FoodClub | Logo Esdra

Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.

Chef's Table Pizza: Franco Pepe e Gabriele Bonci

Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.

Attendevo da più di un anno che Netflix lanciasse la nuova stagione di Chef’s Table e non solo perché dedicata alla pizza, soprattutto perché Franco mi aveva parlato degli oltre 20 giorni di riprese, dell’enorme e affiatata troupe che lo aveva seguito in tutti i suoi posti, in tutti i suoi spazi, in tutti i suoi angoli. E non solo in cucina.

Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.
Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.

Non potevo dunque che iniziare dalla puntata che lo vede protagonista, lui, Franco Pepe e non potevo non farmi prendere la mano e guardare subito, a seguire e tutto d’un fiato anche l’episodio con Gabriele Bonci.

Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.

Volevo capire, volevo darmi una spiegazione alla domanda che credo tutti si siano fatti:

perché proprio loro due in Italia? Perché due figure così opposte tra loro?

Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.

E ho capito. Ho visto tutte le risposte, anche a quelle domande che non avevo idea di farmi, in quei 90 minuti. Sì, esatto, il tempo d’una partita di calcio: la stessa adrenalina, la stessa carica emotiva, la stessa delusione per i goal subiti e lo stesso riscatto per la rimonta, lo stesso disappunto per una sostituzione che non ci sembra opportuna e lo stesso mea culpa nell’acquisire consapevolezza che una sterzata, un cambiamento, una svolta era tutto ciò di cui c’era bisogno per riprendersi il proprio posto.

Perché ho pensato ad una partita di pallone?

Semplice, in una sferzante serata di Champions, i veri campioni erano su Netflix.

Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.

Due episodi che a mio parere, col senno di poi, DEVONO esser visti, MERITANO di esser visti insieme. E non per fare paragoni, piuttosto per vederne tutte le impensabili similarità, per scrutare ogni sorprendente dettaglio che mette in chiaro per l’ennesima volta una verità sempre più visibile: la pizza non è del popolo, la pizza è popolare. Che è ben diverso.

E aDue episodi che a mio parere, col senno di poi, DEVONO esser visti, MERITANO di esser visti insieme. E non per fare paragoni, piuttosto per vederne tutte le impensabili similarità, per scrutare ogni sorprendente dettaglio che mette in chiaro per l’ennesima volta una verità sempre più visibile: la pizza non è del popolo, la pizza è popolare. Che è ben diverso.
Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.

La pizza è il mezzo, non è la causa né l’effetto bensì è il tramite affinché la spinta di uno (causa) sia la rivoluzione di tutti (effetto). Ma questo è un concetto ancora poco “lievitato”, è qualcosa di ancora troppo lontano dalla mentalità napoletanocentrica.

Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.

E allora sarebbe il caso di chiedersi “perché non c’è un pizzaiolo napoletano in chef’s table pizza?” e la risposta sarebbe repentina “qui non si parla di storia della pizza ma di chi quella storia l’ha cambiata e tangibilmente, finanche - addirittura! - riportando l’attenzione sulla pizza mentre i “pizzonaggi” prendevano il sopravvento."

Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.

Quindi parla di uomini che hanno usato la pizza come arma, contro un mondo che non li ascoltava - prima e poi contro se stessi, credendoci così visceralmente da non credere più a nulla. E così perdere amici, famiglie, vite, perdere se stessi, perdersi in se stessi.

Le due puntate, fateci caso, si aprono e si chiudono allo stesso modo.

Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.
Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.

Sia Bonci che Pepe insieme alla loro unica fedele compagna: la terra.

La terra in cui sono nati, la terra a cui sono tornati, la terra che gli ha dato convinzioni e ideali da cui iniziare ma anche materia prima con cui finalizzare; la terra che li ha resi appassionati della vita, del buono, dello stesso concetto di cibo e di mangiare che non può essere solo piacere ma manco solo dovere, dev’essere sostegno e scoperta, deve essere sfida e consumo, deve essere pensato e pesato.

Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.

Sia Franco che Gabriele si ritrovano, alla fine, a tavola con i loro figli. Probabilmente le due scene più emozionanti di tutta l’ora e mezza di film e non perché banalmente rappresentino il lieto fine di una banale storia di sacrificio e sconfitte ripagati con rivalsa e successo.

Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.

Invece, direi, perché rappresentano il principio di una nuova era per le loro vite, il simbolo di una presa di coscienza e di responsabilità da parte di due uomini che hanno dato voce al loro genio zittendo la loro coscienza.

Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.

La loro più grande opera d’arte,

non c'è alcun dubbio, è stata la pizza: da quella romana non riconosciuta dai romani di Bonci a quella volutamente sbagliata di Pepe.

Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.

Eppure il capolavoro vero

è il dolore che si nasconde dietro ogni singola vittoria, perché essere riconosciuti non è essere riconoscibili e farla “sbagliata” non vuol dire non abbia un rovescio positivo.

Ho visto Chef’s Table. Ho visto gli chef al banco della pizza.

Seguici su facebook foodclub.it

Entra nel vivo della discussione sul nostro gruppo, un luogo libero dove professionisti della ristorazione, clienti e #foodlovers si confrontano sui temi del giorno: Join the #foodclubbers Be#foodclubber