i Vini per la Pasqua

Vino per Pasqua 2024 al Teatro del Vino

Siamo vicinissimi alla Settimana Santa, e più che di preghiera o di passione, qui sentiamo parlate continuamente di casatiello, di fellata, pastiera e goloserie varie.

Ma cosa ci abbiniamo?

Ecco un po’ di consigli, santi e garantiti.

Iniziamo sempre con la fellata, per quelli oltre Napoli, sarebbe l’antipasto con gli affettati vari di salumi, formaggi, spesso ricotta salata e pecorino, le fave, e le uova sode.

Possiamo mai partire senza bolle? Sono loro a dare nel migliore dei modi il benvenuto e il senso di condivisione, di priezza.

Allora pesco nel catalogo di Teatro del Vino, presentato proprio in questi giorni a Napoli.

Champagne Brut Nature Cuvée Louis Tarlant – vendemmia 2005 – 2004, degorgement giugno 2022, dal village Oeuilly, la presenza del 50% di pinot noir gli conferisce grinta e struttura, l’altro 50% è di chardonnay, da vigne di oltre 70 anni: ha tutte le carte in regola per esaltare la carrellata di salumi e formaggi, magari accompagnati da qualche fetta di casatiello grigliato. Che bella idea!

Timballo di tagliolini? O timballi vari? L’energia dei vulcani ci piace particolarmente, specie quella in bianco. Allora ecco Etna Bianco Superiore Contrada Volpare 2022 Maugeri. Graffia, sembra quasi incazzato. Carricante 100% dalla zona est dell’Etna, siamo a Milo a 700 metri di altitudine sul livello del mare e il vino riporta senza indugio l’inquietudine e la forza del vulcano nel bicchiere.

I Partenopei mettono in tavola come portata principale una minestra maritata primaverile, con brodo di gallina e primizie di verdure varie – uno spettacolo.

Non vogliamo proprio un rosso, e allora un Cerasuolo d’Abruzzo Superiore ci sta ‘na favola: Cerasuolo d’Abruzzo Superiore 2023 Praesidium - un po’ tutta la gamma dei loro vini offre bevute notevoli e fuori dal solito. Gran bel vino, vivido di coraggio e solarità.

Con le carni un Amarone veramente sorprendente: Moròpio Amarone della Valpolicella Classico 2020 di Antolini – l’Amarone che non ti aspetti, mi è venuto da dire appena provato. Per la sua eleganza e per l’andamento leggiadro, uno spettacolo da farselo fuori tutto.

Torno dall’abruzzese Praesidium per i dolci. Meno male che esiste gente così! La bella Italia spesso sopravvive tra le vigne. Siamo alle pendici del monte Prezza, nel paesino omonimo arroccato su uno spuntone dell’Appennino. Due chicche fantastiche ci fa provare Enzo al banco: il Ratafià che incarna il senso del nettare divino, dai profumi di fico nero, amarene, carrubo, timo, dolce e fresco meravigliosamente.

Poi spunta una piccola bottiglia di Mostocotto, questa tradizione è ancora molto sentita in Abruzzo, per fortuna. Gli occhi di Enzo brillano mentre lo racconta, i miei invece fanno i cuoricini. No alcool.

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