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Vincenzo Tiri è un curatore di anime!

Il panettone di Vincenzo Tiri è la gioia del Natale

Vincenzo Tiri è un curatore di anime!

“Purtroppo” sono una romantica ed è inutile che io provi a negarlo. Sono molto legata ai gusti, ai profumi ed alle tradizioni che in questo periodo dell’anno ci ingabbiano in una sorta di palla di vetro nella quale - più che dalla neve - siamo travolti dai ricordi.

Mai avrei potuto pensare che qualcosa entrasse così repentinamente in quella sfera emozionale, stuzzicando con la stessa enfasi, eppure con la stessa delicata e ineccepibile precisione ogni mia corda.

Vincenzo Tiri è un curatore di anime!
Il panettone tradizionale di Vincenzo Tiri - dettaglio

Non ringrazierò mai abbastanza chi, anni fa, mi indicò Tiri 1957 dicendomi: “il suo prodotto riesce a piacere anche a chi non è mai piaciuto il panettone”.

Ammetto di non essere particolarmente colpita dalla frase (alla fine siamo tutti di parte con ciò che ci piace!) ma la convinzione di chi parlava era tale da spingersi a regalarmi quel primo lievitato, il biglietto di ingresso in questo mondo parallelo, in questa dimensione blu in cui una lieve patina di “azzurra celeste nostalgia”, qualcosa che non va via e che resta ancorato come quei candidi all’impasto che senza restare intrappolati bensì in un abbraccio soddisfano i sensi al solo sguardo.

Non è mai facile dare fiducia,

non è mai semplice lasciarsi andare e affidarsi volentemente e così violentemente alla sgomitata con cui alcune cose, certi gusti, quegli odori, entrano a far parte di un pezzo di noi: non siamo preparati allo stupore con cui una cosa nuova sia capace di riportarci a chi siamo sempre stati, che qualcosa di appena assaggiato sappia riconoscerci.

Eppure apri un Tiri e ti senti a casa, senti più di quella che chiamano “aria natalizia” perché Tiri significa panettone tutto l’anno e di conseguenza qualcosa si insedia e ti cambia il mood: è lo stesso Natale ad essere un po’ più felice perché pensi a quel panettone.

Vincenzo Tiri è un curatore di anime!
illustrazione a cura di theanimismus

C’è dentro tutta l’anima di un ragazzone gentile, garbato e con una trasparenza di altri tempi che convoglia in un prodotto artigianale e soprattutto familiare tutta l’essenza della passione, dello studio maniacale, della misura e della precisione che servono a mantenere un equilibrio di sapori, acidità e dolcezza che rendono il morso mai noioso.

Vedere e sentire la sua incredibile costanza, osservare pian piano la serietà che lo contraddistingue personalmente e professionalmente anche “banalmente” nella scelta di chi lo circonda, l’attaccamento romantico e non sensazionalistico alle origini e alla purezza di un prodotto che in fondo serve ad allietare e celebrare fondamenti come la famiglia, l’amore, l’amicizia, la convivialità, la condivisione, il tempo… giuro che è da brividi per me.

Lo scorso anno,

complici lo stare tutti fermi in casa ma anche l’avere più tempo da dedicare ad una attenzione in più, ho deciso di prendere esempio da chi aveva amorevolmente investito sulla mia felicità con quel lievitato regalatomi, così ho diffuso nella mia cerchia “tiri a profusione”: tradizionale, caffè e cioccolato bianco, caramello salato, gianduia e albicocca… qualunque abbinamento si scegliesse, si scartasse, si assaggiasse concedeva un intenso attimo di consapevolezza: “perché diavolo non lo conoscevo?"

Vincenzo Tiri è un curatore di anime!
Photo credit Tiri 1957

Dunque non si immagina come, con mia enorme sorpresa, quest’anno già da ottobre mi arrivavano messaggi e screenshot in cui quegli stessi -e ben più amici - correvano ad accertarsi di avere un Tiri da condividere sulla propria tavola.

La gioia è stata istantanea, non solo perché si è sempre fieri quando ci si riconosce di averla azzeccata (ma con Tiri su questo si vince facile); piuttosto perché sapere di essere l’artefice di una nuova tradizione, sapere che quella piccola felicità un po’ la legheranno sempre anche a me è senza dubbio una emozione speciale.

TIRIdà certezza

Parliamo di un panettone che dovrebbe essere nello starter pack delle riunioni di famiglia ma anche in quelle di condominio! E soprattutto parliamo di un LIEVITISTA.

Antonio Lucifero, da me medesima battezzato a Tiri, ne scrisse: "Umido al punto giusto, friabile e saporito come pochi altri, mi ha convinto prima ancora che lo assaggiassi, il profumo è inebriante."

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Il panettone tradizionale di Vincenzo Tiri - intero e packaging. Photo credit Antonio Lucifero
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Il panettone tradizionale di Vincenzo Tiri - sezione . Photo credit Antonio Lucifero

Ed è forse tutto qui il senso, perché ciò che davvero rende fenomeni oggi come oggi è riuscire a mettere tutti indiscutibilmente d'accordo.

Nell'attuale ambiente, con l'atmosfera che si respira in tutto il comparto della pasticceria che si sta preparando a vivere una nuova ed inaspettata epoca aurea, riuscire ad avere un prodotto che sia (e che diventi sempre più) un riferimento in tutto il panorama non è affatto una cosa su cui potersi permettere di sorvolare.

Nell'epoca in cui tutti sono esperti senza titolo e tutti hanno titoli senza esperienza, risulta il vero miracolo natalizio trovare una certezza in un lievitato che molto più che riempire la bocca riesce a svuotarti la mente.

E ALLORA SONO LE CERTEZZE A FARE LA RICETTA VINCENTE!

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Le tre generazione della famiglia Tiri: (da sinistra) Giuseppe, nonno Vincenzo, Vincenzo, mamma e papà Michele

Voglio fare un esempio di quanto si potrebbe parlare: scelgo i canditi perché sono tra le cose che grazie a Tiri ho imparato ad amare.

Fatti con ARANCIA STACCIA, un agrume di derivazione araba. Il nome di questa arancia deriva dalla sua particolare forma infatti sembra che derivi da un antico gioco molto antico simile a quello delle bocce ma fatto con delle pietre a forma schiacciata chiamate ‘stracce’. La storia racconta che gli arabi arrivarono in Basilicata intorno al 900 e crearono a Tursi un loro insediamento.

Coltivata in una zona compresa tra i comuni di Tursi, Montalbano Jonico, Colobraro, Valsinni, San Giorgio Lucano, l’arancia staccia è di grosse dimensioni, infatti il suo peso medio si aggira intorno ai 300 gr, ma può anche raggiungere gli 800-900 grammi. Ha una forma oblata ed è schiacciata ai poli. La sua buccia è spessa ma soffice mentre la sua polpa è di colore giallo-arancione, è tenera e fine oltre ad essere priva di semi. Il suo succo è piuttosto amarognolo. Questo frutto matura nel mese di marzo ma può rimanere sugli alberi fino ad agosto.

(La leggenda narra che i Saraceni portarono in dono le arance che mangiavano a fette con la cannella e le cipolle, il tutto condito con un filo d’olio, buttando via la buccia. Queste venivano raccolte dagli abitanti del luogo e bollite in acqua dolce e per non farle mangiare agli arabi le friggevano con il maiale. Durante le crociate le arance venivano anche utilizzate per ornare la testa del maiale che veniva esposta alle finestre per far capire che lì non vi abitavano musulmani.)
Vincenzo Tiri è un curatore di anime!
Photo credit Tiri 1957

E possiamo discutere della tripla lievitazione, della pasta filante ed umida, del lievito da uve moscato, dell' uvetta, del burro d’Oltralpe, del metodo rivoluzionario con 3 fasi di impasto e 72 ore di lavorazione, del tempo dedicato al tempo stesso, dello studio e della ricerca, della territorialità e della sostenibilità e del km zero e bla bla bla.

SAREBBE TOTALMENTE INUTILE: ciò che piace non ha bisogno di tante parole.

E il panettone di Vincenzo zittisce, c'è poco da commentare. Mi viene da dire che è proprio come Vincenzo: alto, luminoso, forte, stabile, romantico, silenzioso, riflessivo, disponibile, lavorato e lavoratore, minuzioso, costante. Insomma, è tutto ciò che la sua terra e la sua famiglia gli hanno dato.

Vincenzo Tiri è un curatore di anime!
Photo credit Tiri 1957

*Breve ma necessaria altra precisazione*

Vorrei annoverare, tra le certezze sorprendenti e sottovalutate sempre più spesso, l’assistenza clienti di Tiri 1957 che instancabilmente e immancabilmente riesce ad essere super presente e funzionale. La cura del cliente in primis ma anche la tutela minuziosa del prodotto come forma coerente di rispetto per chi acquista sono altri due piccoli punti di luce in questo quadro. Avere tra le priorità l’educazione è fondamentale.

È questa la forza di Vincenzo Tiri !

Vincenzo è la prova che un progetto in cui ci rivediamo è esso stesso vincente ed è innovazione nel momento in cui SCEGLIAMO di portarlo avanti “con il tatto”, con la personalità e con una profonda coerenza in ciò che proclamiamo. Non oserei dire che Tiri è solo e unico per qualità, bravura o metodo ma è sicuramente l’unico e solo che ti fa cambiare idea. L’essere un po’ “di tutti” senza perdere la propria identità, la propria strada, le proprie convinzioni ma soprattutto senza farsi inglobare dalla omologazione: per me questo è qualcosa di lodevole sempre.

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Il panettone albicocca e gianduia di Vincenzo Tiri - sezione. Photo credit Antonio Lucifero

E non solo perché ci sia qualità, manodopera, vera artigianalità e equilibrio; tutto questo accade perché - come quel candito nell'alveolo di cui prima - ti senti abbracciato in quello stesso momento dell'assaggio, ti senti compreso perché quel morso diventa tutto quello che volevi e non lo sapevi.

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Photo credit Tiri 1957

Diventa un sospiro profumato che farà da miccia tutto l'anno ad una miriade di sensazioni che resteranno sempre lì, sospese ma tenendo proprio te a testa in giù!

Vincenzo è un curatore di anime ma lui non lo è continua a fare panettoni.

Tiri 1957

Via Antonio Gramsci, 2/4 - 85011, Acerenza PZ
Assistenza clienti e ufficio: +39 0971.281487
Email: info@tiri1957.it
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