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Green Pass, nessun obbligo per i ristoratori di verificare l'identità. Questa la risposta ottenuta da Confesercenti attraverso i propri legali.

Svolta Green Pass, i gestori di bar e ristoranti non saranno obbligati a verificare l'identità

Green Pass, nessun obbligo per i ristoratori di verificare l'identità. Questa la risposta ottenuta da Confesercenti attraverso i propri legali.

Chiarimenti chiesti e ottenuti dall'associazione di categoria: "Niente documento per ristoranti al chiuso e piscine all’aperto all’interno di strutture ricettive e per le fiere e i mercati"

Nessun obbligo di green pass per i ristoranti al chiuso e piscine all’aperto all’interno di strutture ricettive, nessun obbligo per le fiere mercatali, nessun obbligo di verifica dei documenti da parte del gestore quando il cliente mostra il certificato.

Ce lo chiedevamo qualche giorno fa e a quanto pare la Confesercenti Toscana Nord, attraverso i suoi uffici legali, è riuscita ad ottenere una risposta in vista dell'entrata in vigore del Green Pass il prossimo 6 agosto:

I ristoratori si trasformeranno in vigilanti? Sarà qualcosa di serio o la solita barzelletta all'italiana?

Per verificarne l'autenticità sarà sufficiente mostrare un foglio bianco e nero stampato da internet e gli occhi dell'inserviente lo scannerizzeranno ai raggi gamma interfacciandolo con il proprio database interiore?Nel caso in cui questa strumentazione in gran segreto esista: chi ci metterà i soldi? saranno ancora una volta i ristoratori a doversi adeguare attingendo dalle casse messe continuamente a dura prova o provvederà lo Stato?

Ci accontenteremo che la semplice esistenza di una norma ne certifichi il funzionamento o non siamo più disposti a essere bluffati?

“Sono diverse le incongruenze e le incertezze ricollegate al cosiddetto decreto green pass – si legge in una nota dell’associazione – Per questo la Confesercenti nazionale ha predisposto una serie di emendamenti al disegno di legge di conversione atti a risolvere le situazioni ritenute “impercorribili” per le attività economiche o poco chiare, anche se, dal confronto con esponenti del governo, alcune problematiche sembrano già risolvibili in via interpretativa ed in tal senso sono state date rassicurazioni. Innanzitutto per quanto riguarda i servizi di ristorazione per i quali scatta l’obbligo di green pass se i tavoli sono al chiuso. Una norma però – spiega ancora Confesercenti Toscana Nord – che riteniamo non debba essere applicata ai servizi di ristorazione annessi alle strutture ricettive. Ciò perché per l’accesso a queste ultime non è richiesto il certificato verde. Stesso discorso per le piscine all’aperto”.

Altra questione delicata riguarda l’obbligo o meno di green pass per le fiere, intese da Confesercenti Toscana Nord come i classici eventi mercatali (pensiamo ad esempio a Sant’Ermete a Forte dei Marmi o al Settembre Lucchese). “La norma, come concepita, riguardante le fiere mercatali è di fatto inapplicabile – spiega l’associazione -, poiché non si comprende come tecnicamente sia possibile la verifica del possesso del certificato verde per manifestazioni che si tengono all’aperto, per le strade e le piazze, senza contingentamenti e barriere fisiche, alla stregua dei mercati “in sede impropria” (cioè di quei mercati che non si tengono in strutture “dedicate”), per i quali peraltro non è previsto l’obbligo del certificato verde. La disposizione implica dunque un chiarimento inerente la non applicabilità del “green pass” alle fiere o comunque un urgente intervento modificativo. Ci sono state date anticipazioni secondo cui il problema verrà positivamente risolto”.

I gestori avranno obbligo di verifica? E se si, in quale modalità?

“Per come è scritta, la norma non sembra implicare a carico dell’imprenditore, in questo caso non essendo pubblico ufficiale, l’obbligo di richiedere l’esibizione dei documenti di identità da parte degli intestatari del green pass – conclude la nota di Confesercenti Toscana Nord -, ponendo la richiesta quale mera eventualità e non chiarendo quale sia la conseguenza di un rifiuto da parte dell’interessato ad esibire il documento. Comunque ai nostri soci abbiamo consigliato di scaricare la app gratuita (VerificaC19) in grado di leggere il codice a barre del green pass in tempi rapidissimi”.

Ricapitolando, le nostre preoccupazioni si sono rivelate fondate, non essendoci alcun obbligo da parte dei gestori di effettuare i controlli né tantomeno una strumentazione software/hardware che consenta l'ingresso ai locali al chiuso dei soli possessori della carta verde, il tutto prende il contorno di una barzelletta atta esclusivamente a far terrorismo psicologico e, ancora una volta, attanagliare nella morsa dello sconforto il comparto dell'ospitalità e dell'accoglienza italica che dopo il provvedimento del governo Draghi si è vista annullare migliaia di prenotazioni dai turisti esteri.

Intendiamoci, siamo favorevoli al green pass per garantire le aperture anche quando passata la bella stagione si ritroverà esclusivamente a poter mangiare al chiuso e quindi sostenere la ristorazione ma in questi termini fa solo male all'economia ed è inutile nella prevenzione e contenimento del contagio. Senza controlli e senza garanzie, recarmi in un locale al chiuso mi pare abbastanza pericoloso, se non potete far funzionare la norma allora è meglio abolirla.

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