Giorni di un futuro passato: la Stanza Flegrea di Mario Avallone
La Stanza Flegrea di Mario Avallone
La Stanza flegrea di Mario Avallone
Aperta a pranzo sabato e domenica
Principali carte di credito accettate
Prenotazione consigliata: 348 339 6161
Ha aperto nel weekend appena trascorso, con la consueta informalità che contraddistingue il suo ideatore, La Stanza Flegrea dello chef Mario Avallone.
Una nuova Stanza, figlia o sorella della storica Stanza del centro di Napoli , tutta a cielo aperto. Una cucina fisicamente immersa nel verde dei Campi flegrei, a ridosso del tempio di Apollo e a due passi dallo specchio d'acqua del lago d'Averno, con tutte le suggestioni che esso evoca.
Uno spazio nuovissimo, eppure ancestrale, nel quale il noto chef napoletano, da 40 anni immerso visceralmente negli umori della cucina napoletana, dà sfogo alla sua creatività.
Creatività?
Un concetto fin troppo convenzionale per Avallone che ha più che altro partorito e, in questi anni, portato avanti, costantemente, con naturalezza talvolta naif, un'idea tutta personale del ruolo dello chef, un' idea quanto mai contro tendenza oggigiorno: uno che cucina per gli altri con la solerzia del buon padre di famiglia.
Una persona che fa cibo leggendo l'ingrediente, scoprendo come vuol essere preparato.
Non esistono, per il cuoco, altri confini alla creatività se non i perché e i quando di ciascuna preparazione.
Fattori sui cui Avallone ha ricavato un irremovibile, ma possibilista, sapere, attraverso le sue ricerche e studi sulla cucina napoletana, mediterranea e popolare in genere.
La Stanza Flegrea è, nel cuore dei campi ardenti, con la amicizia dei fratelli Mirabella della omonima Cantina, dalla quale provengono la falanghina e il piedirosso serviti a tavola, una griglia sulla quale Avallone passa carni, pesci, formaggi e verdure di ogni sorta, selezionati perché "dotati di parola". Ovvero con una storia da raccontare. Di sole, di calore, di colore, di mare o di terra.
Un minestrone di emozioni e sapori messo a sobbollire lentamente - in alcuni mesi di preparazione - che vorticosamente regala da oggi - tra vigne e pergole, sabbie e rovine - la irrefrenabile voglia di vita e cucina di uno dei più autorevoli protagonisti della gastronomia napoletana contemporanea.
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