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Il lusso della rarità: i cibi più costosi del mondo

Cibi di lusso e ingredienti prestigiosi

Il lusso della rarità: i cibi più costosi del mondo

Oltre al pane quotidiano a volte è bello sentirsi coccolati da ingredienti speciali, rarità che eccellono in gusto e costo.

Eccovi tutti i cibi più costosi e introvabili del mondo!

Dal Mare

Percebes

Il lusso della rarità: i cibi più costosi del mondo

Pochi, perfino in Spagna, sono in grado di garantire ai clienti un piatto di percebes, i vagheggiati frutti di mare simili a uno zoccolo di cavallo in miniatura. I percebeiros li strappano dove si frangono le onde dalle scogliere rocciose della Galizia: 100 euro al chilo per non più di tre grammi è il prezzo di questa pesca la cui pericolosità è testimoniata dalle croci di legno sparse lungo la costa.

Caviale

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Il caviale è lusso per antonomasia ma ne esistono tuoi da record. Quello di Almas Beluga viene ricavato da storioni del Mar Caspio con almeno 100 anni di età. Per la sua rarità e particolarità tocca le cifre stratosferiche di 25.000 dollari al chilogrammo.

Un dettaglio che lo rende extralusso è quello del packaging da Caviar House & Prunier, a Piccadilly Circus, a Londra: un piccolo contenitore d’oro 24 carati.Le pregiate uova di storione hanno prezzi diversi a seconda della varietà, ma in ogni caso si parla di cifre di tutto rispetto.

Un particolare caviale è quello blu, dagli scampi selvatici australiani. Per saperne di più...

Ostriche giganti della Coffin Bay

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Questa particolare e rara varietà di ostriche è australiana ed è così apprezzata che ogni singolo esemplare può arrivare a costare 100 dollari. Coffin Bay è rinomata per le ostriche nei ristoranti di tutta l’Australia e l’interesse da parte dei visitatori che vogliono imparare di più su questo mondo è cresciuto rapidamente negli ultimi anni. Così, dato che “l’economia gira”, Ben Catterall ha sviluppato un suo progetto: un tour totalmente incentrato sull’orgoglio del principale prodotto locale. E pensare che queste ostriche rappresentavano il cibo dei poveri nell’800.

Pesce palla o fugu

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Tra i cibi di lusso, il pesce palla o fugu, è considerato una vera prelibatezza, ma mangiarlo può essere molto rischioso. Il pesce è velenoso e, se non eviscerato in maniera corretta, può essere letale anche se cotto. In Giappone ne vanno pazzi e ci sono cuochi che studiano anni per prepararlo.

La difficoltà di preparazione lo ha reso uno dei piatti più celebri in Giappone tanto che la città di Osaka gli ha dedicato un museo. Il piatto più popolare è fugu sashimi, chiamato anche Fugu sashi o Tessa, affettato in modo molto sottile, decorato e preparato in modo da ricordare il crisantemo (sarà un alert?!). Tanto il culto che per affettare il fugu e servirlo esiste addirittura un particolare tipo di coltello chiamato fugu-hiki.

Può essere servito anche fritto o bollito con ortaggi. Il costo è di circa 75 euro a pesce, mentre una cena a base di fugu si aggira sui 100 euro, un piatto di sashimi di fugu può arrivare anche a 120 euro.

Aragosta

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Altro cibo simbolo del lusso è l’aragosta, un piatto che non manca mai sulle tavole più esclusive. Crostaceo nobile per eccellenza, può essere servito in diversi modi. I prezzi variano a seconda della specie e vanno dai 40 ai 70 euro al chilo.

Astice e aragosta sono tra i crostacei più prelibati e costosi della cucina internazionale. Spesso confusi l’uno con l’altra, si distinguono per un particolare non indifferente: la presenza di chele nel primo, del tutto assenti invece nella seconda. Entrambi però sono difficili da catturare, anche a causa della loro particolare conformazione, che deve raggiungere la piena maturità affinché il crostaceo abbia il gusto voluto. Le aragoste poi sono diventate particolarmente rare, così si intuisce come il prezzo di queste specie raggiunga cifre importanti. Le più rare sono quelle blu, le conoscete?

Ciò che forse non tutti sanno, però, è che non è sempre stato così. Si dice infatti che, quando i padri pellegrini giunsero sulle coste americane, vi trovarono così tanti crostacei da non sapere cosa farne. In un primo momento furono definiti “Scarafaggi di mare”, alimentando la riluttanza al consumo. Fu solo con l’affermarsi del cibo in scatola, dalla seconda metà del XIX secolo, che astice e aragosta cominciarono a vivere il loro momento di gloria. Inscatolati e venduti anche nell’entroterra, ne conquistarono i palati, diventando così sempre più richiesti e, con il tempo, pregiati.

Sembra paradossale, ma quello che oggi viene considerato un cibo di lusso, deve la sua (s)fortuna a delle lattine di metallo. 

Tonno pinna blu o tonno rosso

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Il tonno pinne blu o tonno rosso è ritenuto il più pregiato della sua famiglia per la morbidezza e la dolcezza delle sue carni. In particolare, è amatissimo in Giappone dove si organizzano vere e proprie aste per accaparrarsi i pezzi più grandi e freschi. Ambitissimo, nonostante le rimostranze degli ambientalisti, può arrivare al costo di 500 euro al chilo.

Un esemplare da 342 chili è stato venduto a Tokyo per circa 300mila euro.

Salmone chinook

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Dalla Norvegia arriva il salmone Chinook, particolare razza di salmone selvatico molto amato dai buongustai e il più ambito dai pescatori. Carne saporita e grassa al punto giusto, viene venduto anche affumicata. Il costo è di 45 euro al chilo.

Anguille giganti

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stanno riscuotendo grande successo negli Usa, dove c'è chi spende anche 1000 euro al chilo per assaggiare questa prelibatezza.

Dalla Terra

Tartufo

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È un fungo pregiato e poi molto amato, è citato spesso tra gli ingredienti più costosi, tanto che la rivista “The Richest” l’ha definito il prodotto più lussuoso del mondo in ambito gastronomico. I pregiati tuberi sono considerati delle vere leccornie e in particolare il prezioso tartufo bianco di Alba, i cui pezzi più rari sono stati venduti fino a 100mila euro al chilo. Pare sia il fungo più costoso al mondo in quanto i costi restano elevati a causa della loro rarità e la difficoltà nella ricerca. Il Tartufo bianco d'Alba è il più pregiato in assoluto. L'anno scorso i prezzi oscillavano tra i 2.500 e i 3.500 euro al chilo. Quest'anno si sta registrando un lieve calo. Addirittura un investitore di Hong Kong ha acquistato il famoso tubero Piemontese ad un costo di quasi 117 mila euro per un chilo e mezzo di prodotto; anche se il record -per lo stesso peso- pare sia stato di 160.406 dollari ad un’asta.

Il tartufo bianco di Alba è considerato come il re di tutti i tartufi, poiché è il più profumato, il più aromatico, ma anche il più raro. Nonostante i numerosi tentativi di coltivarlo, non si è mai riusciti nell’impresa. La parte esterna appare liscia, chiara, di color bianco latte o giallino, mentre la polpa all’interno è giallastra con sottili venature.Oltre al Tartufo bianco (in Piemonte e nella provincia di Pesaro-Urbino) Esistono poi altri tipi di tartufo:

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> Tartufo Nero: Pregiato o di Norcia, è caratterizzato da un colore bruno nerastro, ha una parte interna chiara a contrasto. Il suo profumo è molto intenso e aromatico, e si raccoglie da dicembre a marzo;

> Tartufo Scorzone: chiamato anche Estivo, è simile al tartufo nero pregiato e viene raccolto da maggio a dicembre;

> Tartufo Bianchetto: un tartufo delle zone della Romagna, delle Marche e della Toscana, ha le stesse caratteristiche fisiche di quello bianco, ma giunto a maturazione diventa più scuro sia all’esterno che all’interno. Di minor valore rispetto a quello bianco, viene raccolto da gennaio a marzo;

> Tartufo Invernale: un tartufo nero dalla superficie nera brunastra, con una parte interna scura con venature bianche dal profumo di noce moscata;

> Tartufo Nero Liscio: un tartufo dalla superficie è liscia con piccole verruche.

Patata bonnotte dell’isola di Noirmoutier

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La pregiata qualità viene coltivata solo sul lembo di terra dell’isola Noirmoutier, una piccola isola al largo della costa occidentale della Francia. Può essere venduta anche a 1000 euro al chilo. Queste patate vengono raccolte tre mesi dopo la semina e prima della loro maturazione.

È considerata dagli chef di tutto il mondo come una sorta di perla rara: di piccole dimensioni ma di consistenza compatta. Il suo sapore particolare deriva dal terreno in cui cresce: sabbioso e ricco di alghe fucus.

Funghi matsutake

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Un altro prodotto unico che arriva dal Giappone. Questa volta sono i funghi Matsutake, tra i più costosi al mondo. A prima vista sembra un porcino qualunque in realtà non è per niente così: in molti li definiscono come “carne vegetale” per la consistenza e il sapore. Famosi in tutto il mondo per l’aroma fruttato e speziato e un odore inconfondibile che lo port ad essere molto utilizzato in tutta la cucina orientale. Funghi Mattake o Matsutake: crescono solo in Giappone, Cina, Corea, Stati Uniti, Canada, Finlandia e Svezia.

Sebbene semplici da raccogliere, i matsutake sono difficili da trovare a causa delle loro specifiche esigenze di crescita e della rarità di foreste e terreni appropriati. Combiniamo il tutto con la concorrenza locale, l’intervento di animali selvatici e il prezzo è diventato molto alto. In Giappone è stata drasticamente ridotta la produzione e negli ultimi 50 anni, a causa di un parassita dei pini, che ha influenzato notevolmente il prezzo. Il raccolto annuale di matsutake in Giappone è ora inferiore a 1.000 tonnellate e la fornitura di funghi giapponesi è in gran parte costituita da importazioni dalla Cina, dalla Corea, dal Pacifico nord-occidentale americano e dall'Europa settentrionale.

Il matsutake giapponese all'inizio della stagione (che è il momento più alto) può arrivare fino a $1.000 al chilogrammo. Al contrario, il valore medio per il matsutake importato è di circa $ 90 al chilogrammo.

Frutti

Melone Yubari King

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Dal Giappone, in particolare da Yubari, in Hokkaido, arriva il frutto più costoso al mondo. Si tratta del melone Yubari King, conosciuto anche come melone cantalupo. Chi lo ha assaggiato, ha descritto la polpa come succosa e molto dolce.

Sembra che il motivo di tanta delizia risieda nella speciale cura riservatagli: ogni frutto viene sollevato da terra per essere massaggiato e lavato più volte al giorno; le piante che lo producono vengono innestate su esemplari più maturi, per poterne sfruttare le radici; per questo sono pochissimi gli esemplari coltivati ogni anno. Dalla loro rarità ne consegue che vengono venduti a coppie, per una cifra che può arrivare a 20mila euro.

Oltre il trattamento ci sono le particolarità dell’area geografica a garantire la superiorità del gusto di questo frutto.

Anguria densuke

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Ancora dal Giappone, arriva un frutto molto ricercato e costoso, l’anguria Densuke, anch’esso uno dei frutti più costosi al mondo. Coltivata sull’isola di Hokkaido, la più a nord di tutte, in un ambiente dove la stagione calda necessaria normalmente allo sviluppo delle piante di anguria dura molto poco rispetto alle altre regioni giapponesi. Questo contribuisce a renderla unica, insieme al fatto che necessita di molte cure e spazio in giardino, rendendo disponibili per la vendita pochi pezzi all’anno.

È ritenuta tra le più pregiate della sua categoria: caratterizzata da una forma perfettamente tonda, una buccia molto scura, quasi nera, e da una polpa molto dolce e succosa. Anche il modo in cui viene confezionata è particolare rispetto alle abitudini italiane: viene presentata in una elegante scatola di cartone cubica con protezioni per non farla ammaccare e con certificato di provenienza.

È considerato un frutto da regalare in occasioni particolari, come matrimoni, congratulazioni di vario genere e come gesto per ricambiare un favore ricevuto. Per la sua particolarità, può arrivare a 6.500 euro a singolo pezzo, che di solito si aggira intorno agli 8 kg.

Per chi si chiedesse come mai questo prezzi, abbiamo pronta la risposta dello chef Murata Yoshihiro il miglior chef di cucina kaiseki (3 stelle Michelin al Kikunoi a Kyoto), alla terza generazione di dedizione all’ospitalità e con 50 anni di esperienza: “il Giappone non ha un clima ideale per la produzione della frutta, quindi i coltivatori non potendo puntare sulla quantità, preferiscono selezionare solo i frutti migliori vendendoli, ovviamente, ad un prezzo molto alto”.

Finger lime

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È chiamato “caviale dei vegani” ed è un frutto derivante da finger lime, limequat e kumquat. Si tratta di un agrume di origine australiana che somigli al caviale non solo per le sue vescicole che ricordano le uova di storione ma anche per il prezzo che a seconda della varietà può arrivare fino a 200 euro al chilo. Se ne coltivano diverse varietà ma quella che più viene promossa e che riscuote più successo è quella a polpa bianca; la produzione è possibile tutto l'anno e proprio nel periodo natalizio c'è il picco produttivo. La Finger Lime Italia vende il prodotto fresco ma alcuni artigiani locali lo trasformano anche in succhi, marmellate e salse. A breve lanceranno anche l'olio di oliva aromatizzato al finger lime.

Cedro “mano di Buddha”

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Il cedro Mano di Buddha è una mutazione genetica di una varietà originaria del Bhutan. Ogni spicchio si sviluppa come un’unità profumatissima a sé stante, simile a lunghe dita. La maturazione dei frutti avviene in ottobre. Il frutto è molto profumato ed ha una buccia spessa e rugosa di colore giallo che contiene solo una piccola percentuale di polpa acida, spesso senza semi; l’albedo (la parte bianca del frutto) è dolciastro, sembra zuccherato. Le dita del frutto possono essere tagliate e utilizzate in cucina. Grazie al suo profumo è spesso utilizzato per profumare ambienti. Inoltre la buccia può essere lasciata a fermentare oppure utilizzata per la preparazione di canditi. Con il frutto si possono ricavare ottime bevande a base di alcol, si candisce, si grattugia oppure si affetta per il lungo per aromatizzare pesce, insalate, bevande. Imbattibile una mano intera come portafortuna di Capodanno.

Noci di macadamia

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Preziosa e gustosa, la Noce di Macadamia si inserisce nella lista. È originaria del nord-est australiano e fu scoperta già 500 anni fa dagli aborigeni. Venne riscoperta dai coloni Europei a metà del 1800. Oggi è coltivata anche alle Hawaii, mentre una specie minore trova spazio anche in Sudafrica, Brasile e California. Svariati studi testimoniano le capacita a vari livelli e su vari temi: combattono i radicali liberi e quindi l’invecchiamento delle cellule, contengono fibre quindi agiscono su fegato, intestino e muscoli, ha effetti positivi sul metabolismo grazie alla presenza di acido palmitoleico (un tesoro vista la quasi totale assenza di questo acido nella dieta mediterranea). Per di più sono dolci e delicate... non sul prezzo.

Hanno un costo di 40 euro al chilo.

Spezie e Condimenti

Pianta di wasabi

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La pianta cresce spontaneamente in vicinanza dei fiumi in zone fredde del Giappone, come per esempio in montagna o nelle valli in quota.Dal rizoma del wasabi si ottiene una pasta verde e piccante, usata nella cucina giapponese e chiamata con lo stesso nome della pianta: wasabi.Il wasabi vero però è molto difficile da coltivare, e quindi è costoso: può arrivare fino a 200 euro al kg. Per questo, nella maggioranza dei casi la pasta che ci viene servita al ristorante giapponese non è vero wasabi, ma un composto di rafano tinto di verde. Il gusto è simile ma non è identico: quando si mangia il wasabi vero, la piccantezza dura poco, ed è seguita da un gusto dolce, mentre con la pasta di rafano la piccantezza è piuttosto aggressiva e dura a lungo, e non è seguita da nulla.

Vaniglia

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La vaniglia è uno degli aromi più diffusi in cucina, nei prodotti cosmetici e per la casa, ma è anche la seconda spezia più costosa al mondo dopo lo zafferano.Ha origine in Messico, da dove proviene l’orchidea Vanilla planifolia, dove gli Aztechi sfruttavano le sue proprietà aromatiche per preparare una bevanda a base di cacao chiamata Xocoatl. Attualmente, però, il primo produttore ed esportatore mondiale è il Madagascar, che coltiva l’80% dei baccelli della varietà Bourbon, dall’antico nome dell’Isola dove è stata selezionata. La produzione tuttavia fatica a soddisfare l’ingente domanda mondiale di bacche, che si orienta sempre di più verso la vaniglia ‘naturale’.

Per questo motivo dal 2013 al 2018, in soli cinque anni quindi, il prezzo è passato da 20 a 600 dollari al kg, con una lieve diminuzione nel 2019 che porta il costo della vaniglia a 550 dollari al kg.

Facciamo qualche precisazione in più per i consumatori, perché qui il discorso si fa interessante. Il 90% della vaniglia utilizzata nei prodotti in commercio è sintetica al 100%. Si tratta della vanillina, sintetizzata in laboratorio da oltre un secolo a partire da sostanze come il glucosio, l’eugenolo dei chiodi di garofano, l’alcol di conifera oppure, nella maggior parte dei casi, dal benzene derivato dal petrolio. Bastano quattro passaggi e alcune reazioni chimiche, estrazioni e purificazioni, per passare dal benzene alla vanillina purissima, indistinguibile da quella estratta dalla vaniglia.

Il lusso della rarità: i cibi più costosi del mondo

La vanillina però è solo una componente dell’aroma di vaniglia, e non tutti sono disposti a rinunciare al profumo caldo e ricco della bacca solo per risparmiare.

Al supermercato un chilo di vaniglia può costare da 1.500 euro ai 3.000 per i baccelli biologici. Tuttavia, per un consumatore non è facile scoprire quanto sta pagando al chilo i baccelli che acquista, perché troppo spesso le confezioni indicano solo il prezzo per bacca, che mediamente si aggira intorno ai 4-6 euro per baccello.

Zafferano

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Il re delle spezie e il fiore più caro al mondo è lo zafferano. La lavorazione con tutti i suoi processi vengono fatti a mano, raccogliendo con delicatezza gli stigmi rossi dei fiori che poi sono messi ad essiccare. Sono necessari circa 40 giorni per raccogliere 450.000 pistilli da circa 150mila fiori. Il tutto per ricavare un kg di zafferano. Il prezzo medio è di 30mila euro al kg.

Lo zafferano rosso iraniano è la variante più pregiata al mondo con prezzi che arrivano anche a 40 euro al grammo. In Italia ci fanno un gelato, ovviamente il più costoso al mondo.

Sale Blu di Persia

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È più salato degli altri (in tutti i sensi), con toni lievemente speziati, dal colore intenso. Il sale blu di Persia è uno dei più rari che si trovano sul pianeta. Viene raccolto dal giacimento del millenario lago salato nella provincia di “Semnan”, nell’attuale Iran. La sua caratteristica colorazione è dovuta alla presenza di silvinite, un minerale grezzo contenente cloro e potassio che dà origine ai cristalli dal colore blu intenso. Ne viene prodotto molto poco ogni anno. E’ molto saporito ma rimane in bocca per un tempo breve, lasciando una scia di retrogusti speziati. Il suo gusto si sposa perfettamente con il tartufo, oltre ad essere ideale per condire focacce e pizze, frutti di mare e carne ai ferri. Dal punto di vista nutrizionale, il sale blu di Persia non presenta caratteristiche dissimili da tutti gli altri tipi di sale, di conseguenza gli usi sono pressoché analoghi; la produzione annuale però è decisamente ridotta, non più di 80-100 tonnellate, un fatto che ne determina anche il costo. Il prezzo è di circa 45 euro al Kg.

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Il costo è lo stesso per il Sale nero indiano. Questo viene dalla roccia vulcanica, è chiamato anche Kala Namak, è usato anche come spezia e nella medicina ayurvedica. Naturalmente ricco di ferro e altri minerali, contiene molte proprietà soprattutto disintossicanti. Contiene tracce di carbone vegetale e quindi previene i gonfiori addominali. In cucina ha un aroma pungente e distinto, sulfureo, buono anche per minestre e insalate, ottimo per insaporire il tofu.

Peperoncino Aji Charapita

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È selvatico, poco piccante, dal sapore fruttato e cresce molto lentamente nelle giungle del Perù e in Amazzonia. È considerato una delle spezie più costose al mondo con vaniglia e zafferano, con un valore al chilo che può superare i 18mila euro.

Viene coltivato principalmente nella varietà Tabasco, per farne l'omonima salsa ma ciò che gli conferisce tanto valore dipende da: > difficoltà nel trovare fonti affidabili esterne al Perù per acquistare dei frutti freschi;> costo alto della manodopera nella raccolta dei peperoncini;> impossibilità di coltivazione in casa dovuta alla difficoltà di trovare i semi.

Questo tipo di peperoncino è poco conosciuto nei paesi occidentali ma non sfugge all’attenzione di intenditori e chef stellati come David Munoz che ne conosce le caratteristiche. Infatti se utilizzato fresco,  ha un forte sapore fruttato che dà alle salse ed ai sughi un gusto tropicale; mentre se utilizzato in polvere, riesce a dare la giusta piccantezza e sapore ad ogni piatto.

Olio extravergine Lambda ultra premium

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Dalla Grecia arrivava l’olio più costoso al mondo: si tratta dell’olio extravergine Lambda Ultra Premium, prodotto dalla Speiron & Co. Le indicazioni ci raccontavano che le olive venivano raccolte a mano, spremute a freddo, filtrate e confezionate in eleganti bottiglie di vetro il cui costo era di 42 euro. Ma poteva arrivare ben oltre: infatti veniva proposta in confezioni personalizzate con due piastre d’oro 18 carati, una delle quali, insieme con la bottiglia, contiene il nome del proprietario, ad un prezzo di 11mila euro. Perché parlo al passato? Perché quello che pochi sanno è che Lambda e il suo fornitore, la premiata cooperativa Kritsa a Creta si sono separati. A $185 al litro, Lambda aveva il primato per il prezzo più alto per l'olio extravergine di oliva. Eppure l'olio d'oliva per riempire le bottiglie Lambda proveniva direttamente dalla normale produzione di Kritsa, come affermano i funzionari della cooperativa.

Parliamo dello stesso olio per il quale gli agricoltori della cooperativa erano stati pagati 2.70 euro l’anno prima. Ciò significa che il prezzo al dettaglio di Lambda era quasi 52 volte quello pagato al produttore.

Carni

Pollo nero Ayam Cemani

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Si tratta di un pollo allevato in Indonesia per il consumo locale. Ayam significa "pollo" in lingua indonesiana, Cenami vuol dire “completamene nero” in lingua giavanese. Infatti la razza pare originare da Kedu sulll’isola di Giava. (Anche se qualcuno ne attribuisce la provenienza dall’isola di Sumatra su cui vivono galline molto simili). Venne per la prima volta importato in Europa nel 1998 dall’allevatore olandese Jan Steverink. Allevamento arrivato anche in Italia tra il 1998 ed il 2000. Gli esemplari di Ayam Cemani sono completamente neri: piumaggio, cresta, zampe, occhi, becco e perfino le interiora e lo scheletro. La spiegazione è data da una anomalia nella presenza di melanina.

Non è nero, invece, il guscio delle loro uova, che si distingue invece per la colorazione crema in netto contrasto.

Questa razza è così rara che un pulcino arriva a costare anche migliaia di dollari.

Ha un prezzo elevato anche in patria dato che, in Asia, gli Ayam Cemani sono rinomati sia per i poteri mistici della loro carne nera, sia per le loro straordinarie piume nere come l’inchiostro, con una lucentezza quasi metallica. I paesi che più allevano a scopo commerciale questa razza sono USA, Olanda, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Regno Unito.

I prezzi:

  • 200 dollari per un pulcino appena nato;
  • 275 dollari per un pulcino di un mese;
  • 499 dollari per un esemplare di 4 mesi;
  • 999 dollari per un esemplare di 7 mesi;
  • più di 5.000 dollari per un esemplare adulto che rispetti perfettamente gli standard della razza.

Foie gras

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Pietanza francese amata da cuochi e gourmet di tutto il mondo, il foie gras (letteralmente fegato grasso) è sempre presente nei menu più ricercati. È il re dei paté, a base di fegato d'oca o di anatra. Il metodo con cui si ottiene ha fatto scalpore, ma per il gusto e la raffinatezza del sapore rimane un ingrediente imprescindibile nell’alta cucina, tanto che secondo alcuni si tratterebbe del piatto più buono del mondo. Per la legge francese la definizione è “fegato di anatra o di oca fatta ingrassare tramite alimentazione forzata (gavage)”.

Fresco costa tra i 25 e i 40 euro al chilo.

Dato il suo altissimo contenuto di grassi (80 %) è molto calorico e gelatinoso, e ha un sapore meno intenso dei normali fegati di anatra e di oca. L'alimentazione forzata induce una steatosi in seguito alla crescita abnorme del fegato e un aumento di grassi nelle cellule epatiche. La battaglia degli animalisti ha portato a rendere illegale (e quindi raro) la produzione di foie gras in molti paesi, quasi tutti quelli dell’Unione europea e in particolare dal 2007 è illegale in Italia.

Wagyu

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Inarrestabilmente dal Giappone anche la carne del manzo Wagyu, nota anche come manzo di Kobe, che è ritenuta la migliore al mondo e anche la più costosa. Il particolare tipo di allevamento che gli allevatori giapponesi riservano ai manzi la rende grassa e morbida al punto giusto. Manzo di Kobe viene da bovini Wagyu di razza Tajima nati nel distretto di Hyogo, ogni giorno nutriti e massaggiati accuratamente. I manzi vengono allevati nella verde regione giapponese Hida, allo stato quasi brado, alimentati a erba per i primi mesi, per poi passare al fieno di riso e altri mangimi rigorosamente vegetali autoctoni come soia, crusca, fieno, granaglie, birra, sake.

Il prezzo può arrivare oltre i 950 dollari al chilo. La principale caratteristica di questa carne, riscontrabile anche a occhio nudo sui tagli ancora crudi, è la percentuale e la distribuzione di grasso interno alle fibre che forma una ragnatela, come un marmo, sempre più importante a seconda della marezzatura (marbling) di riferimento. Maggiore è la presenza di grasso tra le fibre, più è buona e pregiata la carne, ed è anche più salutare per il nostro organismo. In Italia oggi l’unico importatore ufficiale e certificato è Taki Japan International, che serve alcune macellerie e ristoranti di alto livello, come il Taki Restaurant, a Roma, a due passi da Piazza Cavour.

Jamon iberico de bellotta o Pata Negra

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Dalla Spagna arriva il salume più costoso al mondo. Si tratta di Jamòn Iberico de Bellotta o Pata Negra, prodotto usando la carne di maiali allevati a ghiande (bellotta), in libertà. La particolare alimentazione dà un colore e un sapore unico al prosciutto, in quanto la ghianda fa sì che l’acido oleico in essa contenuta si trasferisca alle carni per conferirne il tipico gusti. Prodotto in Spagna, è considerato il prosciutto crudo migliore del mondo, nonché un prodotto di alta cucina per Spagna, Portogallo e non solo.

Per la sua produzione e per potersi fregiare di questo nome, le carni devono provenire da esemplari che siano 100% pura razza iberica. Indicativamente il prosciutto 100% Iberico Bellota (etichetta nera) il Pata Negra, ha un prezzo di 65€-90€/kg (455€-630€ per un prosciutto di 7Kg).

Da non confondere con il prosciutto Bellota (etichetta rosso) che ha un prezzo di 50€-60€/kg (350€-420€ per un prosciutto di 7Kg), ma non è di razza pura, dunque non Pata Negra.

Formaggi

Moose Cheese

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La sua produzione avviene solo all’interno della fattoria di Älgens Hus, ovvero la Casa dell’Alce, situata in una località del Nord della Svezia. Qui vengono prodotti numerosi alimenti a base di alce, ma quello caseario è sicuramente tra i più costosi: può arrivare infatti a toccare i 700 € al kg. È prodotto nella fattoria svedese con i 5 litri di latte che ognuna delle tre alci può dare. Una produzione limitata a 30 chili annui (circa 650 euro cad). Ma soffermiamoci un po’ di più sui Formaggi.

Pule

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Secondo Brian Roberts di Forbes, il formaggio più costoso al mondo è anche il più introvabile. Si tratta del Pule, un formaggio a pasta bianca, friabile e non così facile da trovare perché si tratta di un formaggio a base di latte d’asina dei Balcani, originario solo della Serbia e del Montenegro. Per produrne solo un chilo, sono necessari 25 litri di latte.Il suo costo è collegato al tempo e alle materie prime necessarie per produrlo, un prodotto serbo che è venduto a circa 1.300 dollari al chilo.

Dolci

Miele elvish (il miele degli Elfi)

Il lusso della rarità: i cibi più costosi del mondo

Il miele Elvish viene raccolto in Turchia e può arrivare a 5000 euro al chilo. La ragione? Viene estratta a 1.800 metri di profondità, in una grotta presso la valle di Saricayir, nel nord-est della Turchia, tanto da essere definito anche “Miele degli Elfi”. Fu scoperto per puro caso nel 2009 dall’apicultore Gunay Gunduz mentre seguiva alcune api che entravano regolarmente in una caverna nei pressi della città di Artvin. All’interno trovò ben 18 kg di miele a quasi 2 km di profondità, un miele invecchiato 7 anni e perciò ricchissimo di minerali. In Turchia non viene venduto a meno di 15 euro al chilo, uno dei cibi rari e preziosi, tra i più apprezzati.

Si tratta di un prodotto pregiatissimo, realizzato in modo completamente naturale. Il primo chilogrammo fu venduto a 45 mila euro, ma poi il prezzo è diminuito, fino ad arrivare ai 5.000 euro al kg di oggi.

Gelato

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Il marchio Three Twins ha lanciato un gelato biologico, fatto con la neve di un ghiacciaio in Tanzania. Neal Gottlieb (fondatore del brand) ha pensato bene di preparare questo prodotto. Il barattolino costa 60.000 dollari e comprende: viaggio in prima classe verso le falde del Kilimangiaro, una notte in hotel a 5 stelle, una gita sulle pendici del monte. Qui, durante l’escursione, sarà raccolta la neve fresca da utilizzare una volta a valle, per creare il gelato.

Dessert

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E sempre restando al fresco, una creazione del ristorante newyorkese Serendipity che per tra i suoi dessert può vantare un gelato al cioccolato realizzato con cacao proveniente da 14 paesi diversi. Ovviamente per completarlo, hanno scelto 5 grammi d’oro e scaglie di tartufo. Il costo? 25mila dollari.

Bevande

Tè matcha

Il lusso della rarità: i cibi più costosi del mondo

Anche una abitudine normalissima come bere una tazza di tè può diventare costoso se si tratta del pregiato tè Matcha. Originario della Cina, molto utilizzato anche in Giappone è molto molto più ricco di antiossidanti rispetto agli altri tè verdi. Settimane prima della raccolta, le piante di matcha vengono coperte in modo che abbiano il giusto grado d’ombra allo scopo di aumentarne il contenuto di clorofille che conferisce il colore verde così acceso. Le foglie, poi, vengono cotte al vapore (per proteggerle dall’ossidazione e preservarne al massimo le qualità nutritive e organolettiche), asciugate e ridotte in polvere finissima; ce ne sono due tipi: il koicha (spesso) che proviene da piante di età superiore a 30 anni, e l'usucha (sottile) che proviene da piante di età inferiore ai 30 anni.

Le qualità migliori superano i 100 euro al chilo e possono arrivare fino a 170 euro.

Usato in Giappone per la cerimonia del tè, è apprezzato anche nella preparazione di sorbetti, gelati e pietanze varie per il colore verde acceso e il sapore molto particolare. Immancabile in pranzi e cene di tutto l’Oriente e non solo, ormai.

Da Hong Pao

Il lusso della rarità: i cibi più costosi del mondo

è stato considerato per molto tempo uno dei tè più rinomati e sicuramente più costosi. Cresce sulle pendici dei monti Wuyi, nella regione del Fujian, Cina. Le sue note di orchidea, con sfondo minerale, sono uniche tra i tè di roccia dei monti Wuyi. Oggi gli arbusti di tè cinesi dai quali veniva raccolto il Da Hong Pao oolong sono protetti, in quanto bene di interesse nazionale. I raccolti di Da Hong Pao vengono da arbusti di tè riprodotti nel tempo dagli arbusti originali per talee.1300 euro a grammo ( 9000€ a tazza)

Come gli altri tè di roccia come il Shui Xian, anche il Da Hong Pao può stagionato nel tempo per arrivare ad affinare sempre di più le sue uniche note.

Caffè kopi luwak

Il lusso della rarità: i cibi più costosi del mondo

Ormai è noto per la sua particolare provenienza, il caffè Kopi Luwak è infatti ricavato da bacche di caffè ingerite, digerite a metà e poi espulse dalla civetta delle palme (lo zibetto), animale che vive in Indonesia. Prodotto in Indonesia, il suo prezzo varia dai 650 ai 2.500 euro al chilo.

Tè dagli escrementi dei panda

Restando in tema, in Cina stanno studiando un metodo simile, a partire dagli escrementi del panda, per farne del tè. Pare che il panda abbia un sistema digestivo che non assorbe tutto ciò di cui si nutre e i suoi escrementi conservano molte sostanze nutritive che poi vengono usate per il tè. Il tutto per circa 58mila euro al chilo.

Acqua minerale “Kona Nigari”

Il lusso della rarità: i cibi più costosi del mondo

Viene prelevata al largo dell’arcipelago delle Hawaii, a più di 600 metri di profondità, è un vero concentrato di sostanze minerali ed è priva di qualsiasi tipo di inquinante, ma per berla è necessario diluirla. Il costo è di 370 dollari al litro, ma questo non scoraggia gli estimatori, specie in Giappone, dove vengono vendute 80mila bottigliette al giorno.

E sapete una cosa? Non è la più costosa.

Supernariwa

Il lusso della rarità: i cibi più costosi del mondo

è stata per molto tempo l’acqua più pregiata al mondo. Arriva dal Giappone e una bottiglietta di questa pregiata marca può costare ben 9000 euro. È estratta da una sorgente formatasi in seguito ad una pioggia di meteoriti e si narra che chi la beva invecchi più lentamente.Aspettate, non ho finito.

Acqua di Cristallo Tributo a Modigliani

Il lusso della rarità: i cibi più costosi del mondo

Bere l’Acqua di Cristallo Tributo a Modigliani è come bere oro! Infatti, al suo interno, oltre ad esser contenute acque minerali costose provenienti dalle Isole Fiji e dall’Islanda, sono presenti 5 mg di polvere d’oro. Una bottiglietta venne venduta per 53.460 euro, a scopo di beneficenza.

Extra

Nidi di rondine

Il lusso della rarità: i cibi più costosi del mondo

Amatissimi in Cina e nel Sud-Est Asiatico, i nidi di rondine sono veri e propri nidi, formati dalla saliva delle salangane, specie simile ai rondinoni. In realtà appartengono a diverse specie di uccelli e sono prodotti da una particolare secrezione del volatile che è simile alla saliva. Molto ricercati nella cucina cinese, una confezione può arrivare a 4000 euro. Si trovano all’interno delle grotte, soprattutto sull’isola di Giava e sono molto difficili da raccogliere.

Oro commestibile

Il lusso della rarità: i cibi più costosi del mondo

Ecco un ingrediente che non manca mai nei piatti più costosi , anche nei dolci e nei gelati: è l’oro commestibile. Il prezioso materiale viene lavorato in lamelle sottilissime, assolutamente non pericolose e per uso alimentare. È possibile ingerire quantità molto piccole di polvere o foglie d’oro, purché sia oro fino cioè oro puro 24 carati, o in lega con argento 999. Qualsiasi altra lega può essere tossica.

L’oro non ha un gusto definito, è completamente neutrale, quindi incide a livello di impatto ed esperienza visiva ma non sul gusto.

Ha un costo di circa 30 euro per confezione (contenente 10 fogli): si stima che una guarnizione d’oro per una torta ne incrementi il prezzo di circa il 25%.Insomma, è costoso ma non proibitivo. Semplicemente è più di tutte le altre “sfarzo”: «vanto infondato», derivato di sfarzare «ostentare», che è dallo spagnolo disfrazar «fingere, simulare, truccare». In Italia c’è qualcuno che lo mette sulla pizza. (Qui)

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