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Lo Champagne in Russia è Shampanskoe

Denominazione d'origine nel caos: la moratoria è scaduta e le bottiglie vanno rietichettate

Lo Champagne in Russia è Shampanskoe

Champagne, un marchio che conta poco meno di 300 milioni di bottiglie per un fatturato annuo di quasi 5 miliardi di euro.

Il primo gennaio 2022 è scaduta la moratoria che era stata concordata a ottobre tra Mosca e Parigi dopo che il presidente russo Putin, lo scorso luglio, aveva introdotto una nuova normativa in materia di commercio delle bevande alcoliche che riservava il termine champagne (scritto in cirillico, “Shampanskoe”) ai soli vini effervescenti prodotti in Russia imponendo a tutti gli altri, comprese le famosissime bollicine francesi, l'utilizzo del solo termine “spumante”.

Le autorità di Mosca si sono affrettate a spiegare che il termine “champagne” - scritto in cirillico - è utilizzato da lungo tempo per un prodotto ottenuto, mediante una fermentazione di circa tre settimane, in distillerie russe che non hanno legami con specifiche regioni vinicole.

Il ministro francese al Commercio estero, Franck Riester ha dichiarato di non essere riusciti a raggiungere un'intesa definitiva e in assenza di un nuovo accordo le bottiglie destinate a Mosca dovranno essere rietichettate. Il negoziato, infatti, non si è concluso con la moratoria, ma nelle intenzioni delle parti proseguirà anche nei prossimi mesi. Secondo il ministro francese, infatti, anche grazie al sostegno della Commissione europea, «è possibile raggiungere un accordo con Mosca sul riconoscimento e sulla tutela delle denominazioni d'origine della Ue».

Nelle scorse settimane non si sono interrotti i colloqui tra gli operatori economici dei due paesi. Maxime Toubart, presidente del Comitato interprofessionale dello Champagne, ha fatto sapere che i produttori russi potrebbero decidere di ricorrere ad una nuova e diversa indicazione per la produzione interna ed ha anche ricordato che le esportazioni sul mercato russo ammontano in media a circa 1,8 milioni di bottiglie pari a poco meno del 2% dell'export di bollicine francesi che fanno della Russia solo il quindicesimo sbocco per lo Champagne, pur restando uno dei più promettenti nonostante i numeri.

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