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Abbazia di Novacella 880 anni di storia nel mondo del vino eppure così innovativa

Abbazia di Novacella alto Adige Vino Valle Isarco

Abbazia di Novacella 880 anni di storia nel mondo del vino eppure così innovativa

Abbazia di Novacella

Via Abbazia, 1 - 39040 Varna (BZ)
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Desideravo da tempo tornare in Alto Adige e andare per vigne e alberghi con spa, due realtà molto presenti in questo spicchietto d’Italia tra le Alpi.

Abbazia di Novacella 880 anni di storia nel mondo del vino eppure così innovativa

Sono entrambi identità molto radicate nel modus vivendi degli alto atesini che, come pochi, curano il paesaggio e organizzano una moltitudine di attività per poter vivere e godere della natura, qui così ricca e lussureggiante.

Le vigne sono praticamente ovunque,

un leit motive di piena bellezza bene evidente già all’arrivo che, in genere, avviene a Bolzano. Gli alto atesini sono vignaioli abili e appassionati, ma anche bravi imprenditori capaci di stare al passo con i tempi, fino ad avere consolidato questo settore dell’economia locale con successo. Un winelover vive questo territorio come un bambino al lunapark, le occasioni per divertirsi sono molteplici e molto variegate.

Abbazia di Novacella 880 anni di storia nel mondo del vino eppure così innovativa

Non può certo farsi scappare una giornata all’Abbazia di Novacella nella splendida Valle Isarco,

che proprio quest’anno compie un compleanno importante, 880 anni portati splendidamente. Fondata nel 1142 da Hartmann nuovo vescovo di Bressanone, abate dal 1133 dell’abbazia dei Canonici Regolari di Sant’Agostino di Klosterneuburg presso Vienna. Da subito diviene un centro importante di formazione culturale in lingua tedesca, seminario di riferimento nel Sud Tirolo, nel contempo e nella quotidianità fedele al principio dell’ora et labora. Grazie al quale la vitivinicoltura ha mantenuto un ruolo di primaria importanza in tutto l’Alto Adige, e solo l’impegno dei frati agostiniani ha preservato nel tempo l’identità vignaiola del Sud Tirol, superando momenti storici di grande difficoltà, per lo più legati al susseguirsi delle guerre che, in questo territorio di confine, sono state profondamente opprimenti. Possiamo dire che l’espansione della vitivinicoltura su tutto l’areale parta da qui e che la determinazione insita negli alto atesini ha messo la giusta energia per affermare solidamente i progetti di crescita.

Abbazia di Novacella 880 anni di storia nel mondo del vino eppure così innovativa

Ritornando all’Abbazia di Novacella, visitarla è una esperienza unica e profonda, per la bellezza degli ambienti e dell’architettura, per la raccolta di opere d’arte visitabili nel museo, per la storica biblioteca in stile rococò che da sola vale il viaggio.

Usciti dalla basilica, a sua volta mozzafiato, attraverso una grande e vecchia porta di legno si accede al vigneto, maestoso, curatissimo, si espande lungo tutte le colline che cingono il monastero in un abbraccio generoso e di piena armonia.

Una vera e propria opera d’arte che si integra nelle varie espressioni culturali e artistiche dell’abbazia, facendo da passaggio tra il complesso monastico e la natura compresa tra la fascia collinare e quella montuosa. La cantina produce annualmente circa 700.000 bottiglie, per il 70% bianchi e esporta in 40 paesi. L’Abbazia è proprietaria anche di boschi, frutteti e pascoli d’altura e nella sua sede accoglie i visitatori all’interno della tipica Stiftskeller, dove è possibile degustare i vini in abbinamento a tipicità tirolesi a base di speck, formaggio, salcicce affumicate e Schüttelbrot.

Abbazia di Novacella 880 anni di storia nel mondo del vino eppure così innovativa

Per celebrare questo compleanno solenne, Abbazia di Novacella ha ideato e messo in commercio due nuovi vini della linea Insolitus: Orchestra, un uvaggio composto da cinque varietà a bacca bianca, Sylvaner, Pinot Grigio, Kerner, Riesling e Gewürztraminers allevate intorno al convento, e 6234 pinot nero proveniente da singolo vigneto a Cornaiano.

Il tempo della visita sarà difficile contenerlo,

anzi, ci si dimentica dell’orologio in questo luogo incantato, soprattutto quando si camminano le vigne o quando si attraversa l’antico giardino, ricco di fiori, pianti, essenze che dal 1142 i monaci curano con un innato senso dell’estetica.

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