Il Dpcm gli rovina il San Valentino e loro se la prendono con il ristoratore. Succede a Genova.
Liguria in zona arancione per Dpcm: clienti accusano il Ristorante 5 Maggio di avergli rovinato San Valentino
Avete presente quelle frasi tipo "non c'è mai fine al ridicolo" oppure "la madre degli stolti è sempre incinta"? Ecco, è esattamente ciò a cui ho pensato nel momento in cui ho letto il post di questo ristoratore di Genova che si è ritrovato ad essere colpevolizzato della chiusura obbligata e improvvisa di San Valentino a causa del dpcm.
"In una giornata importante e significativa per noi come quella odierna, mentre sfilavamo attraverso le vie della città spinti dalla stanchezza e dalla delusione, abbiamo ricevuto questo messaggio, da cui poi è scaturita la seguente conversazione.
Non commenteremo oltre, ma vogliamo rendervi partecipi di quello che ci tocca sopportare oltre a tutto ciò di cui sicuramente siete già al corrente."
L'antefatto: le proteste a Genova
Il centro di Genova nel pomeriggio di lunedì 15 febbraio, è stato invaso ed occupato da ristoratori, baristi e tutte le categorie appartenenti al settore della ristorazione per protestare contro le restrizioni anti-Covid ma, soprattutto, per il poco preavviso con cui sono state comunicate.
“Non esiste che comunichino il venerdì sera che domenica chiudiamo – spiegano i promotori dell’iniziativa convocata come #ristoratoririuniti – senza contare che ci saremmo aspettati al massimo una chiusura per lunedì, non proprio nel giorno di San Valentino per il quale avevamo finalmente i tavoli prenotati”.
Circa 1500 persone hanno così attraversato la città in corteo bloccando la sopraelevata e tornando verso il palazzo della Regione paralizzando il traffico, sorprendendo le forze dell’ordine che non avevano messo in conto un’adesione così alta dopo precedenti con pochi presenti. Inizialmente doveva essere un flash mob davanti la sede della Regione Liguria con consegna simbolica delle licenze dei locali, poi un grosso gruppo eterogeneo di ristoratori che si è immediatamente staccato creando il fiume umano che ha paralizzato Genova, mentre altri hanno atteso sotto la Regione un incontro con il presidente Giovanni Toti. Ben presto è stata chiara l’indisponibilità della Regione a un incontro pubblico, così il corteo si è spostato verso piazza Corvetto con alcuni manifestanti intenzionati a bloccare la stazione di Genova Brignole. Solo alle 18.30, dopo tre ore di blocco, la polizia ha minacciato di prendere provvedimenti in caso di reale occupazione dei binari, determinando così lo scioglimento della manifestazione alla quale hanno partecipato anche diversi ristoratori che già nella giornata di domenica hanno fatto “obiezione di coscienza” al decreto aprendo per pranzo e prendendo le relative multe.
Le accuse al Ristoratore di Genova
In mezzo a tutto questo caos, tra lavoratori che a distanza di un anno si vedono ancora calpestata la dignità e dpcm che ancora una volta peccano di superficialità, qualcuno ancora non ha capito cosa sta accadendo nel mondo oltre che a tutto il settore dell'ospitalità.
Sì, vi sembrerà assurdo eppure oltre il danno dobbiamo assistere alla beffa perché un ristoratore di Genova, per l'esattezza del Ristorante 5 Maggio, si è ritrovato in quelle stesse ore a ricevere messaggi non proprio piacevoli d parte di una coppia piemontese che "dopo la aver attraversato regioni e pagato pedaggi" (cito), si sono visti sfumare la sorpresa del pranzo per festeggiare il loro San Valentino.
Vi state chiedendo anche voi due cose, immagino:
1- come si può essere così stupidi?
2- come si può essere cosi stupidi?
No, non è un errore. Io almeno non posso fare altro che farmi ossessivamente questa domanda da quando ho letto il post.
Procediamo per gradi, vi allego gli screenshot della conversazione tra la coppia e il ristoratore che quest'ultimo ha pubblicato sulla pagina Facebook del ristorante:
Possibile che questi due esimi imbecilli non si rendano conto di quanto stanno ammettendo di quale inutile accusa rivolgano al ristoratore? In un momento storico in cui i ristoratori non riescono ad entrare nei loro locali e gli chef nelle loro cucine, loro si permettono - con leggerezza che pare più strafottenza - il lusso di trasgredire alle regole a cui tutti stanno cercando di tenere fede con il sacrificio della loro dignità, con lo sforzo mentale, economico e fisico che continua a premere sempre di più su uomini e famiglie.
Il Ristoratore risponde egregiamente, traspare qualcosa tra l'incredulità e lo sconforto e c'è poco da aggiungere a quanto dice:
Come se non bastasse la ragazzetta rincara poi con una risposta che mette il marchio su quello che è il primo modo di "usare violenza" sul mondo della ristorazione da quando ci siamo addentrati in questa epoca di "ristorazione social": minaccia cattive recensioni!
Ecco allora che tutto di nuovo torna: sono sempre le persone a voler decidere, più che del loro destino, del destino altrui!
"Ce la faremo?"
Non è poi così difficile immaginare che la giornata di san Valentino (mai come quest'anno), per di più Domenica, poteva essere una ventata d'amore molto più per i ristoratori che per le singole coppie. Siamo veramente diventati la parte peggiore di noi dopo un anno di rischi, mancanze e distanze? Non riusciamo a capacitarci che un settore in ginocchio comporta migliaia di intere famiglie piegate emotivamente e psicologicamente, una economia sempre più provata ma soprattutto persone - uomini e donne- stanchi e demotivati, affannati e indeboliti e attaccati al filo della paura: paura per la loro salute, paura per la salute dei loro ospiti, paura di essere immotivatamente etichettati, paura di avere torto anche quando niente più sembra dipendere dal loro volere.
Può un ristoratore, che va avanti con stenti e sudore da oltre un anno, sentirsi accusato di mancata professionalità? Può il mondo essere migliore, pandemia o no, se le persone (clienti, ristoratori, politici, benzinai, insegnanti... tutti insomma) continueranno a sentirsi in diritto di essere tutelati senza mai farsi prendere dallo scrupolo del dovere di tutelare?
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