FIEPT, Butticè: Utilizzare il calo di fatturato come valore per determinare i ristori è inutile. Nessuno ha sofferto come e quanto la ristorazione
Lettera ai ministri, bisogna rivedere l'assegnazione e la modulazione dei Ristori, nessuno ha sofferto come la ristorazione
L’EQUAZIONE SBAGLIATA E L’INFINITA STAGIONE DELLE PIOGGIE
Equità, ristoro e sostegno, coesione e unità sono i concetti retorici più in uso negli ultimi 375 giorni, chiunque abbia un ruolo e una funzione decisionale concorre ad inflazionare questi termini trascurando coerenza e sostanza.
Assumere come fattore comune la perdita di fatturato al fine di perseguire equità e aiuti risulta essere il modo più iniquo e ingiusto. Tutti i settori o quasi tutti hanno subito perdite e contrazioni a causa della pandemia, ma ad alcuni settori produttivi è stato impedito di poter fare impresa e quindi fatturato. Il metodo adottato dal CDM attuale è oltremodo sbagliato tecnicamente quasi tutte le aziende il piano organizzativo, delle attività, lo impostano su 11 mesi e non su 12, anche qui una falla per le aziende che fa imbarcare altra acqua, altri debiti.
La ratio deve coerentemente seguire le restrizioni indotte e non il mero calo di fatturato. Alla ristorazione in questi 375 giorni è stato impedito di aprire totalmente 150 giorni in un anno e per circa 140 giorni è stata costretta ad aprire dimezzando la propria capacità produttiva.
Questo aspetto è strutturale nella ristorazione e nessun altro settore o quasi (discoteche-palestre-piscine e teatri e cinema) ha subito simili restrizioni, quindi assumere il calo di fatturato come comune denominatore risponde solo all’esigenza italiana di accontentiamo tutti per scontentare tutti, ma essere dalla parte di tutti comporta di essere dalla parte di nessuno.
Una delle specificità della ristorazione è la lavorazione di materie prime altamente deperibili e ad ogni “chiudi la saracinesca” sono state buttate via il 15 % delle stesse, perché scadono o perché avanzano nel loro stato di deperimento.
Qualsiasi altro settore commerciale o produttivo ha avuto la possibilità di non buttare i beni in magazzino, li ha o potrà vendere a prezzi di costo, sottocosto, ma avrà una contribuzione anche se minima o in negativo, pensare di farlo fare alla ristorazione significa vivere su Marte.
La coerenza dovrebbe risiedere nelle cause che hanno indotto le chiusure delle aziende ristorative e sulla stessa ratio incardinare le policy di sostegno.
Chiediamo a questo Governo e ai Ministri di competenza
a) di non concorrere al sentimento di frustrazione e disincanto del settore della ristorazione rimodulando con oggettività ed imparzialità il DL. Sostegno;
b) di assumere o affiancare al parametro “ mancato fatturato” i giorni di chiusura imposti;
c) si assumere o affiancare al parametro “ mancato fatturato” le imposizioni date sulla capacità produttiva ( - 50% di servizi( +) - 50% della diminuzione di coperti.
Delegato Provinciale
Vincenzo Butticè.
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