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Cosa è successo al Sake Day di Firenze 2021

Firenze Sake Day, l'evento dedicato al fermentato del riso al Renny Renaissance

Cosa è successo al Sake Day di Firenze 2021

Come abbiamo anticipato in un precedente articolo, il capoluogo toscano ha ospitato quest’anno il Sake Day nella piacevole ambientazione del Renny Renaissance. Un vero successo di pubblico, tanto nel consenso che nell’affluenza, che ha salutato il giorno internazionalmente dedicato al fermentato di riso, come consuetudine decennale anche oltre i confini del Giappone, fin dalla sua apertura e ben oltre il via libera ai banchi di degustazione.

L’articolazione dei programmi è stato frutto delle sinergie tra le Associazioni partecipanti e tutte le persone che hanno aderito con grande spirito di adesione, un gioco di squadra fortemente voluto da Giovanni Baldini che, nella triplice veste di founder della Scuola Italiana Sake, di direttore di Sake News ed importer di Firenze Sake, ha saputo non soltanto mantenere gli equilibri ma regalare al pubblico un evento di Cultura Giapponese autentico e senza i soliti stereotipi finalizzati a mantenere le aspettative.

Hanno partecipato all’evento l’associazione Lailac, che dal 1999 è impegnata ad avvicinare gli italiani alla Cultura del Giappone con Corsi di Lingua, Cucina Casalinga, l’arte dell’Etagami e la Danza Giapponese, l’Iroha che, fondata a Firenze nel 2007, costituisce un vero e proprio nucleo di condensazione di Artisti Giapponesi, divulgando i segreti della composizione floreale Ikebana, della Cerimonia del Tè, della Calligrafia, della vestizione del Kimono e Yukata, nonché della Cucina e della Pittura con la Carta, ed infine la Washoku Kentei che in Italia dal 2018 divulga la Cultura della Gastronomia Giapponese in tutte le sue sfumature regionali e che nel nostro Paese vede impegnati Tomomi Miyasaka e Luca Della Casa, responsabili dei progetti e degli eventi realizzati dall’Associazione in Emilia Romagna.

Inoltre il pubblico, davvero molto eterogeneo e proveniente da diverse aree d’Italia, ha potuto assistere alla disamina di Giovanna Coen, grande appassionata della storia e della cultura tradizionale giapponese, costantemente approfondite attraverso viaggi di studio annuali nelle varie province del Sol Levante, cintura nera di Aikidō nello stile di Iwama, Sake Sommelier ed Educator per la Wset, nonché socia dellaAssociazione Italiana per gli Studi Giapponesi, fondata su un viaggio sensoriale attraverso la Cucina e gli Ingredienti delle diverse Prefetture dell’Arcipelago Giapponese. Applaudito anche l’intervento di Gaetano Cataldo sulla relazione tra Dieta Mediterranea e Sake, attraverso ragioni geopolitiche e di resa gustativa, il quale ha successivamente tenuto una degustazione guidata del fermentato del Sol Levante.

Cosa è successo al Sake Day di Firenze 2021

Come rilevato da un articolo a cura di Chiara Giorleo, critica enogastronomica e docente Ais, presente al Sake Day Firenze 2021, alla domanda sui tratti del sake che affascinano l’Italia e quelli che vi oppongono resistenza alla sua diffusione, ecco la risposta di Gaetano Cataldo, nostro autore, enogastronomo e sake sommelier:

“In effetti reputo che il sake abbia già conquistato l’Italia, anche se limitatamente a poche regioni ed ancor meno ristoranti specializzati su tutto il territorio. Abbiamo ottenuto lo straordinario risultato di essere i primi importatori in Europa e questo soprattutto grazie a quattro fattori: il consenso ottenuto all’Expo di Milano del 2015, il fascino che la Cultura Giapponese esercita sul nostro Popolo, l’incremento dei ristoranti sushi e, naturalmente, la vocazione della Dieta Mediterranea a maritarsi con il fermentato di riso e koji.

Il gap negativo, le resistenze pertanto, consistono in alcune opinioni tanto diffuse quanto errate sul sake, la vendita di prodotti surrogati o di scarsa qualità presso ristoranti spesso non gestiti da giapponesi o comunque non da imprenditori di alto profilo ed infine per la seguente ragione: manca il personale qualificato che, nell’approccio col pubblico, sappia divulgare la cultura e la conoscenza delle tecniche produttive, la descrizione dei diversi stili e quindi suggerire gli abbinamenti più appropriati col sake. Insomma abbiamo bisogno di più sake sommelier, di bartender specializzati e di chef che sappiano ricreare nei loro piatti quell’appeal “sake oriented”.

Di per contro è bene sottolineare che il pubblico dei non addetti ai lavori si sta sempre più alfabetizzando e arricchendo di nozioni specifiche sul sake, come rilevato dal flusso di lettori di Sake News, segno questo che lascia ben sperare in un radioso futuro per il bere giapponese in Italia”.

Insomma grande entusiasmo ma soprattutto ci sono state tutte le premesse più importanti per corroborare l’interazione tra due Culture, apparentemente così diverse, ed arricchire quindi il palinsesto del prossimo Sake Day a Firenze.

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