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Fiere, influencer e aiuti a pioggia? "Nei piccoli borghi abbiamo bisogno di clienti"

Il j'accuse dello chef e ristoratore lucano Federico Valicenti

Fiere, influencer e aiuti a pioggia? "Nei piccoli borghi abbiamo bisogno di clienti"

"Aiuti pubblici a ristoratori e produttori per promuovere i piccoli borghi? Solo mancette, abbiamo bisogno di clienti, non di influencer e grandi fiere internazionali"

"La ristorazione, i produttori agroalimentari non hanno bisogno di piccoli supporti economici ma di clienti. O cambiamo il paradigma delle promozioni del territorio o i piccoli borghi saranno sempre più abbandonati".

Le politiche pubbliche (e non solo) di promozione dell'enogastronomia locale con le loro criticità non appassionano più un imprenditore che era stato il pioniere della ristorazione tipica nel Parco del Pollino ed in Basilicata, Federico Valicenti, patron del "Luna Rossa" di Terranova del Pollino.

Nel suo locale ha racchiuso la storia identitaria di un territorio insieme a "Peppe" a Rotonda o alla "Kamastra" di Civita, dall'altro lato della catena montuosa che separa la Calabria dalla Basilicata mostra perplessità sul paradigma ricorrente e della retorica sui "piccoli borghi".

Nel ruolo di vicepresidente dell'associazione Medinet, infatti, il ristoratore e chef del Pollino ha espresso la sua visione sulle recenti misure a sostegno delle attività di ristorazione che somministrano prodotti agroalimentari tipici e di qualità nel territorio, che hanno messo a disposizione centomila euro per promuovere misure di aiuto agli operatori della ristorazione operanti nei comuni del Parco e, di conseguenza, ai produttori di Doc, Igp e Pat.

I ristoranti dei piccoli borghi, in altri termini, più che di visibilità televisiva, con grandi produzioni nazionali, social o legata a grandi iniziative fieristiche importanti ma, comunque, non risolutive della situazione in cui versano molte realtà del Meridione d'Italia, hanno bisogno, innanzitutto, di clienti. Dunque, anche la promozione del territorio deve essere finalizzata alla ricerca degli stessi.

"Non posso non far presente che questi sostegni a pioggia non portano nulla alle aziende se non una “mancetta” (chiedo scusa ma non trovo aggettivo più idoneo) di sicuro ben accetta dalla maggior parte dei produttori e ristoratori ma a parer nostro, come Medinlucania, non è più il tempo di queste manifestazioni di sostegno ma bisogna che si supporti una rete vera, di operatori all’interno del parco - ha proseguito l'oste e chef di Terranova che non ha mancato di stigmatizzare gli eccessi mediatici che a volte si annidano dietro il paradigma della promozione dei borghi - Sappiamo bene come è andata in questi anni, ora siamo anche invasi da sedicenti influencer e personaggi televisivi: ci fanno riscontrare che queste azioni non portano ossigeno alle imprese operanti nel Parco".

Infine, le proposte alternative e "local"

che potrebbero, secondo lo storico oste di Terranova di Pollino, portare effettivamente ad una crescita del settore nel comprensorio calabro-lucano: "Potrebbe essere di aiuto il sostegno del Parco ad attivare, anche in attività già esistenti 4 punti di mini logistica) (ad esempio una nel Senisese, una nella valle del Mercure, una nella parte est calabrese e l’altra potrebbe essere già esistente nella “Catasta” (con acquisto all’ingrosso solo per partita iva ricadenti nel parco) con conferimento delle imprese agroalimentari che vogliono far rete".

Sfruttare, per così dire, l'appeal turistico di Matera, località punta di diamante nel contesto lucano, unica aperta, in grandi numeri, a visitatori internazionali, è vista come un'alternativa possibile: "Oppure - continua, infatti, Valicenti - con una visione ancora più lunga aprire a Matera una Casa Pollino con dentro un negozio di solo prodotti tipici del Pollino, una piccola trattoria “Pollino” dove si preparano solo ricette provenienti dai 56 comuni del parco e ogni fine settimana i Comuni presenterebbero alla Citta di Matera (1 milione di turisti all’anno) le loro attivita' complementari al turismo".

In altri termini, promuoversi innanzitutto sul territorio e meno in grandi iniziative fieristiche dalla dubbia portata (e riuscita): "Bisogna andare dove ci sono le utenze per promuoversi, cosi invece di andare in giro per l’Europa a promuovere prodotti che poi hanno serie difficolta per la vendita, perché bisogna stare attenti anche ai broker e quanto altro un mercato globale può offrire - conclude - La ristorazione, i produttori agroalimentari non hanno bisogno di piccoli supporti economici ma di clienti. Quindi o cambiamo il paradigma delle promozioni del territorio o i paesi saranno sempre più abbandonati".

Dal mercato, quello vero, passa, dunque, la rinascita (vera) dei piccoli borghi.

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