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Ristorazione: "Eravamo quattro amici al bar". Entra in vigore la "regola del 4".

L'ultimo Dpcm varato dal Governo per arginare l'impennata di contagi introduce la regola del 4 per i locali.

Ristorazione: "Eravamo quattro amici al bar". Entra in vigore la "regola del 4".
"Eravamo quattro amici al bar
Che volevano cambiare il mondo
Destinati a qualche cosa in più
Che a una donna ed un impiego in banca
Si parlava con profondità di anarchia e di libertà
Tra un bicchier di coca ed un caffè.."

Così cantava Gino Paoli nel lontano ormai 1991. "Di anarchia e di libertà" citava il cantautore all'epoca.

Oggi di cosa parlerebbero "4 amici bar"?

Sì quattro e non di più, perché in tutti i locali adibiti alla ristorazione ed anche bar, pub, pasticcerie e gelaterie è entrata in vigore la ‘regola del 4‘, valida ovunque sia prevista la consumazione al tavolo. Infatti l’ultimo Dpcm, firmato dal premier Conte, come scrive Money.it, da una parte anticipa la chiusura dei locali dove si consumano cibo e bevande, dall’altra limita sensibilmente il numero dei posti a sedere al loro interno. Le saracinesche dovranno essere abbassate alle 18 in punto, e dopo quell’ora sono consentite soltanto l’asporto e la consegna a domicilio. Chi vuole pranzare al ristorante o prendere un caffè seduto a tavolino può farlo fino alle sei del pomeriggio con al massimo 3 amici o parenti: infatti il DPCM in vigore dal 25 ottobre stabilisce che ogni tavolo possa ospitare fino a 4 persone, ben distanziate tra loro. Nel precedente decreto, invece, era concesso a 6 persone.

La ‘regola del 4’ non si applica tra persone conviventi (ad esempio tra coinquilini) o appartenenti allo stesso nucleo familiare: in questi casi si può stare seduti anche in più di 4 persone e senza dover rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro tra i commensali.

Clienti e gestori dei locali che non rispettano le nuove regole rischiano pesanti sanzioni amministrative: la multa da 400 a 1.000 euro a cui può aggiungersi la sospensione dell'attività fino a 5 giorni, se le Forze dell'ordine hanno ragione di temere la reiterazione o prosecuzione delle condotte vietate. Stessi rischi per i locali che non rispettano la chiusura alle 18.