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Pasticceria vende dolci a forma di teste di africani: accusata di razzismo

Il titolare della pasticceria incriminata ha reagito alle forti polemiche negando con forza che i suoi dolci abbiano un significato razzista

Pasticceria vende dolci a forma di teste di africani: accusata di razzismo

Una pasticceria tedesca è stata ultimamente accusata di “razzismo” per avere messo in vendita dei dolci a forma di “facce di africani”.

Il nome tradizionale di questi dolci, tipici del periodo carnevalesco, sarebbe, precisa l’emittente, “teste di moro”, “moretti” o “baci di cioccolata”, ma l’esercizio commerciale Fromme ha preferito chiamare tali creazioni, proprio per non offendere le persone di colore, in maniera ancora più neutra, appunto “teste divertenti di carnevale”.

I dolci incriminati, spiega il network, raffigurano infatti volti stereotipati di abitanti del continente nero, per la precisione, raffigurano delle facce scure caratterizzate da labbra ipertrofiche dal colore rosso acceso, naso prominente e con in testa un osso infilato tra i capelli o un fez.

A bollare i dolci dell’antica pasticceria Fromme come offensivi per i soggetti di etnia africana ha iniziato la giornalista Jasmina Kuhnke, che, tramite un tweet, ha quindi affermato di essere rimasta “disgustata” dal vedere quelle meringhe carnevalesche esposte in vetrina.

Gregor Fromme, ha provato a difendersi spiegando alle emittenti locali, citate sempre da Deutsche Welle, che le sue tanto criticate creazioni non avrebbero alcun significato discriminatorio, ma che sarebbero nient’altro che una tradizione nata negli anni Sessanta.

Egli, fa sapere il network, ha poi svelato perché le sue “teste divertenti di carnevale” hanno la forma di volti di africani: “Noi le realizziamo quando è carnevale ispirandoci al modo in cui erano fatti in passato i costumi di questa festa”.

Il titolare del negozio di Colonia, riporta l’emittente, ha però puntualizzato che, sull’onda delle polemiche, rifletterà se mantenere o no ancora in vita la tradizione delle “teste divertenti di carnevale”.