Svelato il primo ristorante ad aderire a Mosaico per Procida
Mosaico per Procida: il primo ristorante ad aderire è Dani Maison Ischia, chef Nino Di Costanzo
È procidano? No, è di Ischia il primo ristorante ad aver aderito alla campagna di libera donazione finalizzata ad iscrivere Procida nella lista dei comuni aderenti alle Città del Vino, alla raccolta fondi per la realizzazione dell’abito della Graziella e, naturalmente, a produrre la bottiglia celebrativa che diventerà l’omaggio che la stessa capitale della cultura 2022 darà ad autorità politiche e religiose, capi di stato e tutti gli esponenti segnalati dalla giunta comunale, in forma di magnum. Eh, sì… tutto questo è semplicemente straordinario perché in fondo anche noi ad Identità Mediterranea, forse l’unica associazione a non aver beneficiato di alcun contributo e che sta portando a termine un progetto spontaneo, sappiamo che in fondo in fondo la cultura non isola, lo sanno le cantine che ci hanno dato la loro adesione, gli enti patrocinanti che qui ringraziamo, Roberto Cipresso, l’assessore Leonardo Costagliola che ci segue costantemente, e lo sa bene anche lui: Nino Di Costanzo! Si, avete capito benissimo proprio lui…
Il famosissimo chef e patron del Danì Maison, ristorante due stelle Michelin, ha incentrato attraverso il suo operato sin dagli esordi una forma di amore diffuso, ampio e sincero per la sua terra, ove per “sua terra” non intende semplicemente il comprensorio ischitano, che lui nobilita costantemente, ma una zona con una estensione materiale e immateriale che nasce e si radica nell’Isola Verde, passa per Procida, avvolge i Campi Flegrei, arriva al cuore di Napoli e si estende per tutta la Campania.
E chi ce lo dice?
Praticamente tutto: la materia prima eccelsa e che magistralmente traduce nella quintessenza di una Napoletanità sfaccettata, policroma, saporita, cosmopolita e verace, le note e la voce del grandissimo Pino Daniele, i quadri di Pulcinella e la Mediterraneità policroma del vetro, progettato da lui stesso e su cui il crudo di mare sembra guizzare e riprendere vita. La cucina del Danì Maison è un inno a sapori autentici ed innovativi, frutto di un investimento costante in lavoro, tempo, studio e cultura, una cultura aperta, senza compartimenti stagni e capace di andare oltre, poiché è dove batte forte il cuore che la cultura brilla di più e accomuna le persone mosse dagli stessi ideali.
Il Daní Maison è stato realizzato come un percorso concettuale e vibrante che inizia con una totale immersione nella Macchia Mediterranea di Ischia: tra i pini marittimi della collina di Montetignuso, gli ospiti vengono guidati verso un giardino lussureggiante di fiori e piante grasse, anfore variopinte ed opere d’arte, fino ad approdare, dopo una navigazione di essenze e profumi, nel cuore della tenuta di proprietà familiare, quindi all’interno di un’antica casa ischitana con moderne vetrate. Qui il senso di ospitalità è tale da far sentire i venti ospiti che il ristorante può accogliere come se fossero parte di una cena familiare, perché il cibo è anche convivialità e secondo la filosofia di Nino Di Costanzo l’appagamento deve essere tanto nei convenuti quanto negli occhi di chi ospita, soddisfatto di aver assolto alle aspettative, anzi nell’aver dato di più mediante un’esperienza culturale, edonistica ed emotiva.
Mosaico per Procida non poteva auspicarsi di meglio: persone di valore che incontrano personaggi davvero speciali ed in piena sintonia con la scelta delle eccellenze vitivinicole, accuratamente selezionate su tutto il suolo campano con criteri di territorialità, sostenibilità ambientale, altissima qualità ed equità enologica, tutto in piena sintonia con il comparto gastronomico, esattamente come l’arte culinaria di chef Di Costanzo vuole: armonia, sostanza e coerenza.
Nella grande famiglia di Foodclub.it è conosciutissimo ma, giova ripetere, è bene spendere sempre qualche parola sul suo esemplare percorso di vita e professionale, a dimostrazione che la cucina è anzitutto vocazione: Nino nasce ad Ischia nel ‘72, come d’altronde suo padre e suo nonno prima di lui; la passione per la cucina gliel’hanno praticamente trasmessa sua nonna Felicia e sua mamma Concetta coi rituali della cucina saggia e tradizionale, quella di profumi e sapori autentici ed indelebili insomma che ti cominciano a parlare dentro l’animo prima che ancora dentro la bocca e che ti fanno indossare il grembiule per cucinare ad 11, cioè proprio quel che è successo a lui. Dopo aver completato gli studi alberghieri, come spesso capita, è dovuto salpare per altre terre e vivere lontano da casa, portandolo a lavorare con i grandi maestri dell’Haute Cuisine come Gualtiero Marchesi, Gaetano Trovato e Juan Mari Arzak.
Di rientro nella sua terra madre da percorsi straordinari tra l’Italia ed il resto del Mondo nel 2008, Nino Di Costanzo sbanca da subito: guadagna la sua prima stella Michelin proprio ad Ischia, precisamente all’Hotel Manzi situato a Casamicciola Terme, ad appena sei mesi dall’apertura del ristorante il Mosaico (coincidenze con Mosaico per Procida ne abbiamo?) al suo interno; dopo neanche un anno di distanza, ecco che arriva la seconda stella dalla guida rossa, poi l’onorificenza di Grand Chef e la carica di Ambasciatore Relais Chateaux. Quando tutti pensavano che fosse arrivato al culmine de successo ecco che arriva il riconoscimento di ambasciatore della cucina tradizionale nel mondo e poi la sua tappa fondamentale: il 25 maggio del 2016 inaugura il Daní Maison ed in appena quattro mesi ecco arrivare a cascata due stelle Michelin, le tre forchette ed il premio novità dell’anno del Gambero Rosso, il premio locale dell’anno per il Mattino e successivamente pure i quattro cappelli della guida dell’Espresso.
E voi gli vorreste dare torto quando asserisce questo?
“Sono uno chef antidivo e il mio posto è in cucina, non in televisione. Sono contrario a tutte queste forme di esibizionismo e sovraesposizione soprattutto perché lanciano un messaggio sbagliato ai giovani che si affacciano a questo mondo, li convince che tutto è fin troppo facile: cucini, vai in televisione e hai successo immediatamente. Invece non è assolutamente così. La realtà è che fare lo chef ti toglie la vita privata e richiede grossi sacrifici. Deve essere una passione di vita, come lo è per me”.
Sempre dalle sue parole cogliamo il fondamento della sua filosofia gastronomica e dell’ospitalità:
“Dunque, scelta della materia, cura dei dettagli e sapienti abbinamenti capaci di esaltare ogni singolo ingrediente che, pur nella complessità della proposta, deve essere individuabile e riconoscibile, anche dai palati meno educati. Ricerca tecnica ed innovazione sulla tradizione, la tradizione non deve essere considerata un elemento statico, ma qualcosa di dinamico, che si evolve nel tempo ed io sono alla continua ricerca di questo mutamento nella tradizione pur rispettando pienamente i sapori, gli odori, le consistenze di una volta”.
Insomma chi studia e lavora sodo attende premi e questo Nino di Costanzo lo sa perché è passionale e pragmatico allo stesso tempo, sta al pezzo e sa che il suo mestiere richiede sempre approfondimenti costanti, meticolosità e cura maniacale del dettaglio, senza illudersi di essere arrivato e senza illudere chi vuole cimentarsi in un mestiere difficile e sacrificante. L’esperienza professionale di questo fuoriclasse dell’Arte Culinaria Contemporanea ci insegna che i risultati non vengono dal nulla e che ogni giorno bisogna guadagnarsi la cima, con umiltà, amore e dedizione senza mezzi termini.
Il Daní Maison è un’esperienza totale capace di saziare il cuore e la testa dei palati più raffinati e degli animi più sensibili, esclusiva per ricercatezza, inclusiva per vocazione.
Sapere che un vino iconico come il bianco che il celebre Roberto Cipresso ha ideato per Procida Capitale della Cultura 2022, una cuvée pazzesca mai immaginata prima e con una tiratura che arriverà neanche a 6000 bottiglie, andrà al Daní Maison e verrà abbinata alla sua monumentale pasta e patate, chissà, non solo ci fa bene al cuore perché certi di come verrà valorizzata, ma ci aiuta a comprendere che progetti visionari e di altruismo possono essere compresi soltanto da coloro che sanno sognare davvero, dando il giusto valore a ciò che fanno ed amando la terra da dove provengono in maniera totale, senza mezze misure o condizionamenti.
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