FoodClub | Logo Esdra

Gianluigi Morini fondatore del San Domenico, 2 stelle Michelin dal 1970, ci ha lasciati.

Gianluigi Morini fondatore del San Domenico, 2 stelle Michelin dal 1970, ci ha lasciati.

Gianluigi Morini fondatore del San Domenico, 2 stelle Michelin dal 1970, ci ha lasciati.

Con Morini nasce il ristorante che siamo onorati di portare avanti da 50 anni preservandone l’identità, lo spirito di avanguardia e il sogno di un luogo di condivisione e grande calore, quello di una famiglia che lui stesso ha voluto creare. Era e rimane un amico fraterno”, scrivono Valentino, Natale, Massimiliano, Giacomo e tutta la famiglia del San Domenico.

Proprio nell’anno del cinquantenario del San Domenico di Imola si spegne purtroppo a 85 anni il suo storico fondatore Gianluigi Morini.

Morini (classe 1935) è sempre stato un uomo dalla forte passione e di grande intuito. Prima garzone nella macelleria di suo nonno, dopo il diploma in ragioneria ed una breve parentesi nella cinematografia a Roma, rientra ad Imola per lavorare in banca. Nel 1956 sposa Renza e complice delle sue grandi cene a casa, gli suggerisce di aprire un ristorante. Tra le mura di quella ex macelleria nasce il San Domenico.

Gianluigi Morini è stato lo storico fondatore del ristorante due stelle Michelin, ‘San Domenico’. Una punto di riferimento della cucina italiana, che ha segnato la storia è la storia l’ha fatta.

Morini (85 anni) dopo una lunga malattia ci lascia. Ed è buio per la la ristorazione Italiana.

È il  7 marzo del 1970 quando Morini -insieme a Romano Visani e Roberto Rocchi, due soci che ne usciranno nel 1974- apre il San Domenico di Imola, un ristorante che ha fatto scuola per tutto il nostro Paese Emma soprattutto che porta il sogno di Morini ad avverarsi: un ristorante dove fare e vivere esperienza a tutto tondo. Bicchieri di cristallo Riedel, piatti Richard Ginori, argenteria di Buccellati, tapezzeria William Morrisc, cantine cinquecentesche costruite dai frati domenicani in cui inizia a crearsi un piccolo scrigno pieni di vini - italiani e francesi - che diverrà celebre in tutta Italia.

Nel 1972 Morini chiede consiglio a Veronelli che gli fa il nome del mitico chef Nino Bergese, “il cuoco dei re, il re dei cuochi”, un vero guru della cucina. E così al bello si aggiunge il buono.

Avrebbe dovuto essere solo una consulenza, Bergese avrebbe fornito dieci ricette al costo di 100mila lire ciascuna. Invece la consulenza si strinse presto in un sodalizio e Bergese resta 7 anni. Nel 1975 il San Domenico riceve la prima stella e due anni dopo arriva la seconda che, tranne una pausa dal 1990 al 1998, rimane ancora oggi.

Un’altra lunga collaborazione è quella con Valentino Marcattilii, successore di Bergese. Il San Domenico si appresta così ad una “nuova gestione” con Morini ed i fratelli Marcattili, Valentino in cucina e Natale in sala. Si avvera un altro sogno di Morini: lo stile e la precisione della cucina francese nel suo locale. Lo scopo è uno: fare cucina familiare di alto livello, nobilitandola con un servizio di sala di altrettanto standard e sempre competente e curato. Il resto è storia! Una storia portata fino all’altra l’arte del mondo, fino a New York dove il San Domenico aprì una sede negli anni Ottanta.

Per altri lunghi decenni Morini continua la gestione, solo nel 2012 decide di lasciarne la gestione in mano a Natale e Valentino, che designa a sua volta il proprio successore in cucina. È il nipote Massimiliano Mascia, attuale chef del San Domenico, formatosi tra Italia e Francia.

Lo storico ristorante festeggia proprio nel 2020 i suoi primi 50 anni di attività.

“Morini aveva un progetto, lui sì che era contaminato dalle idee di svecchiamento che si respiravano in quegli anni. Non gliene fregava nulla di portare a tavola tagliatelle burro e salvia, ravioli e castrato, che erano i piatti bandiera dell’Emilia Romagna” raccontava Marcattilii.