FoodClub | Logo Esdra

Il sistema piramidale del mondo pizza, inesauribile fonte di ricchezza (per pochi a discapito di molti)

Il mondo pizza tra sponsor, classifiche, distributori e gastronomi compiacenti, è un sistema piramidale?

Il sistema piramidale del mondo pizza, inesauribile fonte di ricchezza (per pochi a discapito di molti)

Successo, successo e ancora successo. Questo è quanto, tutti quelli ignari di ciò che accade nel microcosmo gastronomico, immaginano sia la ristorazione. Una fonte inesauribile di ricchezza dove chiunque, investendo qualche soldo o puntando sulle proprie indiscusse qualità, può ambire in pochissimo tempo a realizzare il proprio sogno di acquisire notorietà e benessere economico.

Purtroppo non tutti sanno, dato che i canali di informazione raccontano solo di grandi successi, che spesso tutto quanto può rivelarsi una grossa trappola e sono pochissimi quelli che a fronte di un investimento importante riescono a raggiungere il successo. La via per la realizzazione è costellata da avvoltoi e sciacalli pronti a costruire un "sogno personalizzato" e che, nella maggior parte dei casi, arricchisce solo loro.

Un vero e proprio sistema piramidale in cui è necessario trovare sempre una nuova preda da spingere ad effettuare il "solito" percorso che va dalla fase di recruiting e promesse fino all'abbandono della prenda esanime, per alimentare e sostenere un sistema.

Raramente qualcuno, pur avendo intrapreso questo percorso, è riuscito a svincolarsi dal sistema, a costruirsi una carriera, a svoltare tutto a proprio vantaggio. Avete mai sentito parlare del sistema piramidale Herbalife? Necessario è, per toccare il punto, aprire una breve parentesi sull'azienda statunitense dove tra le migliaia di persone coinvolte, pochissimi sono quelli che realmente ce la fanno.

Per chi è a conoscenza de "il controverso caso Herbalife" può passare direttamente al paragrafo successivo, per chi invece non ne sa nulla e vorrebbe comprendere come sia arrivato alla conclusione che il mondo pizza, anche se gestito da più soggetti, sia fondato su un sistema molto vicino a quello piramidale sarebbe un bene leggere quanto segue.

Scrive Claudia Addona di Herbalife su iusinitinere.it

Herbalife International è una multinazionale statunitense, creata nel 1980 dall’imprenditore Mark Hughes, che sviluppa, commercializza e vende integratori alimentari per il controllo del peso, la nutrizione sportiva e prodotti per la cura personale. La società afferma che ogni distributore guadagna sul consumo e sulla vendita dei prodotti effettuato personalmente e dalla propria downline. La downline è rappresentata dalle persone che i distributori hanno portato all’interno del business. Per cui, i manager di Herbalife definiscono la loro una struttura di multi-level marketing: un sistema di compensazione costituito da commissioni, royalties e bonus derivanti dalle vendite effettuate dalle persone che i venditori hanno sponsorizzato e presentato come nuove reclute all’azienda.
Ma Herbalife, recentemente, si è trovata nell’occhio del ciclone a seguito di una conferenza dell’investitore Bill Ackman, CEO di Pershing Square Capital Management, nella quale ha presentato una serie di argomenti secondo cui Herbalife sarebbe, in realtà, un “sofisticato sistema piramidale”.
Il sistema piramidale è un modello, illegale, di business che promette un guadagno non sulla vendita di prodotti o un servizio, ma sul reclutamento di nuovi membri che a loro volta saranno remunerati sulla base dello stesso principio, mano a mano che i livelli di reclutamento aumentano trovare altri membri diventa impossibile.
Ackman afferma di aver scoperto che la maggior parte dei distributori Herbalife perde soldi nel business e che solo uno su cinquemila riesce a guadagnare. Accusa, inoltre, l’azienda di ingannare i nuovi affiliati, promettendo e garantendo loro altissimi guadagni nel breve periodo, colpendo le comunità più povere, nello specifico quella messicana, che con nella speranza di migliorare la propria condizione economica, cade nella trappola.
La Federal Trade Commission ha aperto un’indagine per truffa nei confronti del grande colosso degli integratori, conclusasi con un patteggiamento.
L’accordo implica un rimborso di 200 milioni di dollari rivolto a 350 mila persone, che negli USA hanno perso soldi con Herbalife tra il 2009 e il 2015; e l’interruzione di pratiche distributive controverse.
I sistemi piramidali sono illegali perché inevitabilmente destinati a crollare. Nessun programma può reclutare nuovi membri per sempre. Ogni schema piramidale crolla perché non può espandersi oltre la dimensione della popolazione terrestre. E quando lo schema crolla, la maggior parte degli investitori si trova in fondo ed è incapace di recuperare le perdite.
Attualmente in Italia, il divieto è contenuto nell’art. 5 della L. 173 del 2005. La Corte di cassazione, con una successiva pronuncia (n. 37049 del 2012), ha precisato che deve ritenersi irrilevante l’eventuale volontà del soggetto di essere reclutato nella rete, stante il silenzio della normativa. La volontaria adesione non configura quindi fattore di esonero dalla sussunzione, ovvero dal rientrare nella fattispecie vietata.
Se ci si chiede come sia possibile che il sistema piramidale sia ancora capace di abbindolare migliaia di persone, la risposta è semplice: l’ingenuità e la voglia di riscatto.
Spesso a cadere in questa trappola sono le classi più povere che vogliono migliorarsi e ripongono, ingenuamente, in questi sistemi massima speranza.

Il sistema piramidale: PizzaLife System

Osservando come negli ultimi anni si è evoluto il "mondo pizza" e come si muovono i diversi protagonisti che lo compongono tra produttori, distributori, pizzaioli, gastronomi, giornalisti e comunicatori, sorgono in maniera abbastanza naturale alcune riflessioni e parallelismi con i sistemi piramidali: Chi ci sta veramente guadagnando? Come e su cosa si sostiene il tutto? Vediamo insieme come funziona e su quali step si fonda, quello che ho soprannominato, il PizzaLife System.

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

  • Trovare il soggetto su cui costruire il business. In genere si intercetta pizzaiolo di talento in forza al locale anonimo, magari perché si è messo in mostra sui social o è stato consigliato fortemente dai vari pizza scout, e gli si fanno tre/quattro articoli inducendolo a sognare un proprio locale o forzare l'attuale proprietà a investire in una forte ristrutturazione rivedendo il modello di business (restauro locali, carta dei vini, etc etc). Nella maggior parte dei casi, il giovane e talentuoso artigiano, che da tempo aspettava il proprio momento di gloria e di mettersi al livello dei propri idoli, dopo pochi giorni, comincia a fotografare file, telecamere di sicurezza e postare pizza con #hashtagpersonalizzato: "Con le pizze quando volete".
  • Reperire capitale. Una pizzeria che funziona e macina utili, a fronte di una spesa iniziale variabile che va dai 100.000 ai 300.000 euro, fino alle astronavi da oltre 1 milione di euro che, numeri alla mano, potrebbero essere recuperati in 1 anno di lavoro in pompa magna, è un ottimo investimento. Basterà sventolare due numeri per intercettare incauto investitore, ingolosito da poter ottenere lauti guadagni con (in proporzione) minimo investimento, disposto a finanziare il ragazzo garantito a limone su un'attività di sicuro successo. Si scrive solo di sold out, file chilometriche e talenti sbucati dal nulla che in pochi anni hanno costruito un impero: perché mai dovrebbero essere a conoscenza che in 3 anni più del 50% dei locali chiude e oltre il 90% non rientra dell'investimento iniziale? Il gastronomo non ha dubbi a riguardo, grazie ai suoi canali e acquistando dai produttori giusti che garantiscono diffusione mediatica, il successo è assicurato: Tutti (quelli che ci fanno vedere e di cui si scrive) in pochi anni hanno svoltato la loro condizione economica e sono pochi quelli che riescono a comprendere realmente la vastità del fenomeno e le difficoltà nel gestire un ristorante, pur se ne hai competenza è assai complicato (così come per tutte le attività commerciali) raggiungere il successo economico, insomma nulla è certo.

A questo punto della discussione il lavaggio del cervello è fatto. C'è l'immagine che avrà la pizzeria (il pizzaiolo) e colui disposto a investire nel progetto, quindi si passa al livello successivo:

  • Tutto deve essere acquistato dalla persona giusta. Si parte dal consigliare il rivenditore di mattonelle giusto (questo è quello che rifornisce anche il numero uno dei pizzaiuoli), passando per l'agenzia di comunicazione giusta, fino al vestiario del parcheggiatore. Ogni meccanismo della catena piramidale viene oleato e riceve la sua parte e ottiene un guadagno immediato (tranne investitore che dovrà guadagnarseli).
  • La pizzeria è un'attività artigianale, per avere successo al centro del progetto dev'esserci il pizzaiolo. Si procede con il personal branding. Grazie all'importante investimento in marketing dell'imprenditore coinvolto -soldi necessari per il successo dell'attività- il talentuoso e anonimo pizzaiolo comincerà a diventare una vera e propria star dei social: dalla giacca firmata all'insegna con caratteri cubitali su cui vi è scritto il suo nome, 4 mani con chef stellati, barattoli brandizzati, insomma un tripudio propagandistico al personaggio. Anche se i numeri commerciali non risponderanno immediatamente (numeri di cui il pizzaiolo, essendo stipendiato o tutt'al più coinvolto in percentuale, non è a conoscenza) è solo questione di tempo, mentre illustri gastronomi e professionisti (sovvenzionati indirettamente dagli sponsor) scrivono sistematicamente della sua grandissima capacità, per arrivare al successo bisognerà continuare a investire e non scontentare nessuno, manca poco al grande raccolto. "Tanto a breve faremo 1000 pizze al giorno, sai in quanto tempo tornerà indietro l'investimento? Mai mollare."
  • “Nessun uomo entra mai due volte nello stesso fiume, perché il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo.” L'umile ragazzo dopo qualche mese non è più lo stesso. Come un piccolo sasso che dall'estremità del monte comincia a rotolare lungo il versante innevato, così il giovane e non più sconosciuto pizzaiolo comincerà a cullare il dolce pensiero che un giorno tutto quanto potrebbe essere suo. Vuoi vedere che i buoni rapporti creati con produttori, marchi, sponsor etc etc, non gli consentiranno di accedere al credito per aprire una sua attività? Perché mai dovrebbe continuare a lavorare per un imprenditore disposto solo a metterci il danaro? Il suo impasto, la sua capacità, la sua nomea nel settore meritano rispetto, "lavorare 15 ore al giorno per arricchire il padrone? Basta!". Anche il famoso giornalista è d'accordo, è arrivata l'ora ma è necessaria cautela, prima bisognerà coinvolgere le persone giuste.
  • I conti non tornano. Nel frattempo l'investitore comincia a preoccuparsi, ha speso un bel po' di danaro, magari coinvolgendo e mettendo insieme fondi di più soci. Comincia a pensare di non aver fatto un grosso affare e di dovere maggiore attenzione alla contabilità, chiedendosi per quale motivo sia necessario avere 4 bancali di pomodoro se ne vengono consumati a stento 1 ogni 15 giorni. In quel preciso istante ci si avvia inesorabilmente verso la rottura, il pizzaiolo geniale che vincerebbe qualsiasi guerra di pizze, pienamente consapevole del suo talento decantato ovunque, realizza che le promesse fatte all'inizio non saranno mantenute, che l'investitore vuole fargli i conti in tasca (non è un suo diritto? è la sua attività) e che questo non va bene in quanto il suo successo è decantato addirittura in sonetti e se non riescono a far fruttare il locale, è probabilmente colpa della moglie del titolare che si è rifatta le labbra. Se l'imprenditore non è disposto a dargli la materia prima giusta la sua pizza ne risentirà e nessuno può permettersi di rovinare il suo lavoro, la sua pizza à arte.
  • Il piccolo sassolino è oramai una valanga, l'investitore ha fatto il suo tempo nutrendo per quel che poteva la piramide. Il pizzaiolo comincia a mandare messaggi in codice sui social, acclamato dai suoi sostenitori e dalla critica sa che è il momento di mettersi in proprio. Sente giornalisti, produttori, costruttori e i suoi followers e tutti sono disposti a investire sul suo talento.
  • Il dato è tratto, il pizzaiolo va via e l'investitore resta con un pugno di mosche tra le mani, ha un locale di cui non sa assolutamente cosa farsene, che non gli ha prodotto utili e a cui ora sarà difficile dare un nuovo imprinting. Il marketing ha sortito i suoi effetti, le persone in quella pizzeria mangiano la pizza di quel pizzaiolo e sono pronti a seguirlo ovunque egli andrà, e nonostante se ne sia trovato un altro altrettanto bravo, per ricostruire l'immagine bisognerà svolgere un duro lavoro, un doppio lavoro. Nel frattempo tutti sono stati regolarmente pagati, dai produttori alle agenzie di comunicazione.
  • Il pizzaiolo è oramai una star, ha finalmente il suo locale, gli arrivano 15 pedane per ogni articolo di provoloni IGP, DOC etc etc, ora finalmente potrà fare la sua pizza e potrà dimostrare al suo vecchio titolare taccagno come si conduce una pizzeria. Nel frattempo l'investitore della prima pizzeria ha già chiuso, ceduto o è ritornato a oleare il sistema provando a ricostruire l'immagine del proprio locale puntando tutto sul neo arrivato.
  • Il successo non tiene se artefatto. Dopo i primi mesi in cui vi è stata risposta di pubblico indotto da giornali, giornaletti e foodblogger, dopo aver messe a tacere le voci fuori dal coro che volevano dare il giusto consiglio, il locale inizia a essere stranamente vuoto. Nel frattempo i consiglieri di sempre anziché indurre il pizzaiolo a una riflessione gli propongono un nuovo format che, con le conoscenze acquisite e la notorietà internazionale, sarà sicuramente un successo.
  • Cocktails e pizza? Pizza in teglia? Un forno per l'asporto? Il pizzaiolo è combattuto:

a) perché mai dovrebbe dubitare di queste brave persone che lo hanno portato alla ribalta mondiale? Coinvolge nuovo investitore ignaro che, basandosi solo sull'inarrestabile scalata del pizzaiuol prodigo, non ha dubbi sul successo imprenditoriale senza precedenti.

b) Non se la sente di contrarre altro debito, per la prima volta inizia a fare i conti sul serio: tra risorse umane, leasing della supercar e fatture da pagare comincia a sentirsi sopraffatto. Non avendo intenzione di coinvolgere altri, ferma il suo contributo al pizzalife system. In un solo anno ha portato al mondo pizza due nuove pizzerie, quella del primo investitore e la propria.

Perché il mondo pizza somiglia a un sistema piramidale?

Il tanto discusso sistema piramidale Herbalife è fondato sul recruiting degli ultimi e sulla vendita di una campionatura di prodotti che nella maggior parte dei casi finisce per prendere polvere in cantina. Si vende il sogno di potersi costruire una carriera di successo dal nulla, ai convegni si dà maggior spazio al racconto di storie di quelli che ce l'hanno fatta e alle loro disavventure che non ai prodotti da dover rivendere, finendo per diventare come una sorta di convegno religioso, un lavaggio del cervello che ti porta a pensare di poter svoltare la tua vita mettendocela tutta, solo se non molli e se continuerai a investire e a coinvolgere nuove persone. D'altronde, quale alternativa hai?

Herbalife vende un sogno a tutti quelli che non ne hanno uno e quei pochi che realmente riescono a fare la scalata della piramide diventano la miglior forma di marketing possibile per l'azienda.

Manco a farlo apposta alle basi della piramide su cui è costruito l'impero, per quanto riguarda gli Stati Uniti, troviamo popolazione di origine ispanica, messicani e immigrati per lo più analfabeti. E non vi è nulla di marcio in questo se non fosse che la maggioranza delle persone coinvolte sono per lo più nullatenenti. Mi direte che c'entra con i pizzaioli? Ho intenzione di offendere un'intera categoria? Ma no, ci mancherebbe, vengo dalle Vele di Scampia e so esattamente cosa vuol dire non avere alcuna prospettiva. Prima che si inneschi la polemica ve lo scrivo a caratteri cubitali SONO UNO DI VOI.

Parliamoci chiaro, forse tra una generazione (o due) si sceglierà di essere pizzaioli e vi sarà una vera e propria professionalizzazione della categoria, ma al momento non è così. La stragrande maggioranza è composta da ragazzi che si sono trovati al banco per caso, che hanno cercato un lavoro per "arrangiare" o sono stati messi lì per essere levati dalla strada. Che poi molti di loro abbiano sviluppato competenze e dimostrato di avere talento, rientra nel puro caso statistico. Da questa base è facile comprendere come si arrivi ad incappare nel sogno: Tutti culliamo, nel profondo, il desiderio che qualcuno ci scovi e valorizzi il nostro talento. E quando una persona "colta" e di peso nel settore in cui operi ti scova al banco di periferia e ti dice che puoi essere un campione e svoltare la tua condizione economica, come fai a trattenere la gioia e a non pensare che sia finalmente arrivato il tuo momento?

Chi beneficia di tutto questo?

Alla fine della storia, produttori e distributori saranno stati regolarmente pagati e nel caso in cui manchi qualche fattura per chiudere i conti non ne faranno un dramma... a fronte di un certo fatturato qualche perdita è considerata naturale. I costruttori sono stati i primi a uscire dal cerchio, i giornalisti e gastronomi coinvolti avranno avuto tutti la loro parte direttamente (consulenza) o indirettamente attraverso sponsor (di cui loro stessi sono promotori) che senza indugio riconfermeranno la propria partecipazione a manifestazioni ed eventi. Sembra un mondo felice e prospero ma come in tutti i sistemi piramidali il reclutamento è alla base del business e chi sarà a pagare per sostenere il sistema? Pizzaioli e investitori? Risposta esatta.

Certo obietterete che dall'avere niente a cavalcare un sogno sia un sistema che offre delle possibilità, che 1 su 1000 ce la fa e non è detto che, pur essendo stato "usato", il nostro talentuoso pizzaiolo non abbia nel frattempo sviluppato le capacità per costruire il successo, che l'investitore abbia scelto di sua spontanea volontà di entrare nel business per cui non vi è alcun raggiro.

In effetti è così. E' tutto legale, tutto nella norma ma, prima di lanciarvi in queste mirabolanti avventure che potrebbero cambiare la vostra vita, sappiate che mentre per voi si aprono le porte di un sogno -che tu sia il pizzaiolo o l'investitore poco importa- c'è qualcuno che ha creato un modello per lucrare sul vostro desiderio di rivalsa economica e sociale; che tu arrivi o meno non è un problema, il loro guadagno arriva nell'esatto momento in cui tu inizi a cavalcare verso la speranza, perché hanno trovato un modus operandi ineccepibile, il loro è "il delitto perfetto": non ci sono prove ad incastrarli, apparentemente non hanno movente ma soprattutto hanno sviluppato il loro personale profilo della preda perfetta.

Seguici su facebook foodclub.it

Entra nel vivo della discussione sul nostro gruppo, un luogo libero dove professionisti della ristorazione, clienti e #foodlovers si confrontano sui temi del giorno: Join the #foodclubbers Be #foodclubber