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Sussurri di Cibus: Daniel Mercurio svela la verità sugli stand.

Riflessione sulla mancanza di risorse nel settore agroalimentare in Italia

Sussurri di Cibus: Daniel Mercurio svela la verità sugli stand.

di Daniel Mercurio, Sale Manager di Emme Distribuzione

Attenzione: quest'articolo non parlerà del Cibus come fiera, ma delle riflessioni che sono state fatte e di quello che si è detto dietro gli stand. 

La domanda che più ho ascoltato nei giorni della fiera, che ho fatto e che mi è stata fatta, è stata: ma in fiera che ci sei venuto a fare? Hai prodotti da vendere? 

All'inizio mi sentivo spaesato, pensavo di essere l'unico a porre a se stesso questa domanda, ed invece sono uscito abbastanza rassicurato dal confronto con altri espositori. Oddio, forse rassicurato non è proprio la parola giusta. Una cosa è evidente: le aziende del comparto agroalimentare italiano hanno tutte, chi più chi meno, lo stesso problema: la carenza di materie prime.

Mancano le risorse che venivano coltivate in Ucraina ed in Russia, che si portano dietro due conseguenze:

1) la carenza dei mangimi per allevamento, la conseguente mancata produzione di latte e la speculazione tedesca

Quello a cui molti non pensano è che la carenza di mangimi ha causato un effetto domino devastante per il comparto lattiero caseario: manca il latte. E non è che costa troppo, ma il prodotto fresco, quello che è conseguenza della mungitura di una vacca, proprio non si trova!

Che fine ha fatto? le risposte sono due:

  • a) non è stato prodotto, perché l'allevatore X - non riuscendo a procurarsi mangimi a sufficienza - ha preferito ridurre il numero degli animali in stalla. In parole povere meglio 10 mucche che mangiano 300kg di mais, sono sazie e producono latte, che 30 mucche che mangiando gli stessi 300kg di mais soffrono la fame e non producono.
  • b) è stato prodotto ma lo hanno acquistato i tedeschi, che nel frattempo si so stufati di fare le cagliate (mo' le fanno per lo più polacchi, rumeni e bulgari) e vogliono fare solo formaggi; così cercano di tenere alto il prezzo del latte in Italia per avvantaggiarsi sul prezzo del prodotto finito (produrre in Germania costa meno) 

2) La carenza di granaglie, la riconversione di alcune colture (in Italie ed in Europa) e la conseguente mancata produzione di verdure ed ortaggi (e frutta, perché il pomodoro è un frutto e pare che ne saranno molto pochi). Già si parla di carenza di pomodori nella prossima campagna, con prezzi che hanno iniziati ad aumentare già a Gennaio e che non si fermano. 

E allora in fiera che ci siamo andati a fare? 

La risposta è uguale per tutti: per trovare acquirenti alternativi, possibilmente stranieri.

La previsione infatti è che i prezzi delle materie prime continueranno a salire ed il timore è che possano andare oltre la soglia di convenienza dell'acquirente italiano. Quindi la soluzione più logica è trovare dei canali all'estero dove, con un maggior potere di acquisto, potrà essere possibile continuare a vendere i prodotti senza rischiare di chiudere le aziende. 

E la politica agroalimentare italiana? Ed il futuro del settore? E parlando più terra terra, gli italiani che mangeranno?

Questo non lo sappiamo

Però una precisazione la voglio fare. Ovviamente ci sono poi le grandi aziende che lavorano da anni con semilavorati esteri e che possono permettersi politiche commerciali aggressive perché in Romania o in Bulgaria non mancano i mangimi né il latte. Ma quello è un altro sport.

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