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In Gallura, una bella giornata alla cantina La Contralta

La Contralta in Gallura: degustazione vini in Sardegna con Vermentino, Cannonau, Carignano e Caricagiola

In Gallura, una bella giornata alla cantina La Contralta
iovanni ci vieni?È il mio talentuoso amico sommelier Giorgio Demuru a sollecitarmi per andare a fare visita alla cantina La Contralta.

"Giovanni ci vieni?"

È il mio talentuoso amico sommelier Giorgio Demuru a sollecitarmi per andare a fare visita alla cantina La Contralta.

Appena metto piede in una cantina, mi sovvengono i miei percorsi enologici.

In Gallura, una bella giornata alla cantina La Contralta
In Gallura, una bella giornata alla cantina La Contralta

È in famiglia che scopro il vino, con mio padre che beveva un vino fatto in paese, sempre un po' spuntato e da lui molto apprezzato. Quello con una punta dolce era binu de feminas – vino per le donne.

In Gallura, una bella giornata alla cantina La Contralta

Il suo era un grande riconoscimento al valore di un prodotto frutto della terra e della fatica umana. Tantissimi anni fa mi sono avventurato in un percorso da sommelier, a Milano, perché volevo conoscere meglio il vino e capire come più precisamente come consumarlo.

Il percorso era stato tortuoso. Mi ero tuffato nello studio di materie complesse, un percorso di guerra: acidità, fermentazioni, composizione dei terreni, analisi visive, olfattive, gustative e tante altre cose ancora. Mi resi conto di avere in memoria sentori che chi era nato e vissuto nella metropoli meneghina non possedeva, ma il compito era quello di ordinarli in maniera analitica: floreali, fruttati e balsamici.

In Gallura, una bella giornata alla cantina La Contralta

Ci ho preso gusto e mi sono divertito un mondo. È passato tanto tempo e ho abbandonato tutto quel rigore nell’assaporare e giudicare i vini.

Convinto dalla sollecitazione di Giorgio, si parte e si va a visitare la giovanissima azienda vitivinicola La Contralta, in Gallura. I vigneti di recente piantagione sono a Palau, in Località Le saline; cantina nella tenuta Enas, nel territorio di Loiri-Porto San Paolo, con sala degustazione affacciata sui vigneti produttivi.

A farci da Cicerone è: Roberto Gariup, agronomo dalla grande abilità dialettica (Amministratore Delegato e Direttore Tecnico);

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la responsabile vendite, sommelier e accogliente padrona di casa Anna Maria Fara;

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l’organizzatrice dell’evento Teresa Caniato, dell’agenzia GDComunicazione.

In Gallura, una bella giornata alla cantina La Contralta

Roberto Gariup ci spiega la filosofia aziendale:

- coltivare vitigni del territorio: Vermentino, Cannonau, Carignano, e in un prossimo futuro si coltiverà anche un vitigno a bacca nera, tipico della Gallura, Caricagiola (alla lettera che: produce molti grappoli), si pianterà pure il rosso Pascale di Cagliari (chiamato in Gallura Giacomino);

- in vigna si osserva una agricoltura biologica, con lo strenuo rispetto della biodiversità ;

- la vinificazione è fatta con la fermentazione a contatto diretto con le bucce anche per i vini bianchi.

In Gallura, una bella giornata alla cantina La Contralta

Eccoci in cantina. Una struttura modernissima.

E là, là, nella cantina fresca, le botti di vino nero, rosso e bianco, che costituiva da sé sole una grossa rendita. Oh, v’era ogni ben di Dio, in quella casa!

Calzano a puntino queste due righe di Grazia Deledda, per descrivere quella sensazione di sorpresa e al tempo stesso di voluttà nello scoprire nuove imprenditorialità.

In Gallura, una bella giornata alla cantina La Contralta

La tavola era apparecchiata, nella stanza da pranzo ancora deserta. La luce bianca dell’alto lume ad olio illuminava tutti gli angoli della stanza, ma la mensa, dall’apparecchio immacolato e dalle tazze nitidissime, restava in un gran cerchio d’ombra che s’allargava, si restringeva, girava su sé stesso e alle volte spariva del tutto. Allora le bottiglie piene di vino avevano un vago scintillio rosso, e i paesaggi giapponesi dei piatti tremolavano, come sotto a un velo d’acqua, e tutto l’apparecchio sembrava sorridere vagamente, aspettando (G. Deledda)

Davanti alle vigne si inizia a pranzare con piatti preparati dallo chef Giorgio Barone.

La prima portata è accompagnata dal vermentino Fiore del sasso 2020. Un vino emozionante, elegante e profumato.

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Si fa avanti un vermentino, profumato e persistente in bocca, Sicut erat 2020, prodotto con lieviti autoctoni a contatto con le bucce in anfora.

Roberto Gariup ci versa il terzo vermentino Al sol brilla 2019. Un vino dai colori dorati, ricco di profumi, sontuoso, fresco e piacevole.

Arriva il primo Cannonau L’ora grande 2019, e poi l’annata successiva del 2020.

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Sono estasiato dal gusto e profumi del vino che accompagna un piatto di carne e a seguire i formaggi misti.

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C’era sempre il pane che sembrava d’oro; l’acqua che sembrava d’argento; il vino che sembrava sangue

Sedette sulla panchina davanti alla tavola e trasse con forza dalla grande saccoccia interna della sua giacchetta un piccolo cacio giallino e lucido come d’avorio: lo depose con cautela accanto al piatto del prosciutto, fra le due torri panciute dei fiaschi pieni, e stette a guardare ogni cosa con l’estasi di un amatore davanti a un bel quadro di natura morta

(G.Deledda)

Arriva infine il carignano M’illumino 2019. Un rosso potente e appagante.

Roberto Gariup è entusiasta della reazione goduriosa di noi commensali, gaudenti bevitori, e decide di coccolarci ulteriormente, servendoci una sua nuova creatura: un pregevole vermentino, ottenuto da uve appassite in pianta, che sta maturando in botte.

S’alzò a sedere cingendosi le ginocchia con le braccia e si fece un po’ pregare prima di prendere la zucca arabescata piena di vino giallo che il servo gli porgeva. Infine bevette: era un vino dolce e profumato come l’ambra e a berlo così, dalla bocca stretta della zucca, dava quasi un senso di voluttà. (G. Deledda).

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Un po' brillo e felice, ringrazio Giorgio, Roberto, Anna Maria, Teresa e tutta lo staff della cantina, e nella mente alleggiano garrule reminiscenze di versi potenti:

Ubriacatevi.

Bisogna essere sempre ubriachi.
Tutto sta in questo: è l’unico problema.
Per non sentire l’orribile fardello del tempo.
Del tempo che rompe le vostre spalle
e vi inclina verso la terra,
bisogna che vi ubriachiate senza tregua.
Ma di che? Di vino, di poesia o di virtù,
a piacer vostro. Ma ubriacatevi.
E se qualche volta sui gradini di un palazzo,
sull’erba verde di un fossato,
nella mesta solitudine della vostra camera,
vi risvegliate con l’ubriachezza già diminuita o scomparsa,
domandate al vento, all’onda, alla stella, all’uccello, all’orologio,
a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme,
a tutto ciò che ruota, a tutto ciò che canta,
a tutto ciò che parla, domandate che ora è;
ed il vento, l’onda, la stella, l’uccello, l’orologio vi risponderanno
“È l’ora di ubriacarsi!
Per non essere gli schiavi martirizzati del tempo, ubriacatevi;
Ubriacatevi senza smettere!
Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro.

(Charles Baudelaire)

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