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Il King of New York non c'è più, addio a Sirio Maccioni

Si è spento all'età di 88 anni Sirio Maccioni, grande esponente della ristorazione italiana, a New York

Il King of New York non c'è più, addio a Sirio Maccioni

Pezzi grossi dell'economia e della finanza, tutti i presidenti della storia contemporanea americana, i VIP, quelli veri, dello star system hollywoodiano, e perfino Papa Giovanni Paolo II, hanno vissuto la grande esperienza di passare una serata al "Le Cirque" di New York, della leggenda della ristorazione Sirio Maccioni, che si è spento, all'età di 88 anni, in queste ultime ore.

Riportiamo da Repubblica.it il lungo viaggio attraverso la sua storia e la sua carriera, dalla partenza da Montecatini negli anni '60 alla conquista del sogno americano:

La lezione che ci lascia: impegno, forza di volontà, e soprattutto l'uso intelligente di un fascino naturale.
Il seme del successo per Sirio Maccioni, classe 1932, vero mito della ristorazione che ha conquistato prima New York poi tutti gli States e il mondo, è stato piantato a Montecatini. Qui ha frequentato l’istituto alberghiero “F. Martini” dove arriva alla fine della guerra, con l’obiettivo di affermarsi nel mondo della ristorazione.
“In quel periodo, a Montecatini e forse in tutta Italia funzionavano solo le scuole alberghiere – mi raccontò il maître che negli anni ’60 era considerato l’uomo più sexy di New York – e l’istituto cittadino era anche una preziosa fonte di lavoro, perché anche durante l’anno scolastico, specie in alta stagione, venivamo chiamati dagli hotel per integrare il personale. Se eri in gamba potevi sperare di entrare al Grand Hotel La Pace, il cui apprendistato apriva le porte anche agli hotel all’estero.

"E così accadde. Tanta gavetta e soprattutto tanta passione e costanza, perché "quello del ristorante - diceva - è un lavoro da cui gli scansafatiche devono tenersi molto lontano". E poi un mantra che non si stancava di ripetere: migliorare sempre, studiare, curare la preparazione: “Imparare le lingue è indispensabile e conoscere tutto della gastronomia e studiare la sua storia. Poi conoscere e riconoscere i gusti dei clienti”.
Il segreto per accontentare gli ospiti? "I camerieri devono – se non proprio cucinare – sapere anche come funziona la cucina, i suoi ritmi, i suoi tempi. Nessun bravo cameriere o maître può ignorare cosa succede nella stanza dei cuochi. “Quando ero giovane, noi sapevano sfilettare e servire il pesce in sala, preparare una pasta alla lampada di fronte ai commensali, affettare e condire a puntino funghi freschi per un’insalata”.

"Il cliente al centro dell’attenzione è sempre stato il pallino di Maccioni, tanto che alcuni “grandi chef” nel suo ristorante-mito Le Cirque a New York (dove si sono seduti tutti i presidenti degli Stati Uniti e le First Lady, le più belle modelle e i più potenti finanzieri, i divi di Hollywood, gli intellettuali e perfino Papa Giovanni Paolo II) sono durati poco: “Ho sempre preteso che lo chef cucinasse ciò che piace ai clienti, non ciò che accarezza il proprio ego”. E che cosa piace ai clienti? "La semplicità e la qualità servite con modo elegante".

"Ma per arrivare fino a lì, quanti sacrifici. Da ragazzo, scrive nella sua biografia pubblicata 15 anni fa, era così povero che quando morì sua nonna e lui si trovava a Parigi per un apprendistato, non potè andare al funerale, perché non aveva i soldi per il viaggio. Un dolore che restò forte tutta la vita: le era legatissimo. Ma quei sacrifici lo portarono sulla vetta del mondo, anzi in un ceto senso proprio in cielo: Quando Papa Wojityla andò negli Stati Uniti mangiò nel suo ristorante a Manhattan. Sirio Maccioni, allora il ristoratore italiano più famoso d’America, gli assicurò che per Sua Santità ci sarebbe sempre stato un tavolo al Le Cirque. Il papa rispose “E come si fa a prenotare un tavolo in Paradiso?”.
Questa battuta è diventata poi il titolo di un film che nel 2007 ha celebrato la carriera e la storia di un imprenditore simbolo della ristorazione italiana che ha conquistato gli Usa: “A Table in Heaven”, trasmesso dalla HBO".

Lui, il montecatinese giramondo, che ha creato un piccolo impero di ristoranti tra New York, Las Vegas, Città del Messico e Repubblica Dominicana, ha compiuto un percorso leggendario e il film testimonia quanto siano state glamour ma anche straordinarie le qualità di organizzatore e affabulatore di un uomo già modello di fascino negli anni ’60. New York si innamorò di lui già nel 1961 quando sulla rivista Life, il critico raccontò del nuovo direttore di sala dell’allora più prestigioso locale della città: “Il Colony ha un nuovo maître: è  giovane, elegante e brillante. Se parlasse inglese sarebbe ancora meglio”. E lui poi imparò, eccome.

"Il mondo della ristorazione ora lo piange: Sirio Maccioni ci ha lasciato all'età di 88 anni, compiuti lo scorso 5 aprile. Il suo ristorante è stato frequentato da molti presidenti degli Stati Uniti (da Nixon a Reagan, da Carter a Clinton) e da alcuni fra i piu' importanti personaggi del jet set internazionale.
Diversi aneddoti ne delineano lo stile: quello dei "tavoli che volavano" e quello delle modelle. Quanto si mise in proprio, nel 1974 a Le Cirque, non voleva che ci fossero mai tavoli vuoti, quindi quando non era al completo, un team di camerieri espertissimi faceva sparire i tavoli non occupati. "Io distraevo i clienti seduti, loro erano abilissimi a togliere di mezzo tavoli non occupati. Sembravo sempre al completo". Poi lo fu davvero, con tanto di lunga lista d'attesa".

"Poi mi confidò che per far decollare il business si aiutò con un trucchetto: "Ci vuole poi un pizzico di furbizia. Per far parlare dei miei locali avevo fatto un accordo con Henry Ford che aveva un'agenzia di modelle. Lui mi mandava a pranzo un paio di volte alla settimana le modelle (che comunque mangiavano pochissimo) ed è chiaro che i paparazzi facevano a gara per fotografarle all'ingresso e all'uscita".
Insomma, nell'high society si diffuse la voce che era il posto più glam. Era poi diventato grande amico di Cindy Crawford, Naomi Campbell e altre top model, che frequentavano abitualmente casa sua. Così in naturalezza che la moglie, la bellissima cantante lirica Egidiana non ne era gelosa, assicura.
Lascia in lutto tutta Montecatini, New York, la signora Maccioni e i figli Mauro, Mario e Marco. Proprio a Montecatini Sirio si è spento circondato dall'affetto della sua famiglia, dopo una vita vissuta a pieno. "Se n'è andato serenamente - ci ha detto il figlio Mauro - era pronto"
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