Rostì - Non una Normale Rosticceria: a Pomigliano Matteo Del Cuoco ed il gusto esplosivo della vera cucina di sapore.
Pomigliano D'Arco, Napoli: Matteo Del Cuoco e la sua cucina napoletana da Rostì, non una normale rosticceria
Rostì - Non una normale Rosticceria
Viale Alfa Romeo 13, Pomigliano d'Arco
Tel: +39 351 967 1412
Email: [email protected]
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Pomigliano è uno dei poli gastronomici più vasti e più vari ed è qui che Rostì prende vita è corpo e gusto e sapore.
Tra la frenesia del centro città vissuto e la fiorente offerta, è facile notare questo - seppur piccolo - locale, in via Alfa Romeo (non deve essere un caso, poi vi spiego il perché): che sia di corsa, in auto, grazie al meraviglioso verde che contraddistingue il locale, ma anche a piedi - passeggiando o presi dallo smartphone - a causa dello spiccato profumo che invita ad entrare più che a scappar via.
Ecco non volendo vi ho dato già due informazioni extra:
1) il fritto di Matteo del Cuoco è fatto veramente bene, è preciso, croccante, fragrante, asciutto, saporito, pratico e intenso, è cucina vera e propria in una forma easy, giovane;
2) la vivacità dell’offerta e dello staff trovano coerenza prima espressione nell’impatto visivo, nei colori e nelle sedute, nei video story in loop sugli schermi all’ingresso che spiegano meglio di mille parole e nella folgorante giovane età di tutta la brigata.
Il team di Rostì è composto da ragazzi giovanissimi:
Luca Cardaropoli (sous chef, 19 anni), Christian Aprano (sous chef, 21 anni), Francesca Cardaropoli (manager e banconista, 22 anni), Carla Lignano (responsabile casse e banconista, 23 anni). E pensare che lo chef e proprietario di Rostì, Matteo Del Cuoco (24 anni) è il maggiore e ciò diventa sorprendente ancor di più nel momento in cui si scopre quanta esperienza abbia fatto questo ragazzo in meno di un quarto di secolo ma soprattutto quanto sia stato bravo a mettere a frutto quelle esperienze: ha saputo capire in quale tipo di ristorazione avrebbe amato lavorare e questo in qualche modo è diventato il suo premio perché con Rostì in poco tempo fioccano soddisfazioni.
In poco tempo, dal piccolo locale esclusivamente funzionante con takeaway e delivery aperto nel maggio 2020, si è passati (nel settembre 2022) ad una sala con 45 coperti ed una bellissima cucina a vista che non lascia solo sbirciare bensì esige di essere osservata, quasi a dar prova costante di qualcosa che a Matteo preme far capire: tutto è preparato al momento!!! Nessun piatto già pronto in vetrina: chi sceglie Rostì sceglie di mangiare bene, aspettando qualche minuto in più ma con la certezza di mangiare un piatto preparato al momento sotto gli occhi del cliente.
È così che arrivano forti e chiari, “rombanti” direi, concetti come: ossessiva freschezza, mania per la precisione, controllo minuzioso, lavoro di squadra, maniacalità per la materia prima, tempestività del servizio e velocità coinvolgente oltre a rotondità e potenza del gusto. Mi sa che ora è più chiaro quel riferimento ad Alfa Romeo.
L’idea di Matteo è sempre stata quella di far riscoprire i sapori di un tempo, della cucina di cui è innamorato, utilizzando metodi, attrezzature, ingredienti e impiattamenti che invece seguono l’evoluzione gastronomica di oggi.
Ecco perché Rostì è una rosticceria fuori dal comune:
con forti radici nelle tradizioni ma con i rami che ben si diramano in tutte le direzioni. Questo è evidente tanto nella selezione dei piatti quanto nell’encomiabile esecuzione fino alla maniacale ed incredibile attenzione ai prodotti fino alla scelta di Matteo di prodursi da solo la pasta.
Così, iniziando dai fritti (cavallo di battaglia) si può subito aver chiaro il dualismo di cui parlavo.
Vengono fuori non solo fritattine:
- una alla carbonara, eccezionale e che subito mette al sicuro sulla tecnica;
- una alla pasta e piselli - che difficilmente dimenticherò e che definisce le idee con una crema di piselli quasi vellutata che si aggarba facile facile intorno alle mafalde spezzate (altra chicca nella selezione e nella produzione di Matteo);
- il terzo pezzo di questa prima triade è la parmigiana fritta: davvero croccate e sul serio sapurit’.
Una serissima parmigiana di melanzane fatta con un altrettanto serissimo ragù (cucinato come Napoli comanda )e stavolta senza pastella bensì vestita di un panatura che - parola di Matteo - “di tutto è fatta tranne di pane”; è composta infatti di cereali vari e riso soffiato: ecco spiegata quella croccantezza eclatante.
Il secondo tris ha una sola protagonista: la polpetta.
Ben tre polpette con tre dressing differenti:
- al ragù (lo stesso della parmigiana) il classico che non stanca mai,
- con crema di zucca e lardo di cinta senese e cacioricotta alias la golosa
- la freschissima cacio pepe e lime.
Secondo voi Matteo si fa la pasta fresca da solo e non la assaggiavamo?
E dunque, dopo l’intervallo di polpette, arrivano i primi. E via con la rivisitazione in stile Rostì della pasta e patate: maccheroncelli, crema di patate, spuma di Parmigiano 30 Mesi e pancetta.
Altro assaggio di primo sono tonnarelli con crema di zucca, patè di pomodori semidry alla ‘nduja, fonduta di pecorino toscano.
Maccheroncelli e tonnarelli, entrambi freschi ed entrambi all’uovo, tutt’e due di produzione di Matteo e tutt’e due SPET - TA - CO - LA -RI…
La tenuta della pasta, la cottura stessa, hanno contribuito ad alzare notevolmente l’asticella ed è successo che la pasta e patate ci ha scaraventati in una zona di comfort ben nota, mentre il paté di pomodori semidry alla ‘ndujia ha ridato dinamismo al palato che in questa altalena assaggiava la tregua gustandosi - oltre i condimenti - una pasta meravigliosa.
Tanto che entro poche settimane Matteo e suo fratello al progetto Rostì affiancheranno quello di Labbottega, unione tra un Laboratorio artigianale e una Bottega gastronomica.
Qui si sposterà la produzione della pasta impiegata nelle preparazioni di Rostì (attualmente prodotta all’interno della rosticceria).
Nel laboratorio si prepareranno anche sughi pronti, verdure e altri prodotti sottovuoto che, insieme a una selezione di prodotti da forno, salumi, formaggi, birre e vini, potranno essere acquistati anche online.
Se poi siete più da panino, bene benissimo perché Rostì prepara anche delle ciabatte.
Ricche, golose e soprattutto crunch come poche volte mi era capitato; così divertenti da non sentire la mancanza del dolce alla fine.
I due assaggi di ciabatte sono stati:
- crema di friarielli, carpaccio di manzo, pecorino toscano e mayo al lime;
- crema di pomodori semidry alla ‘nduja, pulled pork e fonduta di cacio e pepe
Rostì ha decisamente un’offerta ampia e variegata a cui si aggiungono piatti in base all’estro del team ai fornelli ma anche frittatine speciali di mese in mese.
Vedere un gruppo così giovane ed energico al servizio della esaltazione della cucina partenopea è emozionante non solo per lo spirito ma pure per la sostanza. Quella da mordere.
In pochi assaggi è stato subito chiaro che il fritto (e non solo!) di Matteo fosse qualcosa di bello per davvero, qualcosa che si è spogliato da quella idea di foodporn - che abbiamo malsanamente costruito, qualcosa che ha ridato spessore ai gusti semplici.
Tutto questo rende meglio l'idea, perché lo stupore nello scoprire che Matteo Del Cuoco è appena 24enne (classe 1999) eppure così carico di esperienza e motivato, così accorto e deciso, così appassionato ma mirato.
Matte’… ma aROSTÌv?!
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