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Vagin: nasce a Bologna il gin che combatte gli stereotipi di genere

Bologna, nasce Vagin: due giovani creano un gin manifesto della libertà sessuale

Vagin: nasce a Bologna il gin che combatte gli stereotipi di genere

“Si parte da una base classica: ginepro dominante, sapore secco, pulito, non esagerato come aromi poiché ha solo cinque botaniche, quindi con un bilanciamento a favore del ginepro. Oltre alla genziana, l’ireos, la scorza d’arancia e il rizoma, l’ingrediente più particolare è il pepe rosa che dà un po’ il tratto distintivo legandosi al concetto di piccantezza, non tanto nel sapore che è solo un lieve calore alla fine, ma all’idea piccante del gioco di parole”.

Di cosa parliamo? Il suo nome è gin, VaGin.

È un nuovo distillato creato dai giovani bolognesi Francesca Fiumara e Tiziano Ballardini con l’idea di sovvertire gli stereotipi di genere presenti nel mondo dei cocktail.

"Volevamo rompere gli schemi: basta con i gin seriosi, serviti da hipster sofisticati con i baffoni", ha detto Francesca Fiumara.

Tiziano Ballardini continua: "Il nostro gin è più grezzo, più semplice e divertente, ma è anche buono".

Lei, Francesca Fiumara (26enne), durante il primo lockdown ha perso il lavoro nella ristorazione, si è laureata in Semiotica all’Alma Mater (via Skype) e ha deciso di mettersi alla prova creando il suo primo ‘brand’.

Lui, Tiziano Ballardini (34 anni), lavora come commerciale in un’azienda locale.

Entrambi con un passato da baristi in cui hanno avuto modo di capire l’ambiente, hanno voluto portare sul mercato un prodotto che decostruisse l'immagine seriosa e legata alla tradizione del gin, proponendo qualcosa di "ironico e all'avanguardia, per spezzare l'elitarismo del bar". Il tutto con ironia e divertimento e che sia un vero manifesto di “libertà sessuale”.

Non è stato semplice, tanto che hanno finanche dovuto affrontare qualche piccola battaglia giudiziaria prima ancora di nascere. Inizialmente, infatti, è stata rifiutata la registrazione del marchio Vagin perché non rientrava nei canoni del ‘buoncostume’ ma poi il legale ha raccolto tutti i nomi ‘scabrosi’ di alcolici dalla birra Minchia, al vino Durello, fino alla Passerina” ed il marchio è stato finalmente approvato.

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