La mia grossa grassa quarantena italiana.
Nel bel mezzo dell'emergenza da coronavirus, ho scoperto che la quarantena è la mia compagna di merende.
Marzo, il mese della volubilità e della bizzarria.
Marzo, il mese che deve il suo nome al dio Marte perché proprio a questa divinità erano attribuiti i raccolti primaverili e le guerre.
E mai tutto ciò ci è sembrato più vero che in questo Marzo 2020.
Il dover mutare i nostri atteggiamenti usuali, la necessità di attuare comportamenti e affetti in evidente contrasto con la normalità che conoscevamo per poter rispondere e contrattaccare in una guerra senza armi e che possiamo combattere solo chiudendo tutto ciò che ci dà una forma di contatto con gli altri.
Qualcuno in questi giorni ha scritto "immunitas è il contrario di communitas" e probabilmente è la frase che riassume meglio ciò che stiamo vivendo, è il concetto che maggiormente riesce a rendere l'importanza di restare a casa, è l'espressione che più di ogni altra spiega il motivo della scelta di chiudere da parte di molte attività, di molti locali, di molti ristoranti per responsabilità nei confronti dei clienti e di tutti i cittadini, al contempo spiega anche la successiva chiusura forzata delle restanti in seguito a ordinanza.
Gran parte della popolazione è tenuta a restare in casa e inevitabilmente a ridimensionare le proprie libertà in favore della sanità individuale e di tutti. Ovviamente lo stare in casa, lo smart working, il 'salvare l'Italia dal divano ed in pigiama', se chiamato con il termine quarantena genera malessere e apprensione.
Ebbene, qual è il primo modo che vi viene in mente per sfuggire alle giornate interminabili, il modo per dimostrare una certa cura verso il prossimo, il modo per poter condividere, il modo per scacciare brutti pensieri, il modo per regalarvi e regalare un momento di pace? Cosa vi viene in mente se non cucinare?
Che sia provando le decine di ricette di pizza che i vari geni dell'impasto stanno sfornando via social oppure il dolce con cui avevate da tempo in mente di cimentarvi o più semplicemente alleggerire la tensione del momento con una attenzione in più, con una pietanza ben impiattata e colorata... perché alla fine marzo è il mese in cui i silenzi diventano colori.
Io, per esempio, ho provato per la prima volta a fare gli gnocchi di patate. Un momento di svago ma anche di tradizione condivisa -con mia madre- e di immensa gioia ad ogni “sono soffici!”.
In sostanza, niente ci fa stare meglio insieme che condividere la tavola con un piatto che noi stessi abbiamo realizzato e proprio perché abbiamo tanto tempo da passare insieme, sotto lo stesso tetto ed alla stessa tavola, impariamo a leggere anche le persone che crediamo di conoscere: quello che mangiamo, come lo mangiamo, quanto ne mangiamo, può dire tanto di noi.
Fare attenzione ai dettagli ed alle abitudini è quello che chiede anche il Professor Iafusco del Centro Regionale di Diabetologia Pediatrica "G. Stoppoloni" della A. O. Università della Campania "Luigi Vanvitelli”.
In Italia ci sono 25 mila casi di diabetici di tipo 1 fino a 18 anni, su 240 mila complessivi. Il diabete di tipo 1 è quello anche detto diabete giovanile che esordisce in età pediatrica e riporta tra la sintomatologia più evidente il bere molto. In concomitanza con l'emergenza da coronavirus, si è riscontrata una diminuzione degli accessi in pronto soccorso degli esordi di diabete mellito di tipo 1 in Campania. Una buona notizia, penserete. E invece la preoccupazione che il Centro vuole evidenziare è che le restrizioni dovute al momento potrebbero aver innescato la paura di chiamare il medico curante oppure recarsi in Pronto Soccorso. Il messaggio informativo è stato lanciato sotto forma di video.
In Italia ci sono 25 mila casi di diabetici di tipo 1 fino a 18 anni, su 240 mila complessivi. Il diabete di tipo 1 è quello anche detto diabete giovanile che esordisce in età pediatrica e riporta tra la sintomatologia più evidente il bere molto. In concomitanza con l'emergenza da coronavirus, si è riscontrata una diminuzione degli accessi in pronto soccorso degli esordi di diabete mellito di tipo 1 in Campania. Una buona notizia, penserete. E invece la preoccupazione che il Centro vuole evidenziare è che le restrizioni dovute al momento potrebbero aver innescato la paura di chiamare il medico curante oppure recarsi in Pronto Soccorso. Il messaggio informativo è stato lanciato sotto forma di video.
Nell'attesa che tutto questo gran caos sia solo un ricordo, spero si possa tutti fare tesoro del tempo che siamo riusciti a condividere, delle passioni a cui abbiamo potuto dare spazio e di quelle che abbiamo fatto nascere; spero si possa leggere di più, approfittando del silenzio, per imparare ad ascoltare; spero si possa guardare oltre quella che chiamiamo normalità e ciò che diamo per scontato, per conoscere realmente ciò che ci circonda; spero che il mondo -tutto- del food si accorga che senza clienti non si contano mense; spero che questo momento di stop sia per tutti solo la pausa fatta in quel leggero passo indietro prima di scattare, quel sospiro prima di iniziare il servizio, il posizionamento della forchetta prima di incominciare a tagliare.
#Restiamoacasa... almeno fino a quando non si deve rifare la spesa!!!