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MASSERIA CAMPITO, l’Asprinio aversano e Francesco Martusciello: amore e terroir

Asprinio aversano a Masseria Campito con Francesco Martusciello

MASSERIA CAMPITO, l’Asprinio aversano e Francesco Martusciello: amore e terroir

Francesco Martusciello inizia il suo percorso, sin da piccolo, in una famiglia che vanta un legame con il vino degno di nota. Un forte legame che nasce con il nonno di Francesco, commerciante della provincia napoletana che prima della seconda guerra apre le sue prime cantine a Pozzuoli. Un concetto molto differente da quello attuale, più tendente a ciò che un tempo era uso chiamare con il nome di “Emporio”.

Parliamo di negozi in cui nella parte esterna avveniva la vendita e nel retrobottega vi era lo stoccaggio, anni in cui l’uso comune era acquistare vini comuni sfusi e rivenderli. Il concetto delle Doc era ancora assai lontano se si considera che la prima Doc italiana arriverà solo nel 1966 con la Vernaccia di San Gimignano.

Ebbene sì, erano gli anni ’40, gli stessi anni in cui si afferma il tailleur per le donne come simbolo assoluto, anni in cui le borse erano prettamente a tracolla e dove l’icona di bellezza era Rita Hayworth.

L’attività di famiglia fu portata poi avanti dai tre figli maschi: Angelo, Gennaro e Salvatore il padre di Francesco.

Gennaro, per volere del padre, intraprese gli studi di enologia a Conegliano presso l’Istituto Manzoni per poi proseguire presso la facoltà di Agraria sita in Portici. Con il suo arrivo in azienda l’attività di famiglia subisce una trasformazione diventando sempre più grande e strutturata, continuando in parte a commercializzare vini sfusi fino agli inizi degli anni novanta in cui prende forma un progetto molto più ambizioso, il recupero e la valorizzazione dell’antico patrimonio viticolo regionale. Infatti la curiosità e la professionalità di Gennaro lo spingono, alla fine degli anni ottanta, ad interessarsi alle varietà autoctone regionali (in particolare Asprinio, Falanghina, Piedirosso, Gragnano), vitigni allora definiti minori perché poco conosciuti ma di cui Gennaro ne intuì le grandissime potenzialità. In pochi anni diventa alfiere della rinascita di alcuni territori viticoli (Penisola Sorrentina, la provincia di Caserta e i Campi Flegrei).

Francesco Martusciello ci racconta che dell’Asprinio ne aveva già parlato, verso la fine degli anni ’60, Mario Soldati raccogliendo le sue memorie di viaggio in un libro chiamato “Vino al Vino” – fatto saggiare in una cantina napoletana se ne innamorò e da lì la sua citazione rimasta più famosa “L’Asprinio profuma appena, e quasi di limone ma, in compenso, è di una secchezza totale, sostanziale, che non lo si può immaginare se non lo si gusta... Che grande piccolo vino!”

Masseria Campito e l’incontro con Francesco Martusciello

MASSERIA CAMPITO, l’Asprinio aversano e Francesco Martusciello: amore e terroir

Francesco Martusciello si confessa:non avevo mai preso in considerazione di cimentarmi in attività di consulenza presso terzi”, la libera professione nasce per puro caso.

Grazie alla conoscenza e stima reciproca tra Martusciello e Lorenzo De Martino inizia un percorso di studio, crescita e ricerca che sempre più si evolve nel tempo.

La svolta si ebbe nel 2016 quando Francesco venne contattato ed invitato a visitare l’azienda in quanto l’investimento era ormai completato. Da lì iniziò la collaborazione che dura tutt’oggi a fianco del nipote di Lorenzo, Paolo Saviano giovane tenace con tanta voglia di fare.

MASSERIA CAMPITO, l’Asprinio aversano e Francesco Martusciello: amore e terroir
MASSERIA CAMPITO, l’Asprinio aversano e Francesco Martusciello: amore e terroir

Come nasce Masseria Campito

Masseria Campito è l’azienda agricola della famiglia Di Martino, che la conduce nel comune di Gricignano d’Aversa.

Dalla primavera del 2021 l’azienda viene gestita da Maria Francesca Di Martino e da suo figlio Paolo, che con impegno stanno affiancando alla produzione dei vini tante altre attività come la fattoria didattica, i corsi di avvicinamento al vino, ecc.. legati all’accoglienza che l’azienda ha da sempre riservato ai suoi ospiti.

MASSERIA CAMPITO, l’Asprinio aversano e Francesco Martusciello: amore e terroir

La scelta di coltivare uva Asprinio, deriva dalla passione e dall’amore della famiglia originaria di questo territorio, che nei primi anni del 2000 cominciava a concretizzarsi con il progetto di recupero e valorizzazione dell’azienda così com’è oggi.

Ci troviamo nel cuore della D.O.C. Asprinio d’Aversa e la storia della masseria è strettamente legata a quella dell’Asprinio, come testimonia l’alberata centenaria che giace nella proprietà e che è stata recuperata nel corso degli ultimi dieci anni.

È noto che l’Asprinio, in tutta l’area di produzione vocata, ancora oggi viene prevalentemente coltivato ad alberata.

MASSERIA CAMPITO, l’Asprinio aversano e Francesco Martusciello: amore e terroir
MASSERIA CAMPITO, l’Asprinio aversano e Francesco Martusciello: amore e terroir

I Di Martino, spinti dal forte desiderio di restituire al territorio l’antica memoria vignaiola che ha segnato la storia unica di questo vitigno, nel 2010 e dopo un lungo lavoro di selezione “massale” con successiva moltiplicazione delle piante, hanno realizzato l’impianto di un vigneto di Asprinio su spalliera bassa.

In netta controtendenza rispetto alla tradizione, perché motivati dall’interesse di produrre in particolare vini spumanti di elevata qualità.

Infatti la scelta di coltivare l’Asprinio d’Aversa con una forma di allevamento più bassa, come il guyot bilaterale, nasce dall’esigenza di una gestione agronomica più sostenibile, di maturazioni più omogenee (fondamentali non a caso per l’elaborazione di un’ottima base spumante) e soprattutto di produzioni costanti nel tempo. E migliori condizioni microclimatiche per raccogliere uve perfettamente sane.

Sono circa sei gli ettari di Asprinio che l’azienda coltiva in biologico. Una scelta rappresentata dalla sensibilità della famiglia che ha voluto un’azienda completamente sostenibile, sia sotto il profilo produttivo sia sotto il profilo ambientale.

MASSERIA CAMPITO, l’Asprinio aversano e Francesco Martusciello: amore e terroir

La raccolta dell’Asprinio generalmente viene effettuata tra fine agosto e primi di settembre,

perché per l’elaborazione di basi spumante è importante conservare tutta l’acidità del vitigno, a favore del titolo potenziale che deve mantenersi attorno all’11%.

L’uva praticamente a metro zero viene immediatamente lavorata a pochissime ore dalla raccolta, effettuata tutta manualmente in cassette che non superano il peso di 18-20 kg.

Per ragioni legate alle caratteristiche del vitigno (alto contenuto nella buccia di sostanze fenoliche) la pigiatura viene eseguita a grappolo intero in una pressa pneumatica a tank chiuso.

L’effetto drenante del raspo sicuramente evita inutili lacerazioni dell’acino.

MASSERIA CAMPITO, l’Asprinio aversano e Francesco Martusciello: amore e terroir

Dalla trasformazione delle uve, solo ed esclusivamente quelle prodotte in azienda, nascono tre etichette a denominazione di origine controllata:

  • Atellanum – Asprinio d’Aversa vino
MASSERIA CAMPITO, l’Asprinio aversano e Francesco Martusciello: amore e terroir

L’Atellanum è il vino fermo prodotto nell’annata, dalle uve che si lasciano maturare una decina di giorni in più su pianta rispetto alle uve destinate basi spumanti che si spezzano come detto almeno una decina di giorni prima. Il nome del vino si ispira all’antica città di Atella.

MASSERIA CAMPITO, l’Asprinio aversano e Francesco Martusciello: amore e terroir

Di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli è integralmente vinificato in acciaio, in cui sosta successivamente sulle proprie fecce fini almeno sei mesi prima di essere imbottigliato.

  • Drengot – Asprinio d’Aversa Spumante Brut Metodo Martinotti
MASSERIA CAMPITO, l’Asprinio aversano e Francesco Martusciello: amore e terroir
MASSERIA CAMPITO, l’Asprinio aversano e Francesco Martusciello: amore e terroir

Il Drengot, che rende omaggio al primo fondatore della città di Aversa, è uno spumante met. martinotti che affina in autoclave sui propri lieviti per almeno 6-8-mesi.

  • Priezza – Asprinio d’Aversa Spumante Brut metodo classico
MASSERIA CAMPITO, l’Asprinio aversano e Francesco Martusciello: amore e terroir
MASSERIA CAMPITO, l’Asprinio aversano e Francesco Martusciello: amore e terroir

Il Priezza, che nasce dalla contrazione di appriezza che nella lingua napoletana vuol dire gioia, allegria è il metodo classico Brut che l’azienda produce con 36 mesi di affinamento sulle proprie fecce fini.

Cosa cattura così tanto la curiosità di Francesco Martusciello ?

Un progetto in totale “controtendenza” che riguarda la lavorazione delle uve Asprinio da vite allevata a Guyot, un’idea lontana rispetto a ciò che era l’Asprinio che Francesco e la sua famiglia erano abituati a vinificare, parliamo dell’Alberata Aversana un prodotto in cui Francesco crede molto per il senso stesso di territorialità.

L’alberata Aversana rappresenta il grande stimolo, l’input, il principio ispiratore per Francesco che riporta alcune parole spese con costanza dallo zio Gennaro: <<Ricordati che la forza delle nostre DOC, nonostante siano molto piccole, è la grande biodiversità di varietà antiche che abbiamo ereditato e in parte ancora “franche di piede”, un’eccezione nell’ampio panorama vitivinicolo italiano! Piante secolari che caratterizzano un patrimonio genetico unico, patrimonio che diventa “cultura” e al tempo stesso “storicità”!>>

Cos’è l’Asprinio per Francesco Martusciello?

“È il vitigno della mia infanzia, dei ricordi belli legati alle giornate spensierate quando accompagnavo mio zio Gennaro nelle campagne del casertano a scoprire le maestose alberate di cui mi raccontava, come si fa ad un figlio, la storia millenaria.

È il vitigno del mio battesimo professionale, su cui ho cominciato a muovere i primi passi come tecnico imparando a vinificarlo e prima ancora a gestirlo agronomicamente.

È il vitigno che meglio testimonia il lavoro e i sacrifici fatti da più generazioni della mia famiglia per il recupero e la valorizzazione di un patrimonio biologico, culturale e storico unico.

È il vitigno regionale che meglio esprime la sua naturale vocazione alla spumantizzazione, che oggi più di ieri lo valorizza al fianco delle migliori bollicine italiane ”

Masseria Campito, un focus sul futuro senza dimenticare il passato

Masseria Campito è sicuramente “Asprinio” per passione, valore condiviso non solo da Francesco ma da tutta la famiglia De Martino ed ovviamente dal giovane Paolo Saviano che ad oggi guida l’azienda.

Ecco che si presenta una nuova opportunità per Masseria Campito di mettere a frutto l’ettaro di falanghina da poco produttivo.

Una famiglia che per passione ha voluto rivalutare la sua proprietà storica familiare, dove già in passato era presente l’asprinio. A testimoniare ciò ritroviamo un pezzo di alberata, ad oggi con un fine meramente di rappresentanza in quanto da sempre l’azienda ha puntato sul guyot.

Oggi Masseria Campito

non è solo azienda vitivinicola dedita alla produzione di vino ma sviluppa anche attività di accoglienza, percorsi enoturistici, fattoria didattica con le scuole ed azienda agricola.

Parliamo quindi di un’azienda in grado di accogliere persone e capace di organizzare eventi ad-hoc che possano in primis raccontare l’asprinio a chi non lo conosce o a chi dell’asprinio ne sa davvero poco.

Con una produzione totale di circa 26.000 bottiglie e tre etichette prodotte, dove l’asprinio rappresenta e rappresenterà per sempre il focus principale, l’azienda non esclude l’idea di poter aumentare il numero di etichette con la realizzazione di una nuova bollicina.

Ecco che si presenta una nuova opportunità per Masseria Campito di mettere a frutto i due ettari di falanghina che ad oggi rimangono inutilizzati, ma ci si concentra anche sulla possibilità di produrre un vino a bacca rossa su esplicita richiesta dei clienti del canale ho.re.ca. fedeli all’azienda che più di una volta hanno manifestato questo desiderio.

"Un vino rosso del territorio con l’intento di valorizzare anche una doc dell’alto casertano eventualmente è il “Pallagrello Nero” - asserisce Francesco Martusciello - un vitigno molto interessante con un tannino delicato e gentile… sicuramente il tannino più elegante tra tutti i vitigni campani a bacca nera."

L' azienda Masseria Campito è sicuramente una realtà in continuo movimento,

sicuramente non statica ma bensì dal forte dinamismo in un territorio dove per la maggiore ci si muove con lentezza.

Ad avvalorare la dinamicità e la voglia di fare dell’azienda abbiamo assistito ad una stagione estiva ricca di eventi ed iniziative volute per riavvicinarci e riprendersi parte degli spazi tolti negli ultimi anni… serate musicali a lume di candela, mostre fotografiche, tour culturali all’anfiteatro di Capua sono stati solo una parte di ciò che è stata l’estate.

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