Maeba Restaurant, Ariano Irpino: in un antico frantoio l'ottima cucina di Marco Caputi.
Maeba Restaurant, Chef Marco Caputi, Ariano Irpino
Via Serra, 29, 83031 Ariano Irpino AV
Aperto a pranzo e cena dal martedì al venerdì al Sabato, solo pranzo la Domenica.
Chiuso il lunedì.
Prenotazioni:
Tel: 338 638 7407
Email: info@maeba.it
Prezzo medio: 50/95€ escluso i vini
Maeba, un nome insolito per un Ristorante. Non so se Nico Mattia, patron della struttura, si sia ispirato alla leggenda della principessa polinesiana che narra del suo difficile amore verso un pescatore, amore osteggiato dal padre di lei, oppure il riferimento è all’Africa, alla sua natura e fauna: in sesotho, una lingua del Sud dell’Africa, Maeba significa colomba.
Per me Maeba è un oasi di piacere dove poter godere della bella cucina delle Chef Marco Caputi nello splendido contesto naturalistico delle Valli Irpine.
Location
Il Ristorante è frutto del coraggio e dell’impegno di Nico Mattia che grazie ad un bando regionale è riuscito mirabilmente a ristrutturare un antico frantoio in disuso quasi da un secolo, abbandonato e in rovina, dandogli nuova vita creando una struttura bella ed elegante.
Un bella sfida in questo territorio, una sfida sicuramente vinta perché Maeba oggi è una realtà decisamente interessante e degna di nota.
Appena arrivati, il Ristorante presenta un fantastico affaccio sulla valle: d’estate nel giardino si può mangiare all’aperto e godere di uno splendido panorama, l’interno della sala è suggestivo grazie ad una bella illuminazione diffusa che crea interessanti giochi di luce e ombra sulle pareti in pietra, in fondo alla sala una bella zona lounge dove fermarsi per un distillato, anche la cantina è molto bella all'interno di una bellissima caverna naturale, abitata da un buon numero di etichette.
Menù
La carta del Ristorante prevede solo menù degustazione, scegliamo il più completo: “Espressione” è il suo nome e partiamo con una interessante birra prodotta proprio ad Ariano Irpino, la Farmhouse Ale dell’azienda Cask Irpinia Barrel con gli appetizer iniziali.
Olio fatto in casa, un monovarietale di ravece, burro aromatizzato alle erbe per il pane e un Franciacorta Extra Brut di Faccoli per la prima portata del menù, calamaro marinato e pollo con fungo cardoncello, una commistione tra mare e terra molto interessante che si ripropone con un ottima tartare di vitello con crema di ricci di mare e salsa alla birra, in abbinamento un bel Greco di Tufo 'Ariavecchia', 2013 di Calafé.
Buonissimi gli spaghetti con crema di cozze completati con una salsa al latte di cocco e olio al coriandolo, proposti con una piacevole Falanghina Beneventana, “Levata", 2018 della cantina Monserrato 1973.
Echi di tradizione contadina ma con contaminazioni provenienti dal lontano oriente con gli gnocchi di pane con salsa Satay, una salsa a base di arachidi, tipica della cucina asiatica, gamberi rossi e Tom Yam, una salsa tailandese molto speziata che Caputi realizza con alla base una bisque di gamberi rossi arricchita poi con altri elementi come cocco, coriandolo, curry rosso, peperoncino accompagnati da un buon Riesling, 2018 della tenuta Müller Catoir.
Continuiamo con dei plin ripieni di pomodoro, glassati con pomodoro e completati con kombucha sempre di pomodoro e un Pallagrello nero “Il tempo”, annata 2018 di Terre dell’Angelo.
La cena procede ad un ottimo livello anche con i secondi, viene servita un'ottima anatra alla pechinese con il suo fondo di cottura in una variante “all’arrabbiata” con crema di carote leggermente piccante e gomasio, un condimento tipico della cucina asiatica composto da sale marino, semi di sesamo tostati e pestati e in alcuni casi arricchito con alghe, accompagnata da un buonissima focaccina alle patate.
Il percorso salato si completa con il coniglio alla royal e tartufo nero, portata in cui Marco mostra tutta la sua tecnica, davvero ben realizzata. Buonissimo.
Ad accompagnare un elegante Aglianico, Irpinia Campi Taurasini, 2015 dell’Azienda Di Prisco.
Indubbia è la bravura anche nei dessert, ottimo il gelato al cocco con mango, frutto della passione, croccante aromatizzato alla fava Tonka e cocco essiccato.
E bella anche la piccola pasticceria: una panna cotta al lampone, del cioccolato al rosmarino, un simpatico cremino alle arachidi e per finire bignè fritto ripieno di ricotta e pera.
Conclusioni
Complimenti a Chef Marco Caputi, sempre più in forma, una bella cucina fatta di ottime materie prime stagionali locali, alcune di produzione propria, molto territorio nei suoi piatti ma anche contaminazioni orientali realizzare con gusto ed equilibrio e guizzi di bella creatività senza mai perdere di vista però quella rotondità e quel gusto tipico di questo territorio.
Oltre la buona cucina abbiano un ottimo servizio in sala, giovane ed attento, a cui si aggiunge la passione e la bella accoglienza di Nico Mattia, ultima sorpresa un rapporto qualità prezzo che ha pochi eguali.
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