Confesercenti Cagliari: "La crisi potrebbe far gola alla malavita per il riciclaggio"
Marco Medda di Confesercenti Cagliari esprime dubbi e propone soluzioni per far ripartire le attività
La Sardegna, come il resto delle regioni italiane, è in lockdown a causa dell'emergenza da COVID-19, ma sembra che i numeri non siano altrettanto gravi rispetto al resto del paese. Marco Medda di Confesercenti Cagliari si fa portavoce delle attività ristorative del capoluogo sardo, esprimendo dubbi e proponendo soluzioni per far ripartire la vita economica in Sardegna, scongiurando il rischio malavitoso del racket:
“Per ora dobbiamo stare chiusi fino al 3 maggio, ma la speranza è che coi contagi bassi qui in Sardegna i ristoranti non debbano aspettare ulteriormente per riaprire, coi nostri numeri e con l’isolamento non credo che anticipare di una settimana rispetto al resto del paese possa creare dei danni. Ma ci rimettiamo alla decisioni degli scienziati e del Governo. Ricordo poi che alla riapertura i ristoranti dovranno fare i conti col distanziamento che porterà alla riduzione dei posti disponibili per i clienti e quindi alla riduzione del giro d’affari. La nostra proposta è quella di recuperare gli spazi all’esterno, su strada o anche nei parcheggi. Estendiamo la Movida, cioè se un ristorante della Marina non può avere altri spazi all’esterno, facciamo in modo che ci sia un rapido cambio di destinazione d’uso dei locali in centro. Così i negozi di abbigliamento chiusi possono trasformarsi facilmente in ristoranti che potranno poi godere degli spazi in strada per sistemare i tavolini. Ci sono tanti spazi ghiotti in città. Pensiamo a via Garibaldi e a Villanova. E noi abbiamo bisogno di aiuto anche perché il rischio che un’azienda riapra con mani diverse e magari sconosciute. Non è del resto un mistero che la malavita per il riciclaggio possa aver messo gli occhi sulle attività turistiche del centro storico di Cagliari".