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Decreto Ristori approvato, ok a contributi a fondo perduto fino a 150mila euro

Tra contributi a fondo perduto, bonus una tantum, Cig e proroghe, al via il decreto Ristori.

Decreto Ristori approvato, ok a contributi a fondo perduto fino a 150mila euro

Il Cdm si è da poco concluso ed è stato approvato il Decreto Ristori.

Sono previsti ristori per ristoranti, alberghi, palestre, piscine, sale giochi, cinema, stadi, discoteche, bar e gelaterie, contributi a fondo perduto, l’eliminazione della rata IMU, credito di imposta per gli affitti, il rifinanziamento della cassa integrazione, bonus una tantum e reddito di emergenza.

In attesa del documento ufficiale della gazzetta eccovi la BOZZA DEL TESTO, di seguito vi riportiamo i punti salienti con attenzione a tutto ciò che più potrebbe interessare la ristorazione.

Il decreto ha 32 articoli del documento di legge, tra cui si legge anche del congelamento dei pignoramenti immobiliari fino al 31 dicembre 2020 e della creazione di un servizio nazionale per il tracciamento dei contatti dei positivi al tampone per coronavirus.

Questo decreto è meno corposo degli altri precedenti per l’emergenza in quanto dovrebbe essere di soli 5-6 miliardi.

LE CATEGORIE.

E' stata fatta una suddivisione delle categorie delle attività colpite dalle ultime misure di contenimento introdotte, andando relativamente ad individuare un’aliquota di ristoro ben definita, che parte dal 100% fino ad arriva al 400%.

La ristorazione avrà un ristoro del 150% mentre a bar, pasticcerie e gelaterie spetterà un ristoro del 100%, ma vediamo nel dettaglio chi rientra in tali categorie.

I ristori del 150%, secondo il decreto, andrebbero a:

- ristorazione con somministrazione;

- attività di ristorazione connesse alle aziende agricole, ristorazione ambulante;

- alberghi, villaggi turistici, ostelli della gioventù; rifugi di montagna; colonie marine e montane;

- affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast, residence;

- attività di alloggio connesse alle aziende agricole;

Invece i ristori de 100% andrebbero a:

- gelaterie e pasticcerie (anche ambulanti);

- bar e altri esercizi simili senza cucina.

LE CONDIZIONI

A differenza del decreto Rilancio (di aprile), in cui veniva offerto il 10,15 e 20 per cento in base ai ricavi o compensi compresi in diminuzione rispetto al 2019 e compresi in tre fasce e per le persone fisiche era previsto un minimo di 1.000 euro, aumentato a 2.000 per le persone giuridiche, i contributi a fondo perduto nel decreto Ristori saranno invece molto più elevati: coprono dal 100% del calo di fatturato, fino ad arrivare al 400%.

Inoltre il decreto Ristori non prevede limiti di fatturato, può arrivare fino a un massimo di 150.000 euro. Solo chi non ha richiesto i contributi a fondo perduto previsti dal decreto Rilancio dovrà fare domanda.

Tra gli esclusi dal provvedimento spiccano i titolari di partita IVA aperta dopo il 25 ottobre 2020 e chi, precedentemente a questa data, ha chiuso l’attività.

PROROGHE

L'imposta sugli affitti. Il ministro dell'Economia, Gualtieri, ha parlato di tre mesi in più di sostegno per imprese e commercianti che devono sostenere la spesa mensile della rata di affitto.

Cassa integrazione. Specificatamente per le imprese che l’hanno utilizzata in modo continuativo e per le quali la scadenza è meta novembre. «Per tutte le imprese abbiamo garantito altre 6 settimane di Cassa integrazione Covid-19 utilizzabili dal 16 novembre al 31 gennaio 2021 o, in alternativa, ulteriori 4 settimane di esonero contributivo. Al contempo, proroghiamo il blocco dei licenziamenti fino al 31 gennaio», ha specificatgo la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo.

Le nuove settimane di cassa integrazione, in attesa del testo ufficiale del decreto Ristoro, vanno a coprire le aziende che terminano le settimane del decreto Agosto tra la metà e la fine di novembre accompagnandole così fino alla fine dell’anno e anche oltre. Altre settimane poi dovrebbero essere previste con la Legge di Bilancio 2021 (ulteriori settimane di Cig da utilizzare entro giugno 2021).

Si terrà conto della riduzione di fatturato, quindi in teoria dovrebbe essere senza oneri per le imprese che abbiamo avuto un calo pari o superiore al 20%.

Le aziende che invece rinunciano alla cassa integrazione prevista dal decreto Ristoro possono ottenere l’esonero contributivo, incentivo a non prendere l’ammortizzatore sociale.

BONUS una tantum e Rem

E' prevista un’indennità di 1.000 euro (una tantum) da erogare per categorie più in difficoltà, che potrebbero comprendere: stagionali del turismo; stagionali dello spettacolo; operatori dei centri sportivi; per i lavoratori occasionali e intermittenti venditori a domicilio.

Reddito di emergenza del valore mensile di 800 euro per un mese aggiuntivo.