prima edizione è stata dedicata alla torba, e ha visto una clamorosa versione di Yoichi Non-Peated, che ha rotto con la tradizione decisamente torbata della distilleria. Prodotta esclusivamente a partire da malti non torbati, questa release ha svelato una palette aromatica del tutto diversa da quella solita, evidenziando note maltate, fruttate e speziate. Al contrario Miyagikyo, solitamente delicato e dai toni floreali, si è cimentata nell’imbottigliamento di un single malt torbato. La seconda edizione, nel 2022, ha esplorato l’influenza dei lieviti sui profili aromatici, con la release Yoichi di Aromatic Yeast e il suo universo floreale e fruttato. La terza edizione è stata un omaggio all’arte del blending, con Nikka The Grain, frutto di una meticolosa selezione dei migliori distillati provenienti da quattro distillerie Nikka: oltre a Miyagikyo, Nishinomiya che l’ha preceduta, e poi è stata chiusa nel 1998; e poi Moji e Satsuma Tsukasa. Per il 2024, Nikka intende celebrare il 90° anniversario di Yoichi con una nuova release che promette di sorprendere e innovare ancora una volta,
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