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Non ci sono bucatini sugli scaffali americani: un thriller made in USA

La crisi dei bucatini De Cecco, introvabili sugli scaffali americani.

Non ci sono bucatini sugli scaffali americani: un thriller made in USA

Bucatini shortage”, traduzione: c’è carenza di bucatini. State tranquilli, non è accaduto né accade in Italia – con la nostra produzione agroalimentare letteralmente schizzata alle stelle con la pandemia, a causa delle abitudini leggermente “modificate” di noi italiani – ma accade negli USA.

Il “caso” è stato portato avanti dalla giornalista Rachel Handler sulle pagine di Grubstreet.com, successivamente ripreso da diverse testate italiane proprio per la singolarità della materia trattata.

Pasta ed export

Gli Stati Uniti sono tra i più grandi importatori di pasta secca italiana; questo è per smentire sin dall’inizio l’idea che gli USA siano tutti fatti di mac and cheese in bustina o in lattina. Secondo i dati 2019 di ISMEA, ben il 12% della pasta esportata dall’Italia finisce negli Stati Uniti. La cultura della pasta, grazie alla sua grande appetibilità, alla facilità di reperimento, alle migrazioni (tanto vituperate ma necessarie ad arricchire un patrimonio culturale, anche alimentare), è praticamente diffusa ad ogni latitudine. Poi, si sa: nemmeno gli italiani seguono alla lettera le istruzioni per la cottura e… ognuno mangia la pasta come gli va. Dobbiamo farci serenamente pace, forse smetterla di voler evangelizzare a forza il mondo.

Ma torniamo allo strano caso dei bucatini scomparsi, ripercorrendo la vicenda che ha inizio con la pandemia da Coronavirus, nel febbraio/marzo del 2020. Rachel Handler (giornalista, ma prima di tutto una buongustaia attentissima), inizia a notare che sugli scaffali dei suoi supermercati di riferimento mancano i bucatini. Precisamente, mancano i bucatini di una notissima azienda italiana: parliamo di De Cecco, leader della pasta secca in Italia e molto ricercata anche all’estero. La Handler è prima di tutto dispiaciuta: i bucatini De Cecco sono il formato di pasta da lei prediletto per la tenuta in cottura, la capacità di trattenere i sughi e quella cosa che lei chiama “slurpiness”, cioè la capacità di essere… risucchiati, con rumore.

All’inizio, la Handler pensò fosse un problema di distributori che avevano ritardato, in qualche modo, le forniture a causa della pandemia o qualcosa di simile; si ritrovò ad affrontare l’argomento anche con amici, che le confermarono la stessa difficoltà.

Questo fino ad agosto del 2020: durante l’estate, alla Handler fu chiaro che la situazione nascondeva qualcosa di più serio. Lo spirito da buongustaia si unì a quello di giornalista ed iniziarono le indagini, con primi risultati un po’ strampalati e degni di un noir.

Con un po’ di telefonate, Rachel Handler appurò che la situazione era pressappoco simile in tutti gli Stati; si premurò, quindi, di chiamare la responsabile vendite della pasta De Cecco nel Midwest, per avere chiarimenti. La risposta fu senza dubbio ghiotta: i bucatini erano ancora in produzione, certo. Ma la loro vendita era stata vietata negli USA a causa dell’FDA, la Food and Drug Administration, organo che gestisce in maniera molto severa e talvolta controversa l’importazione degli alimenti.

La stampa riportava ben poco della faccenda; se non altro, qualcuno come lei aveva notato la possente assenza di un certo formato di un marchio leader come De Cecco, ma nessuno sembrava davvero interessarsene come Rachel. Né tantomeno sono servite email e telefonate ai numeri dedicati: dei bucatini, niente sembrava sapersi.

A colloquio con la National Pasta Association e... l’amatriciana

Ma Rachel è un osso duro, la questione poi iniziava ad ingolosirsi. C’era sicuramente qualcosa da nascondersi. Fu così che prese contatti con la National Pasta Association, il cui portavoce – lo chef e personaggio televisivo Rosario del Nero – le diede un paio di spiegazioni tra il serio e la comicità.

“Certo, è colpa mia questa situazione. Li ho comprati tutti. I bucatini sono il formato di pasta più sensuale che esista.”

Del Nero, comunque, le si rivelò utile: le spiegò come si fa un bucatino e la “strana moda” del formato di pasta all’interno di una cerchia di gastrofissati. In particolare, il “merito” della venerazione dei bucatini negli USA pare vada ad Allison Roman, divulgatrice di ricette, che ha reso nota la sua imperdibile amatriciana: bucatini con soffritto di scalogno, aglio, concentrato di pomodoro e prezzemolo fresco.

… Dopotutto, vi avevo avvisati: ognuno mangia la pasta come gli va.

Ancora di più, Rosario del Nero insinuò il dubbio del complottismo in Rachel: “e se scoprissi la crisi mondiale dei bucatini? Se ci fosse un complotto?

“Enriched macaroni”

Nel frattempo, qualcosa era andato avanti. Rachel Handler era riuscita a scovare un documento della FDA, in cui in sostanza si diceva che la pasta De Cecco non soddisfaceva un parametro fondamentale, cioè quello degli “enriched macaroni”, della pasta arricchita. Per chi non lo sapesse, già in generale le regole della FDA sono abbastanza stringenti e richiedono delle Nutrition Facts calcolate ad hoc; una tra queste sembra essere la quantità di ferro. Infatti, i bucatini dell’azienda risultano contenere 10,9 mg di ferro ogni 500 grammi anziché 13-16,5 g fortemente raccomandati.

Big Pasta scende in campo

Il presidente della National Pasta Association iniziò ad aiutare Rachel a fare chiarezza nel quadro che andava delineandosi.

Dopo il 1945, l’insieme delle industrie di pasta americana – denominata Big Pasta – osteggiava l’ingresso dei più economici ramen di marca Nissin. Sicuramente, avrebbero mangiato una bella fetta di mercato. Allora, Big Pasta fece pressione affinché ci fosse una legge che imponesse dei valori nutrizionali minimi da rispettare affinché la pasta secca potesse entrare negli USA.

Non contento, il presidente della National Pasta Association, insinuò ancora un dubbio in Rachel: secondo lui, infatti, qualcuno avrebbe indirizzato la FDA a scoprire la falla, probabilmente un’azienda rivale. La teoria del complotto, insomma, stava pericolosamente prendendo quota.

Il pasta thriller è servito

Siamo ormai a dicembre: Rachel Handler chiese formalmente alla FDA di studiare i documenti in suo possesso e iniziò ad interrogare le aziende rivali. Le rispose Barilla, che le confermò comunque un decremento della produzione di bucatini, in favore di altri formati più diffusi. La giustificazione era la pandemia da Coronavirus. Un ulteriore check con la National Pasta Association confermò a Rachel Handler un dato incontrovertibile, cioè che tutte le aziende avevano ridotto la produzione di bucatini in favore di formati più richiesti, a causa della particolare situazione mondiale.

Rachel Handler aggiorna le sue ricerche su Grubstreet, ma resta l’interrogativo: okay, tutte le aziende producono meno bucatini, ma dove diamine sono finiti i bucatini De Cecco?

De Cecco spiega la situazione

Il puzzle si completa con la spiegazione di De Cecco, fornita proprio negli ultimi giorni. Finalmente, la Handler è riuscita a mettersi in contatto con Giacomo Campinoti e Paolo Consalvi, direttore esecutivo e direttore delle finanze dell’azienda De Cecco negli USA.

Scusandosi per le non risposte degli scorsi mesi, le hanno spiegato che i bucatini torneranno presto sugli scaffali statunitensi e che ora il problema è rientrato. Non si sa perché non rispettassero i valori di ferro prescritti: probabilmente (ed è una spiegazione molto plausibile) il formato bucatini non aveva permesso una perfetta conservazione dei valori nutrizionali da rispettare, visto che altri formati di pasta dell’azienda erano perfettamente in regola.

Per distruggere il cuore di tutti i bucatini-lovers, i due vertici dell’azienda hanno aggiunto che sono stati costretti a distruggere migliaia di chili di bucatini già presenti sul territorio americano: il re-impatrio in Italia sarebbe stato ancora più costoso, anche considerando i costi triplicati dei trasporti via mare, sempre a causa della pandemia.

L’happy ending avviene in questo caso, ma immaginate: da un giorno all’altro, il vostro formato di pasta preferito sparisce dagli scaffali. Se questo ha fatto insospettire un’americana, quanto potrebbe ferire il nostro orgoglio patrio?

Fonti:

Bucatini Shortage, Grubstreet.com

Il mistero dei bucatini De Cecco, Il Post

Crediti: Grubstreet, Il Post, foto: bonappetit.com

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