Igles Corelli: "Camerieri sveglia, nessuno può trattarvi così"
Igles Corelli ancora una volta a difesa del personale di sala, non ci sta alle uscite di Luciano Benetton
Qualche settimana fa, ricevemmo e pubblicammo una lettera aperta di Igles Corelli, un mea culpa, verso il personale di sala, storicamente considerato ruolo secondario, quasi marginale rispetto al celebrato mondo dei cuochi. Per certi versi nell'immaginario collettivo, dare del cameriere risulta quasi essere una provocazione, dire "non vali niente", un modo di intendere un lavoro che Igles Corelli, leader e uomo navigato, non è disposto più a digerire e da tempo ha aperto un dialogo sull'argomento per provare a cambiare l'opinione sociale riguardo un nobilissimo mestiere senza il quale, non sarebbe possibile nessun tipo di ristorazione. Luciano Benetton, in queste ore impegnato a difendere le proprie attività, per sottolineare quanto fosse stato bistrattato dal governo, si è reso protagonista di un'uscita poco felice, dicendo: "Ci trattano come una cameriera".
Ecco il pensiero di Igles Corelli a riguardo.
di Igles Corelli
Benetton Luciano, quello dei maglioni “democratici“ quello delle pubblicità “avanti e solidali” con un ragazzo nero e una ragazzina biondissima in nome degli “united color of Benetton”, quello che all’occorrenza chiamato dal governo di turno, non voglio addentrarmi in schieramenti politici, “salva”, per modo di dire, l’Alitalia, si è seccato perché gli vogliono togliere il giochino delle Autostrade dalle mani. E che fa, usa l’odioso paragone di scambiare una nobile, ripeto, nobile professione con la sua altera figura di imprenditore statista.
Ma che ci state a fare, voi di sala, si dico voi di sala, voi “camerieri” di tristellati, bistellati cappellati e triforchettati? Ve ne state zitti? E perché non mettete su una bella causa collettiva per diffamazione bella e buona contro il signorotto trevigiano o quanto meno un comunicato stampa in cui magari vi incazzate un pochino?
Ve lo devo dire io, Igles Corelli, semplicemente un cuoco che senza di voi avrebbe fatto molto meno.
Datevi una sveglia CAMERIERI!
Igles Corelli è stato, ante litteram, il cuoco più creativo italiano. Ha sperimentato tecniche in cucina e ha disegnato geometrie nei piatti già sul finire degli anni Ottanta, in un tempo, cioè, che oggi definire lontano, ma veramente lontano, non è un azzardo. Luogo delle sue prime sperimentazioni fu il Trigabolo, un ristorante confinato nelle campagne di Argenta, in provincia di Ferrara. Outsider nell'utilizzo di materie prime, provenienti dal suo territorio, fino ad allora neglette dall'alta cucina, guidò una brigata di giovani talenti come Bruno Barbieri, Marcello Leoni, Italo Bassi, Mauro Gualandi. Con lui si sono allenati negli anni a seguire anche altri cuochi e pasticceri come Marco Ghezzi, Sandro Trioschi, Pierluigi Di Diego, Vincenzo Morgia. In sala ha avuto con sé Marco Merighi, Bruno Biolcati e Flavio Errani. Stefano Bonilli, fondatore del Gambero Rosso, disse di lui che era a capo di una brigata senza regole, una “rock band”.