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Enoturismo in Alto Adige - Viaggio tra vini e cucina di montagna sostando in dimore accoglienti

Vinum Hotel in Alto Adige e cucina tipica del territorio: accoglienza e gusto

Enoturismo in Alto Adige - Viaggio tra vini e cucina di montagna sostando in dimore accoglienti

Attraversando l’Alto Adige si percepisce una vera e propria comunità di persone e realtà che, unendosi nell’intento comune di preservare la propria cultura ed il proprio territorio, ha costruito una economia solida e un modello da emulare.

La prima cosa che salta all’occhio è la cura maniacale che viene dispensata ovunque: dagli spazi all’aperto ai centri abitati, ai servizi destinati al turismo e all’accoglienza. Ci si può trascorrere un periodo lungo, e anche oltre, senza sentire mai il desiderio di lasciare i confini del Südtirol. Il settore specifico dell’enoturismo offre esperienze coinvolgenti ed estremamente piacevoli che nel tempo hanno notevolmente fortificato aziende private e i consorzi produttori di vino.

Si può raggiungere comodamente Bolzano con il treno ad alta velocità, in modo di ritrovarsi direttamente al centro di questa città che sembra uscita da un libro di fiabe. A pochi metri troviamo lo storico albergo PARKHOTEL LAURIN, dal 1910 un punto di riferimento anche per gli abitanti del luogo che amano ritrovarsi nelle bellissime sale o in giardino per l’aperitivo e del buon vino.

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Parkhotel Laurin - Cocktail Bar

Le camere riportano con molto gusto i colori e le decorazioni tipiche dell’Alto Adige, lo storico cocktail bar è particolarmente raffinato e ben organizzato, mentre il ristorante offre una cucina notevole, sia a pranzo che a cena, con i prodotti del territorio.

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Tagliatelle al tartufo estivo

La realtà dei vinum hotel è diffusa e molto valida, con diverse interpretazioni sul tema che vuole fare cultura del vino in un territorio di elezione. Al centro del leit motiv c’è sempre la montagna, ci sono le Dolomiti che nella loro regale austerità imprimono una forte identità al territorio e a chi lo abita. Gente energica e tenace che ha saputo trarre forza e beneficio dalle difficoltà fino a divenire un modello imprenditoriale.

La Famiglia Oberpertinger a Chiusa, nella Valle Isarco, una delle più vocate per la produzione di vini di altissima espressione, gestisce il vinum hotel SPITALERHOF, il maso di proprietà, dove si può dormire in camere a forma di botte e ritrovarsi al risveglio coccolati da una prima colazione ricca, con la cuoca ai fornelli pronta a soddisfare gusto e anima.

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Hotel Spitalerhof, la camera a forma di botte

Sono produttori di vino e offrono bevute coinvolgenti da accompagnare alla cucina raffinata dove molti dei prodotti arrivano dalla propria azienda agricola e sempre freschissime sono le uova del proprio pollaio felice.

Sempre nel comune di Chiusa si può vivere una esperienza unica e molto autentica, alla TURMWIRT, la casa del cancelliere, gestita dalla famiglia Gasser da cinque generazioni, con gli affreschi di Hugo Atzwanger, che risalgono al 1907, sulla facciata e nella stube, la sala con la stufa.

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Turmwirt, sala

Siamo nel piccolo villaggio di Gudon, incantevole fino a sembrare di essere in una fiaba, dove non può mancare il maniero che prende forma nel Castel Sommo a guardia della Valle e della grande estensione di vigneti tra i quali ben si nota la bellissima Abbazia di Novacella.

Sembrerà di fare un viaggio nella storia.

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Gudon, il villaggio

La cucina tradizionale segue la stagionalità con i prodotti dei vicini contadini e allevatori: minestra di canederli, tortelli di zucca con pasta fatta a mano, minestra al vino della Valle Isarco, sella di cervo, risotto di zucca con salmerino, tortine al papavero con il semifreddo al miele - non manca il profumo del pane ai semi di montagna appena sfornato.

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Risotto con zucca e salmerino

Poco più a valle, a ridosso della già citata Abazia di Novacella - intorno alla quale, in una storia passata e andata, confluivano tutte le attività delle famiglie del luogo - c’è la bellissima azienda vitivincola KOFERERHOF, una delle più antiche dell’Alto Adige, risale al 976, con le vigne a oltre 700 metri di altitudine sul livello del mare.

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Kofererhof, vista

Gunther è un bravissimo vignaiolo, i suoi vini offrono assaggi indimenticabili e l’intera famiglia è dedita all’accoglienza: le camere concedono una vista ampia sulla valle e sulle Alpi, mentre al ristorante c’è sempre un gran via vai di persone che ritornano con piacere.

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Kofererhof, i vini

I vini sono raffinati e territoriali, riportano i vitigni tipici della Valle d’Isarco, a bacca bianca, notevoli il Sylvaner e il Riesling.

Per assaporare il brivido dell’alta montagna, senza perdere mai di vista il piacere del cibo e del vino, bisogna raggiungere l’Alta Badia, nel cuore delle Dolomiti, una esperienza unica godibile appieno in tutte le stagioni dell’anno. La bellezza delle montagne e della natura è quasi esaltante e, una volta presa l’ovovia da San Cassiano, si può poi raggiungere con l’e–bike il rifugio UTIA DE BIOCH, il regno di Markus Valentini.

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Markus Valentini

Il padrone di casa ha ricevuto uno speciale riconoscimento in occasione del Premio per la cultura del vino in Alto Adige 2021 : per la prima volta è stato assegnato anche un premio speciale a un rifugio in un comprensorio sciistico; dunque Utia de Bioch è una garanzia per chi non vuole mai farsi mancare una buona etichetta e cogliere sempre l’occasione per saperne di più.

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Rifugio Bioch, Alta Badia

La tipica baita ladina, totalmente costruita in legno, è a 2079 metri, posta su una terrazza naturale con vista piena sul Gruppo del Sella e sulla Marmolada che lascia letteralmente senza parole. Ci si può accomodare e rilassare sulle sedie sdraio proprio a ridosso del costone roccioso, appena sopra il vuoto tra le montagne e la valle, gustando un aperitivo in doveroso silenzio, e poi accomodarsi ai tavoli dell’Utia de Bioch dove la cucina tirolese e ladina sa essere raffinata senza mai perdere il piacere della gola.

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Costoletta di mangalica dello chef Nicola Laera

Non manca qualche piatto gourmet d’autore nel menù "Sciare con Gusto” e "PicNic Gourmet", ultimo entrato in carta è "costoletta di mangalica alla brace con cipolla fondente e insalatina di erbe di montagna” dello chef stellato Nicola Laera.

Attenzione a non bere troppo altrimenti sarà difficile rifare il percorso a ritroso.

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