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Appello degli Chef francesi uniti per la ristorazione del futuro

I grandi chef francesi presentano un piano per riaprire i ristoranti

Appello degli Chef francesi uniti per la ristorazione del futuro

L'Union des métiers et des industries de l’hôtellerie (Umih), l'organizzazione più importante del settore ristorativo e alberghiero francese, prevede una catastrofe economica, con la chiusura del 30 o addirittura del 40 per cento degli esercizi, a causa del confinement forzato a causa dell'emergenza COVID-19, e alla decisione del presidente Macron di riaprire caffè, bar, bistrot e ristoranti a partire dal prossimo 11 maggio.

Dalle pagine del Figaro si è aggiunto il grido d'allarme del Collège culinaire de France, un organo fondato da un gruppo di grandi chef, nel 2011, per proteggere e promuovere le qualità e i valori della ristorazione francese nel mondo. Tra i 17 firmatari della lettera d'appello ci sono anche Yannick Alléno e Alain Ducasse: “Signor Presidente della Repubblica, il settore della ristorazione, garante, ieri, di più di un milione di posti di lavoro è oggi bloccato. Molti di noi rischiano di non essere in grado di rialzarsi se la cessazione della loro attività si protrarrà” , ciò che chiedono in prima istanza è che venga "promulgato quanto prima possibile un decreto di ‘deconfinamento parziale della ristorazione responsabile per incitare l’intero settore “a seguire e a sviluppare il nuovo modello che vogliamo promuovere”.

L'organo collegiale necessita di un vademecum di comportamenti sanitari che garantiscano la sicurezza nel mondo che verrà, approvato dal Ministero della Salute, che sarà anche garante di controllo della messa in pratica effettiva. Nel dettaglio "ogni responsabile è tenuto a organizzare una riunione quotidiana di trenta minuti con tutto il personale, per ricordare i comportamenti necessari in materia sanitaria, ma dovrà anche inviare un video o un messaggio di posta elettronica al cliente che prenota un tavolo elencandogli le regole della struttura".

Dovrà crearsi un nuovo "patto di impegno reciproco" tra il ristoratore e il cliente dove, prima di tutto, venga garantita la trasparenza. “La lista dei prodotti utilizzati nella preparazione dei piatti dovrà essere a disposizione dei clienti su semplice richiesta, così come le coordinate dei nostri produttori-artigiani. Molti ristoranti fanno già questo sforzo: ora deve diventare una regola universale, Inoltre, è opportuno rifornirsi unicamente di prodotti freschi, pagati correttamente, e in maniera rapida, ai nostri produttori-artigiani”, aggiungono, affinché si concretizzi un ritorno al localismo e il chilometro zero diventi la bussola orientativa della nuova ristorazione".