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Quartara, il Fiano in anfora di Lunarossa a Giffoni Valle Piana

Un particolare Fiano lasciato fermentare nelle quartare e affinato in anfora

Quartara, il Fiano in anfora di Lunarossa a Giffoni Valle Piana

Le quartare sono piccole anfore in terra scura del Vesuvio nelle quali Mario Mazzitelli fa fermentare il suo Fiano. Enologo appassionato decide di dare forma alla propria idea di vini creando in proprio l’azienda Lunarossa a Giffoni Valle Piana.

Quartara, il Fiano in anfora di Lunarossa a Giffoni Valle Piana

Una quartara, l'anfora di terracotta in cui si affina il vino

La prima vendemmia in commercio è la 2008 e da allora i suoi vini hanno seguito un percorso in continua crescita, sperimentando anno dopo anno la giusta dimensione. Una sfida notevole considerato il fatto che non c’è esperienza su questo tipo di vinificazione, pur essendo un metodo antichissimo, con il quale gli uomini hanno mosso i primi passi nella storia.

Quartara, il Fiano in anfora di Lunarossa a Giffoni Valle Piana

Mario Mazzitelli, Lunarossa a Giffoni

Ma da dove arriva questa idea dell’anfora?

Quando è nata Lunarossa, erano gli anni in cui Josko Gravner faceva parlare molto di se, avendo scelto di abbandonare i metodi convenzionali per dedicarsi alle anfore. La grande ispirazione arrivò nel 2001 dopo un viaggio di Josko in Georgia, luogo di antichissima cultura del vino - pare che tutto abbia origine proprio in questa area geografica dove i vignaioli non hanno mai abbandonato gli orci interrati. Diciamo che con l’esperienza di Gravner e l’identità dei georgiani, la terracotta è stata idealmente identificata come lo strumento che più avvicina un produttore ai ritmi della natura, ai concetti di rispetto dell’ambiente e di armonia con il territorio. Tutto questo ha fatto tendenza ed ha convinto anche Mario a scegliere la medesima strada.

E di argilla nei terreni intorno a Giffoni, ai piedi dei Monti Picentini, ce ne è tanta, difatti il delizioso borgo medioevale di Terravecchia, poco distante, deve a questo particolare l’origine del suo nome. Qui sono numerose le fornaci nelle quali l’argilla si trasforma in manufatti degli abili vasai che hanno rifornito nel tempo gli artigiani della non lontana Vietri.

Tornando a Lunarossa, la caparbietà di Mario ha riportato in vita le vigne di Giffoni, essendo quasi scomparsa in questo areale la produzione vitivinicola. Un po’ per la forte emigrazione che ha spopolato i centri abitati, un po’ per la scelta di preferire la coltivazione dell’olivo e del nocciolo, più semplici e redditizi. Le uve arrivano in cantina da conferitori entrati a fare parte della famiglia. Le vigne sono poco elevate, in bassa collina ad una altitudine di circa 120 metri sul livello del mare. Altro motivo per il quale ci si è convinti a caratterizzare i vini attraverso l’impiego delle anfore. Questi contenitori freschi e porosi consentono la vinificazione in rosso delle uve bianche e hanno il vantaggio di non rilasciare aromi terziari o tannini gallici, come invece accade con le botti di legno. La macerazione sulle bucce ha una durata di circa tre mesi ed avviene a scaglioni. Mano a mano che le uve vengono vendemmiate ed arrivano in cantina avendo raggiunto il punto di maturazione desiderato. Dalle quartare il vino passa nelle anfore più grandi per altri tre mesi, poi affina per circa dodici mesi in botti da dodici quintali e ancora un anno in bottiglia. Il risultato è particolarmente interessante.

Quartara, il Fiano in anfora di Lunarossa a Giffoni Valle Piana

Il millesimo 2014 ha visto un andamento piovoso delle stagioni, così Mario ha deciso di dare più forza al vino lasciandolo sostare qualche tempo in più nelle botti di rovere.

Piacevolissimo sia al naso che all’assaggio, ha carattere sottile nei profumi delicatamente fumé in apertura: vuole tempo nel bicchiere per raccontarsi e lentamente arrivano le nuance di albicocca. Di nocciola tostata, poi ancora fiore di genziana – il sorso ha struttura e carattere dinamico, ruvido e setoso allo stesso tempo, vivace per la freschezza e la lunga chiusura salina.

Colpisce l’annata 2017 per la luminosità e la vivacità del colore dorato. Al naso si mostra profondo e intenso, rimanda in partenza note di cenere e muschio bianco, delineando un timbro che tende alla dolcezza, ricorda la castagna, note appena affumicate, il fiore di lavanda – sa essere coinvolgente anche all’assaggio che tratteggia un andamento giovane e fresco.

Quartara, il Fiano in anfora di Lunarossa a Giffoni Valle Piana