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Moreno Cedroni: "Serve lavorare a cena. Non posso avere 20 persone in cucina solo per il pranzo, riaprirò quando sarà possibile"

Chef Moreno Cedroni, i suoi ristoranti al via solo a marzo: "Serve lavorare a cena"

Moreno Cedroni: "Serve lavorare a cena. Non posso avere 20 persone in cucina solo per il pranzo, riaprirò quando sarà possibile"

Moreno Cedroni, il pluripremiato e pluristellato chef, in pianta stabile a Senigallia e Portonovo (Ancona) con i suoi tre ristoranti, non riaprirà riaprirà nonostante la zona gialla. A quanto pare lo chef preferisce attendere la possibilità di apertura serale, così “programma” e fa slittare le nuove riaperture. E infatti ‘La Madonnina’ prevede di ripartire il 10 marzo, ‘Il Clandestino’ il 25 marzo e ‘Anilkò’ il 1 aprile.

"Questa è la mia previsione delle riaperture” afferma Cedroni e continua: “Stiamo vivendo questo momento con la stessa energia dell’apertura infatti dalla prossima settimana iniziamo con la creatività e direi che mentalmente siamo molto positivi. Penso che la situazione sia in netto miglioramento, in una fase che ci porterà a lavorare in sicurezza, senza problemi come abbiamo fatto da giugno a settembre dello scorso anno".

La sua intenzione era quella di riaprire il 10 febbraio, ma ha deciso di far slittare l’apertura al 10 marzo. Pur essendo ora i suoi locali in zona gialla, questa parziale riapertura non gli permette di aprire di nuovo i battenti.

“La priorità è quella di lavorare anche a cena, magari anche con orario ridotto, altrimenti non ci possiamo permettere di mettere su una squadra importante, perché non posso assumere 10 persone anziché 20 solo per il pranzo, non riuscirei a portare avanti il lavoro che faccio abitualmente”, ha detto Moreno Cedroni.

Le previsioni sono del tutto ipotetiche perché è tutto basato sull’idea di un miglioramento delle condizioni su più livelli, che permetta di lavorare in sicurezza e soprattutto nella speranza dello spostamento tra regioni che è molto importante per questo tipo di ristorazione.

Soprattutto è necessario tornare a svolgere le attività nella tutela e con l’idea di non fermarsi più!

Un concetto che è stato già rimarcato anche da Gianfranco Vissani precedentemente.

“Noi vogliamo tornare a lavorare tutti normalmente, i ristoranti lavorano soprattutto la sera, non di giorno. L'Italia si deve rimettere in piedi, se continuiamo così arriviamo col sedere per terra.”

Lo sfogo dello chef poi puntava dritto al Governo: “Stanno battagliando per vedere 'chi ce l'ha più duro' mentre noi affondiamo. Il paese è pesantemente martoriato, così non si va da nessuna parte".

Vissani attacca ancora: "Loro per i nostri figli non hanno fatto niente, questi sono debiti che pagheranno i nostri nipoti. I guadagni non ci sono ma le utenze arrivano regolarmente, e devono essere pagate. È un anno che stiamo soffrendo. Non se ne vogliono rendere conto".

Il pensiero dello chef poi concluse con un pensiero molto molto pungente e generalizzato: “Questo non è un gioco, qui c'è gente che rischia di morire di fame. E dobbiamo stare uniti, perché altrimenti qui ci troviamo tra sei mesi tutti in fallimento. Il problema non è solo dei ristoratori, ma di tutte le categorie. Vogliamo solo lavorare, e per tornare a farlo ci vuole un governo con persone con le palle.”

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