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Italia in arancione e stretta alla ristorazione: il nuovo Dpcm

Il divieto d'asporto dopo le 18 dovrebbe valere solo per le bevande, Governo e Regioni stanno discutendo

Italia in arancione e stretta alla ristorazione: il nuovo Dpcm

I numeri non mentono mai ed i segnali di una possibile stretta ulteriore c'erano già, causa dati dell'ultimo report dalla cabina di regia.Domani ci sarà il nuovo monitoraggio con i nuovi dati che potrebbe certificare un incremento dell’indice Rt, che da 1.03 (settimana scorsa) potrebbe arrivare a 1.1.

Il decreto ha scadenza il 5 marzo (grazie alla legge varata a dicembre secondo cui la durata dei provvedimenti è stata allungata a 50 giorni) e inoltre proroga anche lo stato d'emergenza fino al 30 aprile, come anticipato dal ministro Roberto Speranza al Parlamento. Il decreto conferma, fino al 15 febbraio 2021, il divieto già in vigore di ogni spostamento tra Regioni o Province autonome diverse, con l’eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.

I provvedimenti hanno validità da domenica 17 gennaio e da allora oltre mezza Italia potrebbe finire tra le due liste alte di restrizioni: infatti ben 9 tra regioni e province autonome rischiano l'arancione e tre addirittura il rosso (potrebbero essere Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia).

L' Abruzzo, la Campania e la Toscana potrebbero invece restare nella fascia più bassa di rischio, colorata di giallo. Venerdì sarà pubblicato il nuovo monitoraggio e sulla base dei dati aggiornati Speranza firmerà la nuova ordinanza per assegnare i “colori” e le aree di rischio.  L’ arancione scatta anche con la valutazione di rischio alto da parte della Cabina di regia sulla base dei 21 criteri, per questo la maggior parte delle regioni da domani potrebbe ritrovarsi in arancio!

Pare confermarsi, nel nuovo Dpcm, la chiusura di palestre, piscine e cinema e il divieto di asporto solo per i bar dopo le 18. 

Sull'ultimo punto si è scatenato il malcontento e la preoccupazione dei governatori regionali, il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini ha detto: “rischia di rappresentare un ulteriore fattore negativo di tensione sociale ed economica sui territori e inoltre colpisce categorie già provate dalle restrizioni di queste settimane”.

In queste ore si starebbe lavorando per cercare di limitare il divieto alle sole bevande, anche grazie all’impegno del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che nella riunione ha garantito, inoltre, la “massima priorità” per il decreto ristori sottolineando che si sta ragionando su aiuti “specifici” per il settore dello sci e che sono confermati “interventi cospicui” su bar, ristoranti e su tutte le attività che verranno penalizzate dalle chiusure.

Per i bar e le attività commerciali che vendono bevande e alcolici, come le enoteche, scatta il divieto di vendita da asporto alle 18.

"Per i soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dai codici Ateco 56.3 e 47.25 (bar e esercizi specializzati nella vendita al dettaglio di bevande e alcolici, ndr) - si legge nel testo - l'asporto è consentito esclusivamente fino alle 18".

In arrivo una mini-proroga dell'invio delle cartelle esattoriali: secondo quanto si apprende sul tavolo del Consiglio dei ministri oltre alla richiesta di scostamento ci sarà anche un decreto legge ad hoc per rinviare a fine gennaio la ripresa dell'invio degli atti della riscossione, in attesa di un provvedimento più complessivo.

Dario Franceschini, ministro della Cultura, ha annunciato stamattina che il Governo sta valutando anche la possibilità di riaprire i musei e le mostre dal 18 gennaio nelle regioni gialle durante i giorni feriali.

Il problema è che sulla nuova cartina dell'Italia delle zone a colori potrebbe esserci ben poco di giallo. Nella valutazione del rischio da parte degli esperti peseranno il tasso di incidenza dei virus e le proiezioni sull’occupazione dei reparti di terapia intensiva. Dai dati del 13 gennaio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) risulta che due Regioni sono sulla soglia limite e otto tra regioni e Province Autonome l’hanno superata, altre la stanno raggiungendo.  Anche se con questi dati pare essere un obiettivo lontano, è stata creata un'area detta "bianca" che è stata spiegata così:

"è istituita una cosiddetta area “bianca”, nella quale si collocano le Regioni con uno scenario di “tipo 1”, un livello di rischio “basso” e una incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti. In area “bianca” non si applicano le misure restrittive previste dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri (DPCM) per le aree gialle, arancioni e rosse ma le attività si svolgono secondo specifici protocolli. Nelle medesime aree possono comunque essere adottate, con DPCM, specifiche misure restrittive in relazione a determinate attività particolarmente rilevanti dal punto di vista epidemiologico. "