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La Salceta e i vini del Valdarno di Sopra - la terra rappresentata da Leonardo nella Gioconda

Valdarno Sangiovese La Salceta toscava Strada dei Setteponti

La Salceta e i vini del Valdarno di Sopra - la terra rappresentata da Leonardo nella Gioconda
La Salceta
Via Setteponti Levante, 54/B, 52024 Loro Ciuffenna AR
344 010 9342

Lungo la bellissima Via dei Setteponti che unisce Firenze ad Arezzo incontriamo La Salceta, la cantina di Ettore Ciancico. Un territorio affascinante e intenso, piacevolissimo da percorrere per una vacanza alla scoperta di itinerari meno battuti, ricchissimi di storia importante che scorre lungo l’Arno, a pari passo con le storie contadine. Sono circa 60 chilometri punteggiati da antichi borghi medioevali che spiccano tra le dolci colline presenti sull’intero percorso. Proprio a metà della strada dei Setteponti merita assolutamente una visita Loro Ciuffenna, uno dei borghi più belli d’Italia, dove possiamo ammirare il mulino ad acqua più antico della Toscana. Nel medioevo divenne una delle vie di comunicazione di maggiore importanza in questa regione, proprio per lo sviluppo delle Terre Nuove Fiorentine nel Valdarno Superiore, unitamente al fatto che fu scelta come percorso principale dai pellegrini del nord Europa diretti a Roma, in alternativa alla via francigena. Piaceva tanto anche a Leonardo da Vinci che ne studiava il fenomeno delle balze, quelle formazioni ondulate composte da argille e ciottoli formatesi per erosione in seguito al prosciugamento del lago qui presente due milioni di anni fa. Le ritroviamo nel quadro più famoso al mondo, la Giocona, insieme alle sette arcate del Ponte a Buriano, quelle che danno il nome alla Via dei Setteponti.

La Salceta e i vini del Valdarno di Sopra - la terra rappresentata da Leonardo nella Gioconda

Ettore vi ci condurrà con piacere a visitarlo, essendo poco distante da qui e un portavoce appassionato del territorio. Ama raccontarlo soprattutto attraverso i propri vini, potremmo dire con una battuta che è un giovane vignaiolo che in breve tempo ha saputo accendere l’attenzione sula vitivinicoltura del Valdarno di Sopra. Giovane in quanto la sua Salceta nasce nel 2003, insieme al suo mestiere di viticultore appassionato e attento a mantenere una intesa e piena armonia con la natura e l’identità dei luoghi. Nei suoi racconti snocciolati al tavolo di degustazione, nella bellissima casa con pareti a vetro, si coglie il desiderio di dare spazio alla parte più intima di sé proprio attraverso l’equilibrio stabilito con la terra e il suo frutto più nobile, il vino. Siamo poco distanti dall’incantevole borgo di Loro Ciuffenna ,e sotto quello di San Giustino , da qui si gode di una vista ampia e silenziosa sull’antichissima Cassia Vetus, la strada etrusco romana che poi verrà ribattezzata Strada Setteponti. Ettore è siciliano di origini, e chi conosce bene l’isola della Trinachia ne coglie i tratti somatici. Folgorato dalla terra toscana, ha deciso di stabilirsi nel Valdarno e diventare poi un vignaiolo FIVI, l’associazione di piccoli vigneron indipendenti che hanno condotto una vera e propria rivoluzione, pacifica, nel mondo del vino. Arrivando c’è Bengio a dare il benvenuto, il grande bovaro svizzero, con il suo travolgente entusiasmo, insieme alle tantissime rose. Intorno alla casa c’è una piccola vigna dove Ettore sta portando avanti un progetto sensibile e ambizioso allo stesso tempo, riportare in produzione un vitigno quasi scomparso.

La Salceta e i vini del Valdarno di Sopra - la terra rappresentata da Leonardo nella Gioconda

È l’arpicchio, uva a bacca bianca abbandonata dai contadini perché poco produttiva e alquanto delicata, che Ettore ha piantato con il sistema dell’alberello circa quattro anni fa, e c’è molta attesa per la prima vendemmia che avverrà quest’anno. Vigna all’Agna è vicino il fiume omonimo, giungendovi si attraversa il piccolo ponte che insieme alle casette di pietra danno una accoglienza dai tratti fiabesca. Qui si alleva solo il sangiovese su piante di 76 anni, ad una altitudine di 330 metri, su suolo argilloso e ricco di galestro. Un’altra vigna di 1,5 ettari è stata battezzata Ruschieto, con viti di sangiovese di 80 anni e una piccola parcella è dedicata al cabernet franc.

La Salceta e i vini del Valdarno di Sopra - la terra rappresentata da Leonardo nella Gioconda

Da queste uve di sangiovese prende vita il Ruschieto Valdarno di Sopra che ho provato nel millesimo 2015.

Una piccola parte delle uve (100% sangiovese) fa macerazione carbonica, scelta finalizzata all’ottenimento di profumi freschi e floreali. Tutti i vini, e quindi anche il Ruschieto, sono vinificati unicamente in acciaio e portano il tappo in vetro. Rimane per tre anni in vasca e poi viene imbottigliato.

Un gran bel vino, un’altra voce e espressione del sangiovese, profondo e deciso al naso, le note floreali di viola con una certa eleganza danno il benvenuto, poi si tinge di toni scuri nelle nuance della mora e del carrubo, a tratti ematico, riprende leggerezza nei toni del tamarindo e del rosmarino. Il sorso è vibrante sulla spinta della freschezza quasi nervosa, masticabile seppur veloce nell’andamento che ha un bel ritmo giocato anche sui tannini ben centrati.

La Salceta e i vini del Valdarno di Sopra - la terra rappresentata da Leonardo nella Gioconda

Osato Valdarno di Sopra 2019 è il rosato di casa, al quale il nostro vignaiolo è particolarmente legato amando molto questa tipologia di vini – da uve cabernet franc in purezza. Le uve sostano per una settimana sulle fecce fini, ne consegue un colore ramato brillante e una bella intensità di profumi che vanno dalla grafite alle erbe aromatiche di campo, poi lampone e mandarino. Il sorso sa mantenere alta l’attenzione, si mostra succoso e saporito, ruvido e lungamente salino.

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