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Salerno. Riapre il "Vicolo della Neve": una scommessa all'insegna di tradizione e identità

Salerno, la nuova identità del Vicolo della Neve

Salerno. Riapre il "Vicolo della Neve": una scommessa all'insegna di tradizione e identità

Tradizione e identità: due termini spesso usati impropriamente. Non nel caso del "Vicolo della Neve", il più antico ristorante salernitano che ha riaperto sabato scorso i suoi battenti dopo tre anni di chiusura su iniziativa di tre giovani del territorio: Gerardo Ferrari e Fiorenzo Benvenuto, gli osti, e Marco Laudato, lo chef.

Il "Vicolo" terminò il suo viaggio nella storia tre anni fa,

nel silenzio generale e nel clima ovattato dell'immediato post-pandemia, che piegò definitivamente un locale che della convivialità aveva fatto il suo vessillo.

Un periodo, per fortuna, troppo breve per lasciarlo cadere nel dimenticatoio di una città che troppo spesso non ha onorato al meglio le sue caratteristiche, le sue tradizioni, la sua identità, sepolte dallo scorrere degli anni e da ambizioni turistiche non sempre pienamente messe a frutto.

Troppo forte, al contempo, il richiamo del tempo che fu - parafrasando il poeta Alfonso Gatto che amava trascorrere qui le sue serate insieme a noti intellettuali del secolo scorso.

La cucina tradizionale sarà l'assoluta protagonista dell'unico ristorante cittadino con una storia plurisecolare:

torneranno di scena la pasta e fagioli riposata, la ciambotta, la parmigiana di melanzane, il peperone imbottito, solo per citarne alcune tra le più rappresentative, come anche le pizze ed i calzoni.

Un ruolo determinante nella messa a punto della carta l'ha avuto Maria Caputo, la nonna di Gerardo Ferrari, che ha trasmesso alla giovane brigata il know-how per la preparazione dei piatti della tradizione salernitana verace.

Tutte pietanze che trasudano storia, da consumare all'ombra degli affreschi del noto pittore salernitano Clemente Tafuri che impreziosiscono la sala.

Una buona notizia in una città che troppo spesso non ha onorato al meglio le sue caratteristiche, le sue tradizioni, la sua identità, sepolte dallo scorrere del tempo e dalle ambizioni turistiche.

Non mancheranno le novità, che saranno soprattutto di carattere organizzativo,

per restare al passo con i tempi di una città che negli ultimi anni, complici le Luci d'Artista e la vicinanza con la Costiera Amalfitana, si è aperta in misura sempre maggiore al turismo: il locale sarà, infatti, aperto, a differenza che in passato, sia a pranzo che a cena, sette giorni su sette.

"E' un impegno importante, perchè la tradizione è qualcosa che va tramandata: questa è la cosa più difficile da fare - il commento dello chef Marco Laudato, che guiderà la brigata - Le vecchie ricette sono state recuperate tutte secondo la nostra esperienza ma tenendo conto anche di quello che fu il Vicolo della Neve. Nonna Maria ci ha trasmesso l'amore per le antiche ricette".

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