Roma - da Flavio al velavevodetto si respira romanità

Recensione Flavio al Velavevodetto, Roma: cucina tipica romana

Velavevodetto

via di Monte Testaccio 97 (Roma)

tel. 065744194

Sempre aperto pranzo e cena

Menù completo sui 30 €

Il velavevodetto è un locale che trasuda romanità.

Già dalla sua collocazione: ai piedi del “Monte dei cocci”, una collina artificiale formatasi con una stratificazione di infinite tegole e, appunto, cocci, provenienti da antiche anfore di terracotta, disposti in maniera maniacalmente ordinata in quella che, quasi duemila anni fa, era una discarica romana.

O tempora, o mores!

E poi ha quel nome che è un divertente scioglilingua, un intricato groviglio di sillabe. Difficile a leggersi, ma naturale a dirsi, o a sentirsi, in maniera rilassata, così romanesco, tutto attaccato, buttato lì a interrompere qualche silenzio: velavevodetto! Che da Flavio si mangia bene, se magna forte.

Il menù è cartaceo nel senso che è scritto su fogli di carta, che cambiano in base alla stagione. Si apre con un invito al relax: c’è scritto di non avere fretta. Consiglio apprezzato e accolto, è bello godersi anche i ritmi calmi e naturali di una trattoria.

Di questo periodo sono fantastici i carciofi e non ce li siamo fatti mancare.

Ottimi cucinati alla romana, stufati dolcemente con l’olio e un profumo di menta.

Benissimo i primi piatti. Porzioni più che abbondanti, pasta al dente e sughi saporiti, che altro chiedere?

Si fa particolarmente apprezzare la famosa carbonara, che praticamente è un manifesto reazionario. Abolita la crema di tuorli, o, come va di moda, lo “zabaione salato”. C’è l’uovo intero cotto in padella e c’è tanto tanto manico.

Il risultato è più leggero, meno stucchevole, non incolla raffreddandosi. Insomma, a nostro avviso, è preferibile.

Per apprezzare la perfetta cremosità della salsa carbonara, che come detto non cementifica all'intiepidirsi, vedasi la foto di cui sopra, scattata a piatto quasi finito.

Tra la lunga lista di secondi piatti della tradizione ci viene consigliato il pollo alla romana.

Un semplicissimo cosciotto di pollo ruspante, cotto a lungo con il pomodoro e le olive, diventa un piatto godurioso e succulento.

In chiusura, il tiramisu della casa.

Considerazioni finali

Il percorso di cucina romana al velavevodetto è soddisfacente perché, oltre che buono, è vero e diretto.

La mano di Flavio De Maio, romano della Garbatella con un passato da informatico, è quella del cuoco di esperienza, fatto e vissuto. Ma soprattutto non cerca frivole divagazioni o modi per autocelebrarsi, perché rappresenta uno dei rari esempi di un cuoco che cucina semplicemente per rendere felici i propri ospiti.

Porzioni abbondanti e piatti gustosi fatti per bene. Nulla di più, nulla di meno. Facile a dirsi, ma, purtroppo, difficile a trovarsi in giro.

E che così stanno le cose lo si capisce perché il ristorante è sempre pieno e la maggior parte dei clienti sono romani. Nonostante la fama del locale e nonostante una innegabile presenza di clienti che vengono da fuori, il velavevodetto resta tendenzialmente ancora ai margini delle orbite turistiche. E ciò non può che essere un bene: doversi confrontare con la clientela del posto rappresenta uno stimolo a mantenere sempre l’asticella alta.

E allora, se siete di Roma o di passaggio per Roma e avete desiderio di cucina romana, potete accontentarvi con un pasto, rigorosamente senza fretta, da Flavio. Al velavevodetto.

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