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LE PARC ROUGE 2020 PIERRE MANG un pinot noir del Macon pieno di luce

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LE PARC ROUGE 2020 PIERRE MANG un pinot noir del Macon pieno di luce

Ci sono vini che fanno pensare alla luce, almeno questa è la mia sensazione, perché brillano e illuminano.

É esattamente la percezione che vibra tra le trame di Le Parc, il pinot noir di Pierre Mang, un uomo folgorato dal mondo del vino, tanto da scegliere di stravolgere la propria vita e di “illuminarla” seguendo il cuore.

Veniamo spesso a conoscenza di storie di questo tipo, il fascino del vino, e di tutto quanto gli orbita intorno, specie il contatto con la terra che gli dà vita, sa compiere miracoli, fino a diventare il migliore psicanalista che si possa incontrare. O la più bruciante storia d’amore.

Il caso di Pierre ricorda molto il bellissimo film “Un’ottima annata”, con Russel Crowe e diretto da Ridley Scott, visto e rivisto tante volte, girato in Provenza dove il banchiere di successo, abituato a ragionare su numeri e azioni, si scioglie del tutto tra le vigne e lo stile di vita dei vigneron, fino a decidere di mettere qui radici. Pierre non ha ereditato i vigneti nel Macon dove produce i suoi vini, ma ha una storia molto simile. Lascia il mondo della finanza a Parigi per inseguire il desiderio di diventare un vignaiolo. Nel 2018 frequenta la scuola enologica a Baune, e dopo qualche esperienza lavorativa, si trasferisce nel sud della Borgogna, a Macon, assunto da Philippe Valette. Nel 2019 acquista una piccola vigna di chardonnay e pinot noir, quasi un ettaro, nel comune di Plottes, nel Macon. Il sogno prende forma a questo punto, in una zona che soddisfa le visioni di Pierre, circondata dai boschi, isolata, e quella piccola, vecchia vigna promette molto bene. Raggiunge 2,5 ettari prendendo alcuni terreni in affitto e la 2019 è la sua prima, ottima annata.

Stappiamo!

Le Parc rouge 2020 è quindi la seconda annata in produzione, 100% pinot noir, nessuna pretesa di eleganza, eppure così straordinario, luminoso, come già detto. Già al naso ti conquista, ha tanto da dire e un poco alla volta si lascia andare, con passo leggiadro snocciola sentori di caffè, cioccolato, poi freschi sbuffi di buccia di arancia rossa, tamarindo, ancora la mora che richiama il bosco, l’anice delicatissimo e il carrubo. Il sorso si rivela ricco e audace, profondo, svetta sulla spinta della freschezza, delicati i tannini gli conferiscono carattere, succoso e saporito si fa sorseggiare a lungo incuriosendo il palato. Scalpita e riporta le note di arancia insieme al cioccolato. Un rosso da strappare in estate senza timore di berlo a una temperatura piuttosto fresca.

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