MoS - Attenti a quei due!
MoS Desenzano del Garda (BS)
via Porto Vecchio, 28 - 25015, Desenzano d/G (BS)
Tel: +39 03 09143339
Mail: [email protected]
Degustazione a 50, 60 e 70 euro. Alla carta sui 65 euro.
Chiusura il martedì. Primavera e estate aperti sia a pranzo che cena dal mercoledì al lunedì. Autunno e inverno solo a cena a parte il sabato e domenica anche a pranzo.
Mattia Moro e Stefano Zanini sono due giovanissimi che hanno preso, lo scorso Maggio, un locale che affaccia sul vecchio porticciolo di Desenzano. L’hanno chiamato MoS che sta per Mattia e Stefano e, in latino, ha vari significati, da usanza a carattere, comportamento, condotta.
Mattia in sala e Stefano in cucina, coadiuvati da un team tutto giovane, per una proposta che autodefiniscono “spontanea”, moderna, diretta. Originari del Garda, si sono conosciuti in quel di Salina, lavorando insieme dai fratelli Caruso. Stefano ha affinato la tecnica con esperienze da Norbert e da Ducasse. C’è molta varietà: c’è un po' di Francia, di Sicilia, di monti, lago e mare, c’è molta tecnica e soprattutto maestria.
Il locale era precedentemente un ristorante e prima ancora una gastronomia, diciamo che gli arredi interni e i pavimenti sono un po’ datati come stile. I ragazzi hanno portato un loro tocco, ma auspichiamo, con il tempo, che si proceda ad una “rinfrescata” decisamente importante.
Il percorso degustazione più completo si chiama “equilibrio” ed è quello che abbiamo preso, integrato da qualche assaggio dalla carta.
Partenza con il territorio con un brodo caldissimo alla gardesana (con pesci di lago misti) rinforzato con del vin brûlé, fatto in casa.
Si procede con due amuse bouche belli da vedere ma non così incisivi al gusto.
Rapa autunnale in conserva di porcini, marmellata di cachi nespole e rosa canina, olio alle foglie di fico.
Foglia di cavolo nera fritta, servita con una “panure” alla senape antica.
La sessione antipasti prevede:
“Lumaca in vigna”: lumaca cotta nel Lugana, servita con una clorofilla di erbe spontanee, corteccia di topinambur croccante, uva rossa fermentata e terra di polenta. Piatto interessante e non “piacione”, grazie alle note erbacee della clorofilla e alla acidità dell’uva fermentata.
Agone del Garda marinato in saor, saor poi ridotto ed utilizzato come laccatura durante la cottura sulla brace; crema di fagioli all’uccelletto arricchiti dal brodo di lago e Sarda secca di Montisola, polvere di barbabietola e foglie di limone. Piatto poco incisivo, ancora da perfezionare da un punto di vista gustativo, per una tendenza al dolce e da un punto di vista di “croccantezza”.
La trota marmorea alpina, arrostita e laccata con una salsa di agrumi invernali e liquirizia, con il suo fondo emulsionato con dell’olio al carciofo è un piatto invece di grande eleganza ed equilibrio con una deliziosa crosticina della pelle.
Arriviamo ai primi.
Pacchero mantecato con la salsa di pomodoro estivo, arricchito da pomodori secchi e colatura di trota, ribes conservati e nepetella. Piatto gustosissimo che rimanda all’estate, con il ribes che ricorda anch’esso il pomodoro e la nepetella a rinfrescare.
Spaghettone mantecato nel sugo del ragout di manzo, a finire bottarga di trota. Un connubio che va a celebrare l’incontro tra i due principali lavori che sostenevano le zone del Garda: il pescatore e l’allevatore. Una unione lago monti, leggermente borderline sulla sapidità, intenso ed interessante, divenuto già un loro signature dish.
La parte dei secondi è decisamente forte.
La pecora delle alture bergamasche, lardellata con dell’anguilla affumicata, servita con radicchio in agro di ginepro e salsa dolceforte (uva fresca, passita, vino, aceto, legata al cioccolato), finita con il suo fondo, è succulenta, gustosa e la salsa dolceforte è una bomba.
Il germano reale cacciato, cotto alla brace, servito con broccolo fiolaro alla diavola (cotto alla brace e condito con olio al peperoncino e polvere di cappero), polenta mantecata all'olio del Garda e il suo fondo a finire. Altro piatto rappresentativo della grande bravura nel trattare le carni e nel tirare i fondi. Buonissimo.
Il pre-dessert è un tortello di zucca, classico, ripieno alla mantovana (zucca, mostarda di mele e amaretti), laccato con riduzione di croste di Parmigiano, passato in forno e rilaccato con un burro ai semi di zucca tostati e salvia, polvere di mandorla tostata a finire. Buono anche se leggermente stucchevole nella quantità.
Come dessert una ottima tarte tatin di mele Renetta cotta al momento, fiori di sambuco secchi e zabaione al marsala caldo.
Delizioso gelato mantecato al momento, di latte capra, con la sua ricotta e miele di montagna, condito con delle foglie di cappero.
In conclusione...
Un percorso decisamente eclettico, che trova, nella varietà di toni e registri, un suo equilibrio. Una bravura tecnica decisamente di livello, qualcosa da affinare nel gusto in alcuni piatti ancora c’è, ma c’è anche una grande potenzialità.
Davvero complimenti alla sala, molto professionale, per la naturale e calorosa accoglienza.
Attenti a quei due!!!
Seguici su facebook foodclub.it
Entra nel vivo della discussione sul nostro gruppo, un luogo libero dove professionisti della ristorazione, clienti e #foodlovers si confrontano sui temi del giorno: Join the #foodclubbers Be #foodclubber