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Didier Gerbelle vigneron tra le Alpi della Valle d’Aosta – vini di montagna e recupero dei vitigni storici

Valle d'Aosta: Didier Gerbelle fa tornare in produzione due cultivar: il blanc comune e il neret

Didier Gerbelle vigneron tra le Alpi della Valle d’Aosta – vini di montagna e recupero dei vitigni storici

Azienda Vitivinicola Didier Gerbelle

Frazione Cheriettes 20 - 11010 Aymavilles (AO)
Tel: 339 843 3452
Email: gerbelle@hotmail.it
Schede Vini

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La cantina di Didier è proprio a ridosso del bellissimo castello di Aymaville, sulla collina che domina la Dora Baltea, tra l’Alta Valle d’Aosta e la Valle di Cogne. Nella piccola vallata sotto il maniero, si estendono le vigne di questo vigneron appassionato e intraprendente. È partito con appena un ettaro, oggi ne possiede nove, con una produzione annua di 60.000 bottiglie.

Figlio di agricoltori e vignaioli da più generazioni: suo nonno e suo padre facevano parte della cooperativa di Aymaville che però concedeva al singolo produttore di apportare il nome sulle etichette delle proprie bottiglie. La crescita non è solo una questione di numeri, anzi, tutt’altro, quelli poi sono stati la giusta conseguenza dell’impegno investito. L’obbiettivo principe di Didier, quasi un’ossessione, era, ed è tutt’oggi, rimettere in produzione i vitigni storici di Aymaville, recuperare quel patrimonio genetico e identitario che ha lungamente caratterizzato queste colline moreniche.

Siamo nella doc Torrette, un territorio prettamente rossista, dove a imperare tra i filari è il petit rouge, vitigno straordinario per il timbro sottile e di grande personalità che conferisce ai vini. Rimanere nel range del petit rouge al nostro vignaiolo stava piuttosto stretto, anche se ne è un interprete abilissimo. Era suo grande desiderio concedere più spazio al cornalin, al fumin, al mayolet al premetta (l’uva rosa), al vuillermin.

Il suo progetto ambizioso vedeva soprattutto tornare in produzione due cultivar quasi scomparse: il blanc comune e il neret. Si è dedicato personalmente e intensamente alla ricerca di piante sopravvissute nella Vallée, presenti qua e là sporadicamente, fino a riprodurle sui propri terreni, in vigne specifiche.

Didier Gerbelle vigneron tra le Alpi della Valle d’Aosta – vini di montagna e recupero dei vitigni storici
Didier e suo figlio Christophe tra le vigne

Per chi sa bene cosa significhi un lavoro di questo tipo, sa pure che l’impegno è enorme e che sono lunghi i tempi per riuscire a vedere prendere forma a quanto lungamente immaginato. Ci mostra le due vigne con una certa emozione, insieme a suo figlio Christophe, il piccolo vigneron di nove anni attentissimo a cogliere ogni minima informazione perché questo mestiere ce l’ha nel sangue. Va su e giù per la collina e i filari con la sua bicicletta, carico di entusiasmo e di voglia di imparare. Didier, classe 1986, è riuscito a imbottigliare in proprio nel 2006, anno in cui nasce l’azienda Didier Gerbelle, su questo costone morenico, alla destra della Dora Baltea, terroir dai suoli sono sabbiosi, ricchi di scheletro, poveri, dove la vite fa fatica a condurre il suo ciclo vitale, ma dove le uve sono straordinariamente generose se la mano che le conduce è competente e appassionata come in questo caso.

Didier Gerbelle vigneron tra le Alpi della Valle d’Aosta – vini di montagna e recupero dei vitigni storici

Camminando tra i filari di ceppi molto bassi, per difenderli dal freddo, notiamo anche la siccità dei suoli e un cartello che indica una pianta di più di duecento anni. Sono molte le viti sopravvissute alla fillossera, motivo per il quale la Valle d’Aosta preserva un notevole numero di vitigni storici. Ritornando al neret, la grande passione di Didier, il suo impegno è servito anche a fare chiarezza sulle informazioni confuse e sbagliate a riguardo. Si riconduceva erroneamente ai neretti piemontesi, ma il noto genetista José Vouillamoz ha stabilito che la varietà è valdostana e che esiste un parente stretto nel Vallese svizzero, a sua volta di origine valdostana, figlio del petit rouge e del mayolet.

La curiosità di assaggiare i vini dopo il lungo racconto tra i vigneti era tantissima. In cantina è stato il piccolo Christophe a stappare le tante etichette in produzione.

Didier Gerbelle vigneron tra le Alpi della Valle d’Aosta – vini di montagna e recupero dei vitigni storici

In anteprima assoluta abbiamo degustato Revanche 2020 – la rivincita, quella del blanc comune che per la prima volta viene vinificato in purezza. 200 bottiglie danno concretezza a un grande sogno e a Didier scintillano gli occhi mentre lo versa nel bicchiere. Brilla anche il vino, è luminoso, roccioso, delicato nei profumi di erbette di campo, di mela, di pietra di sale, appena agrumato, fresco e scorrevole all’assaggio, con ritorno minerale e agrumato. Un ottimo esordio che invoglia a continuare in questo progetto coraggioso.

Ainé 2019 è un’altra validissima esclusiva di famiglia, l’unico neret vinificato in purezza. Didier ha voluto sperimentare in proprio il modo migliore per dargli personalità e respiro. Viene fermentato in anfora con lunga macerazione sulle bucce, circa 60 – 90 giorni, poi svinato e torna in anfora per l’affinamento di dodici mesi, mentre una piccola parte si eleva in barrique. La prima vinificazione è del 2013, l’anno di nascita di Christophe e primo genito è appunto il significato di Ainé.

Grande vino, espressivo e elegante, etichetta di punta dell’azienda. Unico nella personalità e in ogni sua sfumatura. Leggiadro eppure profondo, ampio nei profumi, appena balsamico in apertura, rimanda poi la violetta, prugna, buccia di arancia rossa, delicatissimi i toni speziati di pepe e chiodo di garofano, poi torna il frutto scuro di mora - l’assaggio è coinvolgente, ricco e scorrevole, la freschezza gli concede una spinta energica e i tannini di gran razza un bel ritmo.

Coeur de Meleze 2016 è un altro assaggio eccellente, a sua volta esclusivo perché Didier ha voluto sperimentare l’uso della botte di larice, meleze in francese, un legno locale. Profondo e complesso questo vino tutto suo, dove ritroviamo in assemblaggio l’insieme dei vitigni rossi della valle, quelli che abbiamo già citato inizialmente. Straordinario, balsamico in apertura, sa di mentuccia e viola, il frutto è scuro nei toni della mora e del mirtillo, poi accenti delicati di resina, liquirizia. Molto coinvolgente anche all’assaggio, a sua volta complesso e profondo, particolarmente espressivo, scuro, balsamico, lunghissimo.

Didier Gerbelle vigneron tra le Alpi della Valle d’Aosta – vini di montagna e recupero dei vitigni storici
Didier ed i suoi vini

Abbiamo assaggiato tutti i vini di questo appassionato e validissimo vignaiolo, eccellente è la sua interpretazione dei Torrette, ma la scelta di raccontare queste tre etichette vuole porre ulteriormente l’accento sulle capacità del produttore che ha saputo andare oltre, sperimentare con successo e una profondità di pensiero riscontrabili in ogni assaggio.

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