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Wine Not: Nativo nuovo nato di Castel Campagnano

Nativo, il nuovo vino rosso dalle terre del Volturno di Davide Campagnano

Wine Not: Nativo nuovo nato di Castel Campagnano

Davide Campagnano nasce come cantina aziendale e di trasformazione, precedentemente l’attività era svolta in forma privata per pura passione da entrambi i rami familiari in quel di Castel Campagnano.

La passione per il vino viene tramandata da papà Ferdinando che trasferisce al figlio Davide principi sani, il rispetto della terra e del territorio in cui viviamo ed ovviamente la passione di produrre vini veri con anima ed emozioni.

Davide decide di raccogliere e far sua la passione che lega la famiglia, intraprende un percorso professionale in scienze agrarie con lo scopo di poter aprire una realtà aziendale che potesse permettergli di realizzare vini con una “sua filosofia vinicola”.

A supporto della mission aziendale troviamo Enza Falbo, compagna di Davide, a cui è affidata la gestione e lo storytelling della veste ed immagine aziendale. Si sa nei dettagli le donne hanno una marcia in più!

Wine Not: Nativo nuovo nato di Castel Campagnano

Una wine phylosophy totalmente incentrata sull’evergreen; l’azienda avvia il processo di conversione in biologico nel 2016 ma, a causa del processo burocratico di conversione, la certificazione avverrà in via effettiva dall’annata 2020 pur mantenendo e garantendo determinati principi sin da subito anche nelle pratiche di cantina.

Lo scopo è realizzare un vino di territorio, rispettando i vitigni della zona; Pallagrello, Barbera e Pizzutiello senza invadere le caratteristiche dei vini nella loro parte aromatica, un no categorico a lieviti spinti preservando il vitigno.

Una scelta aziendale incentrata prettamente sull’acciaio ma è in cantiere, per il futuro, l’introduzione di altre metodologie di affinamento.

Un’idea di fare vino che sia beverino, non un vino scontato, che possa dare emozioni e voglia di continuare a berlo. Direte tutti “è quello che ci raccontano tutti i produttori nessuno escluso”; è vero, ma in quanti ci riescono ?

Per Davide la parola d’ordine è acidità…preservandola!

Alla domanda “qual è la caratteristica principale e punto di forza della tua azienda”, Davide risponde che il suo plusvalore è il terreno, che conferisce alle uve grande sapidità e mineralià: caratteristiche non marginali per la sua filosofia.

Wine Not: Nativo nuovo nato di Castel Campagnano

Davide Campagnano inizia con un lavoro incentrato su lieviti selezionati e neutri per poi sposare in pochi anni una filosofia diversa, incentrata sull’utilizzo di lieviti selezionati in vigna di cui si potrà valutare il risultato nella vendemmia 2020 che sarà in commercio nel 2021.

NATIVO Antico rosso di Campagnano IGP Terre del Volturno 2019

Bottiglia N° 12/548

Il vitigno protagonista è il “pizzutiello” nome locale che potrebbe creare confusione con l’omonima uva da tavola “pizzutella”.

Wine Not: Nativo nuovo nato di Castel Campagnano

Inizia tutto nel 2019 quando un agronomo del CNR di Bari ed uno studioso ampelografico svolgono una prima analisi su foglioline e grappoli per comprenderne il DNA, si scopre così la novità. L’acino in preinvaiatura si presenta a forma di pizzo (e da qui il nome “pizzutiello”); inoltre durante la maturazione con l’accumulo di zucchero e acqua l’acino tende ad ingrossarsi e arrotondarsi perdendo lievemente la sua forma spigolosa.

Con la consapevolezza di avere nel vigneto una varietà nuova, diversa e soprattutto essere il solo a coltivarla inizia la sperimentazione nel 2017.

Wine Not: Nativo nuovo nato di Castel Campagnano

Davide ci tiene a precisare che a Castel Campagnano veniva utilizzato un taglio storico così composto: Pallagrello Nero, Barbera del Sannio e Pizzutiello; un taglio che negli anni ’80 vede sempre più spesso quest'ultimo sostituito con il Merlot chiamato (in gergo locale “A’Merlotta”) con un un unico scopo e cioè ammorbidire il Pallagrello.

L’idea nasce dal voler capire cos’è questo Pizzutiello ma soprattutto comprendere e approfondire in cosa può contribuire e che valore aggiunto può dare in un uvaggio.

Come si colloca questo vitigno in un blend di Pallagrello Nero e Barbera? Che valore aggiunto può dare ?

Da queste domande la voglia di sperimentare il prodotto in purezza per poter, in un futuro, riportare in auge l’antico taglio storico del territorio.

Nativo 2019 si presenta con un colore rosso rubino elegante, vivace e acceso con adeguata consistenza nel bicchiere.

Il primo impatto nasale, sicuramente delicato e non invasivo, fa percepire una delicata fragolina di bosco che pian piano, senza fretta, lascia spazio ad un interessante sentore di gelsi rossi.

Dopo una seconda rotazione del bicchiere risale al naso la sua componente erbaceo/balsamica che ne potenzia il bagaglio olfattivo insieme alla sua trama finemente speziata.

Al palato il vino si presenta fine ed elegante, di giusta morbidezza, dal tannino presente ma fine e non invasivo; di grande freschezza e spiccata acidità “Leitmotiv immancabile nel suo stile”; sapido ed intenso con intrigante persistenza, secco sul finale.

Ad ogni sorso si innesca una grande salivazione e ciò richiama la voglia di beva, lascia una bocca rotonda e pulita.

Un vino semplice e deciso, personalmente bevendolo mi ha dato l’impressione di degustare una Schiava Altoatesina dal carattere lievemente più deciso e spinto tipico dei vitigni del sud.

Nativo è sicuramente un vino adatto per contesti romantici, una cena in due con una bella veduta panoramica; si sposa bene con primi piatti di terra non particolarmente speziati, carni bianche/selvaggina e formaggi non particolarmente stagionati.

Prezzo medio di vendita al pubblico € 25 … e li vale tutti!

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