Da Enzo Coccia la pizza napoletana è viva: Il fascino del classico è reso contemporaneo dalla scelta di elementi ricercati.
Recensione Pizzeria La Notizia a Napoli di Enzo Coccia
La vera "Napoletana" contemporanea.
Di Enzo Coccia negli anni si è detto qualsiasi cosa, quindi proverò ad essere quanto più breve e coinciso possibile nel fornire il mio punto di vista:
La pizza di Enzo Coccia sviluppa una feconda dialettica tra passato e attualità: Soffice, morbidona, saporita, appagante, soddisfacente, di qualità e mestiere senza mai essere altezzosa e distante, è la diretta discendente, naturale evoluzione della pizza classica napoletana.
Cos'è contemporaneo se non un qualcosa di "in linea con i tempi odierni", di cui si hanno riferimenti nel passato? Di chi e cosa è figlio? Non è forse "nuovo" il termine adatto a definire qualcosa che non si era mai visto prima? Mi perdonerete la riflessione sul termine, ma credo, che la vera contemporaneità passi attraverso il restauro sapiente e certosino del passato.
Qui, mangerete la "nuova" tradizione napoletana.
Nuova in quanto si differenzia dalla "storia" per la ricerca dei migliori ingredienti, atti a perfezionare senza interrompere il discorso con il passato , con le origini. Tradizione perché è proprio così che sarà la PIZZA NAPOLETANA del futuro. In conclusione, il prodotto che esce dai forni de La Notizia è pronto a varcare senza alcuna possibilità di essere definito vecchio e nostalgico il prossimo secolo.
Pizzaria La Notizia
La Mpustarella
La "Mpustarella" (a prescindere dalla farcitura) è un capolavoro. E' il restyling della "marenna napoletana" e del celebre panuozzo di Gragnano che in genere non si fa apprezzare per leggerezza e risulta utile solo a riempirsi la pancia. Qui diventa elegante, leggero, gustoso e confortevole, grazie allo straordinario pane di Malafronte al punto da poterne mangiare più di uno e non pagare dazio.
La Margherita
La Marinara
Con Peperoncino verde del "ciummo"
La "Mpustarella" con cioccolato fondente. Il mio odio per le chiusure particolarmente caloriche in pizzeria è risaputo, dopo un carico di carboidrati "importante", sarebbe consigliato per non rovinare il lavoro fatto sulla leggerezza e digeribilità degli impasti, chiudere con piacevolezza senza appesantire, ammetto che in passato ho giudicato il pane e cioccolato di Coccia prima di averlo mangiato, come inadatto, una volta provato mi ha conquistato. Fa chiudere in golosità e si digerisce una bellezza.
La pizza napoletana è viva, manca il mestiere.
Enzo Coccia ha preso la tradizione e con gran rispetto, non ha cercato di dargli una nobiltà affidandosi a effetti speciali, ma ha compreso il suo valore intrinseco e l'ha resa pronta ad affrontare i prossimi 100 anni ravvivando, come solo un sapiente restauratore sa fare, con i giusti tocchi di colore qua e la, un affresco bellissimo ma decadente come era diventato il mondo della pizza napoletana, attraverso la revisione qualitativa degli ingredienti e non delle ricette.
Se le nuove leve e aspiranti pizzaioli napoletani, si ispirassero a Coccia anziché alzare i cornicioni per dimostrare ad ogni costo di essere "nuovi", la pizza napoletana potrebbe ancora sfidare, competere e vincere la CASERTANA che libera da fattori storico-culturali, attraverso le mani (di alcuni) sapienti viaggia verso la sua perfezione senza ostacoli.