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Le colline di Monferrato Patrimonio Unesco e storico territorio del vino da viaggiare

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Le colline di Monferrato Patrimonio Unesco e storico territorio del vino da viaggiare

Consorzio Barbera d Asti e Vini di Monferrato

Piazza Vittorio Emanuele II, 10 – 14055 Costigliole d’Asti (AT)
Tel. +39.0141.324368
Email: consorzio@viniastimonferrato.it
Cantine associate
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I territori del vino in Italia sono sempre più mete turistiche scelte sia dagli italiani che dagli stranieri.

Le loro storicità legate alle cantine per lo più a carattere familiare rendono particolarmente interessante percorrere le strade del vino, unitamente alla bellezza dei paesaggi e dei borghi storici di cui sono costellati.

Tra questi riscuote grande successo l’areale dell’Asti e Monferrato, specie da quando, già nel 2014, ha ottenuto il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell’Unesco, uno scrigno di unicità culturali, paesaggistiche e naturali che trovano nel vino un ambasciatore di elezione. Mai come nel Monferrato è possibile affermare che il paesaggio sia intrinsecamente legato alla cultura del vino: qui il succedersi interminabile di vigneti, intervallati solo da villaggi e castelli medievali, è espressione di un territorio caratterizzato da una tradizione storica legata alla coltura della vite e profondamente radicata nella comunità. Sono questi panorami, insieme a Langhe e Roero, che rappresentano al meglio la vocazione vitivinicola piemontese, l’eccellenza delle loro produzioni e tutti i luoghi centrali per la filiera del vino.

Le colline di Monferrato Patrimonio Unesco e storico territorio del vino da viaggiare

Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato promuove e tutela da oltre 70 anni, dal 1946, le eccellenze vitivinicole del Monferrato con l’obiettivo di rappresentare in modo unitario le tante anime che qui convivono.

E lo fa con una forza produttiva e costruttiva, grazie alla forza dell’unione e partecipazione tra le diverse realtà che ne fanno parte. “Sono tante le anime vinicole che trovano espressione nel Monferrato ed il Consorzio ha come obiettivo, sin dai suoi esordi, proprio quello di fare da collante tra queste molteplicità, per promuovere in modo unitario e uniforme l’intero territorio e le sue eccellenze” – Filippo Mobrici, Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato. Un compito senz’altro difficile, ma che si è dimostrato vincente negli anni, basti pensare che dalle sette aziende consorziate agli inizi se ne contano oggi ben 404, per 13 denominazioni attualmente rappresentate.

BARBERA: DALL’EPOCA ROMANA A OGGI, LA STORIA DI UN VITIGNO D’ECCELLENZA

La viticoltura nel territorio di Asti e del Monferrato vanta, come noto, una tradizione centenaria ed ha sempre svolto un ruolo di primo piano plasmando, nel corso degli anni, non solo il paesaggio – al quale ha conferito quella bellezza unica che gli ha permesso di ricevere il titolo di Patrimonio Mondiale dell’Unesco – ma anche la vita delle comunità che lo abitano sin da tempi antichissimi.

Guardando al Barbera, uno dei principali vitigni che caratterizza il territorio e che lo rende celebre nel mondo, si ipotizza che venisse coltivato nel Monferrato al tempo dei Romani; sicuramente, però, i primi documenti che accertano l’impianto delle viti di “berbexinis” per la produzione di vino destinato alla mensa vescovile risalgono al Medioevo. La prima citazione che fa pensare al Barbera risale in particolare al 1249 e si ritrova in un contratto di affitto conservato presso l’archivio capitolare di Casale Monferrato in cui si impegnava l’affittuario dei terreni della chiesa a piantare e prendersi cura “de bonis vitibus berbexinis”: se, quindi le viti barbesine, come si può supporre, fossero state viti di Barbera, erano già allora considerate viti pregiate, capaci di produrre vini adatti alla mensa qualificata della Curia in una città che, all’epoca, era una capitale. Fu poi Giorgio Gallesio, uno dei padri della scuola ampelografica piemontese, nei primi dell’Ottocento, a fornire una descrizione esauriente del vitigno specificando come venisse coltivato prevalentemente nel Monferrato, a nord di Asti e verso Casale. In seguito, il vitigno ebbe grande diffusione a destra del Tanaro, e, nei primi decenni del Regno d’Italia, la più alta concentrazione di vigneti di Barbera si era già realizzata in quello che è stato definito il “triangolo d’oro del Barbera d’Asti”, tra Tanaro e Belbo (Montegrosso, Costigliole, Agliano, Castelnuovo Calcea, Mombercelli e paesi limitrofi, fino a Nizza a Sud e Asti a Nord). In quella zona si coltivava Barbera quasi in purezza, mentre altrove predominavano i vigneti misti; una tradizione che si è mantenuta sino a pochi decenni fa.

Se la Barbera è senza dubbio un simbolo e tra i vitigni più identitari di tutto il Monferrato, è opportuno indicare che, sin da epoca antica, vengono coltivati nell’area numerosi altri vitigni autoctoni di assoluto prestigio e che, soprattutto, contribuiscono a quella biodiversità che contraddistingue il territorio, e dà forma alle diverse denominazioni tutelate.

BARBERA D’ASTI DOCG

Tra i vini e le diverse denominazioni all’interno del territorio tutelato da Consorzio si annovera sicuramente la Barbera d’Asti DOCG, tra i più legati alle antiche tradizioni contadine e rappresentativi dell’areale, che ha saputo nel tempo rinnovarsi per rispondere ad esigenze e gusti diversi. L’area che ne consente la produzione è quella inserita all’interno di 116 comuni in provincia di Asti e di 51 comuni in provincia di Alessandria. Prodotto per almeno il 90% con il Barbera – vitigno coltivato prevalentemente nelle province di Asti ed Alessandria e che raggiunge la sua massima espressione proprio nel Barbera d’Asti, ha ottenuto la DOC nel 1970 e la DOCG nel 2008, a testimonianza di un percorso di crescita (raggiunto anche grazie alle nuove conoscenze in campo viticolo ed enologico) che lo attestano oggi come uno dei più importanti vini italiani e con crescenti consensi anche a livello internazionale. Coltivata sulle colline meglio esposte dell’astigiano e del Monferrato, la Barbera DOCG è vendemmiata solitamente nella seconda metà di settembre. Accanto alla vinificazione in acciaio, che dà vita a vini più freschi ed immediati, si è sviluppato l’uso di barriques e botti, finalizzate a produrre la tipologia Superiore, maggiormente complessa e destinata a un consumo posticipato nel tempo. Seppur immediato e di facile beva, la Barbera d’Asti è un vino capace di attendere per anni il momento migliore per essere consumato.

NIZZA DOCG

Se la Barbera d’Asti DOCG è la denominazione forse più rappresentativa dell’area del Monferrato, accanto ad essa, la Nizza DOCG ne rappresenta la sua massima eccellenza. Prodotto con solo uve Barbera, il Nizza DOCG è un vino che trova vita proprio nel cuore del Monferrato, in un’area di produzione che tocca i 18 comuni da sempre tra i più vocati alla coltivazione di queste uve e selezionati come sottozone di massima qualità. Il riconoscimento a denominazione della Nizza DOCG è in realtà frutto di un percorso che ha visto succedersi diverse tappe e che ha mirato a valorizzare uno degli apici qualitativi del territorio. La Nizza DOCG viene infatti in un primo momento riconosciuta come sottozona del Barbera d’Asti; quindi, ottiene il riconoscimento DOCG nel 2013 e, solo nel 2014, nasce la vera e propria Denominazione, con l’introduzione anche della versione Riserva.

Grazie a un affinamento di 18 mesi, dei quali almeno 6 in botti di legno, il Nizza DOCG è un vino caratterizzato da un profumo intenso dove prevalgono la ciliegia, la prugna e le bacche scure che evolvono in sentori di confettura e frutta sotto spirito, quindi note più o meno intense balsamiche, speziate e talvolta floreali; con la maturazione in legno sviluppa sentori di cannella, cacao e liquirizia. Al gusto risulta pieno, di grande calore ed armonia. L’affinamento regala complessità e ricchezza di tannini dolci e vellutati ed una lunga persistenza gusto-olfattiva.

PIEMONTE DOC

La più ampia, nata nel 1994 – e probabilmente la più versatile – delle denominazioni protette e valorizzate dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato è senza dubbio la Piemonte DOC: una denominazione che offre oggi una notevole varietà di tipologie, sia attraverso la numerosità dei vitigni utilizzabili, per la maggior parte autoctoni, sia attraverso la possibilità di produrre vini fermi, frizzanti, spumanti o passiti. Una zona di produzione ampia, che comprende numerosi comuni in provincia di Alessandria, Asti, Cuneo, Torino, Novara, Biella, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola e di particolare rilievo perché permette alle varie sfaccettature e sfumature dei tanti vini che qui prendono vita di trovare espressione ed essere valorizzati al meglio e, soprattutto, consente una più corretta classificazione e diversificazione produttiva di vini che sono il frutto della grande tradizione viticola piemontese e che consolidano l’economia di vaste aree collinare piemontesi.

Le colline di Monferrato Patrimonio Unesco e storico territorio del vino da viaggiare

RUCHÈ DI CASTAGNOLE MONFERRATO DOCG

Il Ruchè sta vivendo un momento molto fortunato, il piccolo vitigno minore si è guadagnato un riscatto notevole grazie alla sua sottile eleganza e ai profumi piacevolissimi di viola e rosa.

Vitigno poco diffuso e coltivato in provincia di Asti, nella zona di Castagnole Monferrato ed in pochi altri comuni, il Ruchè è uno dei più rari vitigni autoctoni tra quelli coltivati nel Monferrato astigiano, che nasce da terreni calcarei e asciutti soggetti a elevata insolazione. Dal 1987, anno dell’ottenimento della denominazione DOC, ha registrato costanti e progressivi apprezzamenti che lo rendono oggi un’espressione di identità e varietà del territorio. La sua riqualificazione è dovuta a un religioso, Don Giacomo Cauda, che negli anni Sessanta ricoprì quei grappoli abbandonati rilanciando un vino destinato a registrare grande fortuna. Ha ottenuto la DOCG nel 2010 e la sua produzione tocca oggi il milione di bottiglie.

Realizzato con uve Ruchè dal 90 al 100% (con una presenza concessa di uve Barbera e/o Brachetto fino a un massimo del 10%), il Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG si distingue per un profumo intenso ed originale, con note floreali e speziate, talvolta unite a sentori di frutti di bosco e marasca. Al sapore risulta asciutto, armonico e gradevolmente morbido, con buona persistenza aromatica.

FREISA D’ASTI DOC

comprende, come area di produzione, tutti i comuni della provincia di Asti ad eccezione di Villanova d’Asti e Cellarengo d’Asti.

Realizzato in purezza con uve Freisa, il Freisa D’Asti DOC è un vino che può essere prodotto in varie versioni, con o senza affinamento in botti di rovere, con la possibilità di acquisire la menzione Superiore in seguito a una selezione delle uve e una permanenza in cantina di almeno un anno per l’affinamento.

È un vino dalle origini antiche che, nella tradizione contadina, veniva prodotto come vino dolce per accompagnare dessert a base di frutta.

Caratterizzato da un delicato profumo di rosa e di lampone che evolve in piacevoli sentori muschiati con l’invecchiamento, il Freisa d’Asti DOC al gusto è asciutto, con piacevole tannino che l’affinamento in botti di rovere completa ed armonizza.

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