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A Carnevale solo Chiacchiere, non scherziamo!

Frappe, cenci, bugie, crostoli: a Carnevale chiamatele come volete basta che non siano solo chiacchiere.

A Carnevale solo Chiacchiere, non scherziamo!
Pasticceria Cirillo
Via Martiri Atellani, 176 - Orta di Atella (Ce)
+390818917437
Aperto tutti i giorni 6.30 - 13.30 e 15.30 - 20.00.
Chiuso il Martedì (escluso festività).
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Carnevale è alle porte e come ogni festività non vediamo l’ora di… mangiare.

Conoscete altri modi per festeggiare e stare insieme più efficaci di condividere una tavola imbandita e perdersi tra carboidrati e chiacchiere?

Beh, per Carnevale le due cose si fondono e le chiacchiere diventano il dolce tipico di questa giornata, certo, ma anche di tutto il periodo della pre-Pasquale. Giusto per non arrivare impreparati alla pastiera.

A Carnevale solo Chiacchiere, non scherziamo!

Il nome delle chiacchiere di Carnevale varia da regione a regione e in alcuni casi anche da città a città: bugie in Liguria, cenci in Toscana, frappe a Roma, galani in Veneto, cròstoli in Friuli. Eppure la ricetta è più o meno sempre la stessa.

L’impasto è a base di farina, zucchero, burro e sale (le uova vanno a seconda delle dosi o delle preferenze). C’è poi chi aggiunge del Marsala, chi del vino bianco, chi del Vin Santo, chi ancora della grappa. Le varianti dipendono ovviamente dalle usanze regionali.

A Carnevale solo Chiacchiere, non scherziamo!

L’unica vera costante è che le chiacchiere di Carnevale devono avere le bolle, segno che la sfoglia è stata tirata a dovere e la frittura è stata fatta a regola d’arte. Un tempo le chiacchiere di Carnevale venivano fritte nello strutto, oggi sostituito da un più leggero olio di semi e addirittura qualcuno può decidere anche di optare per una cottura al forno, ma il risultato non sarà mai lo stesso.

E lo sapevano anche gli antichi Romani.

Secondo gli storici, infatti, l'origine delle chiacchiere risale all'epoca romana, in quel periodo venivano fatti dei dolcetti a base di uova e farina chiamati "frictilia", che venivano fritti nel grasso del maiale, e preparati dalle donne romane per festeggiare i Saturnali (festività che corrisponde al nostro Carnevale). Si era soliti farne grosse quantità perché dovevano durare per tutto il periodo della Quaresima e con la loro cottura (in grasso di maiale) e il fatto che se ne potevano fare grande quantità in breve tempo e ad un costo basso, questo dolce veniva servito alla folla che si recava in strada per festeggiare il carnevale , diventando il simbolo degli eccessi della festività che rappresentava.

La tradizione dei frictilia è sopravvissuta fino ad oggi, apportando solo piccole modifiche alla ricetta di base a seconda delle varie tradizioni regionali, anche se è sempre più raro trovare in giro chiacchiere o cenci fritti nello strutto, anzi, sulla scia del salutismo è più facile trovarle fritte nell'olio o cotte a forno.

A Carnevale solo Chiacchiere, non scherziamo!

Le chiacchiere possono essere anche napoletane e la storia fa risalire il loro nome alla Regina Savoia che volle chiacchierare ma ad un certo punto le venne fame e chiamò il cuoco di corte, Raffaele Esposito, per farsi fare un dolce che potesse allietare lei e i suoi ospiti, egli prese spunto da quella chiacchierata e diede il nome di "chiacchiera" al dolce appena fatto.

Vengono fatte a forma di striscioline leggermente rondellate ai bordi e fritte di abbondante olio e successivamente messe su carta assorbente per privarle dell'olio in eccesso, sono poi servite fredde spolverate da zucchero a velo.

A Carnevale solo Chiacchiere, non scherziamo!

Possono essere ricoperte da miele, cacao, o anche annaffiate da alchermes (liquore italiano utilizzato soprattutto per la bagna dei dolci, dal colore rosso è considerato elisir di lunga vita) o servite accompagnate da cioccolato fondente (in origine sanguinaccio perché veniva aromatizzato con il sangue fresco del maiale che gli conferiva quel retrogusto un po' acidulo).

Ormai sono tante le ricette che si trovano in giro sulle chiacchiere, c'è chi le fa a forma di nodini o fiocchetti o chi addirittura ha deciso di farle ripiene.

A Carnevale solo Chiacchiere, non scherziamo!

Rispetto a tanti altri dolci, le chiacchiere si mantengono per settimane se conservate in un luogo fresco e asciutto ovviamente chiuse bene in un contenitore o in un sacchetto.

Insomma con la loro croccantezza e la loro golosità hanno fatto breccia nelle tradizioni dell’intero stivale, riuscendo con la semplicità a far cadere ogni maschera.

Vi consiglio la Pasticceria Cirillo, ad Orta di Atella, di cui le foto, che rallegrerà la vostra tavola con una ricetta segreta di famiglia che vi farà "chiacchierare" per molto tempo.