Terraferma, essenza salernitana nel cuore della Movida
Salerno, il ristorante Terraferma di Luca e Alessandro Avossa
Via Roma, 270, 84121 Salerno SA
Tel: 0897015250
Cell: 3406305371
Aperto tutti i giorni a cena; Sabato e Domenica anche a pranzo. Chiuso il Mercoledì.
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Nel mezzo di via Roma, il cuore di quello che resta della movida a Salerno,
da un anno si è affacciato silenziosamente sulla scena un locale che ha attratto casualmente la mia attenzione: il "Terraferma".
La proprietà è giovane e appassionata, emblema di quella che può essere una vera e propria gestione familiare: Luca Avossa (insieme alla moglie Valentina De Blasio) guida il locale, mentre suo fratello Alessandro è in cucina.
Alici e tonno, i due protagonisti della tradizione cetarese - il caratteristico borgo marinaro patria della colatura e del garum, del resto, è a pochi chilometri di distanza - dominano la scena su un menù essenziale ed innovativo al tempo stesso, che esprime la tradizione culinaria marinara salernitana, fatta di pochi e semplici elementi identitari e senz'altro meno opulenta rispetto a quella napoletana, ma forse più capace di cogliere l'essenza dei sapori e degli aromi del mare.
E dall'essenza, infatti, partono sfizi iniziali ed antipasti, in cui dominano ingredienti semplici e ricette tradizionali, pur con qualche guizzo innovativo che non guasta, per stare in tono con l'atmosfera del locale.
Essenza, come detto, ma non riduzionismo:
l'impronta familiare è forte, e si avverte anche e soprattutto nelle porzioni generose proposte, cosa non da poco visto che il "Terraferma" è uno di quei locali che, inevitabilmente, prova ad alzare di più il tiro in zona, distinguendosi dalla miriade di pub e paninerie varie in una caricatura spagnoleggiante malriuscita com'è diventato il cuore della movida salernitana.
E, così, si parte, per chi non vuole optare per il crudo, con "La burrata va a Cetara", che, molto lontanamente, sembra una rivisitazione in salsa pugliese di un grande classico della tradizione salernitana, ovvero il pane burro ed alici, ed un sandwich di alici alla parmigiana.
Tra gli antipasti, proseguendo nel percorso degustativo, è anche piacevole - ovviamente nel periodo primaverile ed estivo - il fiore di zucca in tempura di riso ripieno di ricotta di pecora, zucchine e maionese allo zenzero: il giusto equilibrio tra veracità napoletana e tendenze vagamente arabeggianti con la maionese allo zenzero a stemperare la sapidità decisa del "fiorillo".
È poi il momento dei primi piatti: interessanti, ma corposi a differenza di quanto potrebbe sembrare, sono, sempre sulla stessa falsa riga, gli spaghetti aglio e olio, maionese di lupini, zucchine e fiori di zucca.
Valida - e ancora più adatta al periodo - la pasta mista con crema di peperoncino di fiume, ragù di totani e pecorino.
In carta, per i meno curiosi, c'è anche un evergreen come le linguine alla Nerano.
Proseguendo lungo il percorso tracciato dalla carta si può optare per un orientaleggiante tonno scottato con pak-choi e crema di patate affumicata.
In chiusura, dolci fatti in casa: ben riuscito il classico cannolo alla siciliana.
In abbinamento, la carta dei vini propone etichette di territorio selezionate da Davide Borsa: particolare attenzione è rivolta ai grandi classici della Costa d'Amalfi, con il Fiorduva di Marisa Cuomo in testa, ma anche al Cilento, con il Fiano Igp di Alfonso Rotolo ed il "Kratos" della giunganese Maffini.
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