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Quintaluna 2020 di Ossian - Elogio al Verdejo de la tierra de Castilla y Leon

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Quintaluna 2020 di Ossian - Elogio al Verdejo de la tierra de Castilla y Leon

Ossian Vides y Vinos SLU

C/ Cordel De Las Merinas S/N, 40447 Nieva, Segovia, España
Tel: +34 983 878 020
Mail: ossian@ossian.es
Vini
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Dietro vini di grande personalità c’è sempre un territorio altrettanto interessante ed esclusivo.

Forse per i bianchi questo principio vale ancor di più e la cosa mi appassiona particolarmente. I vini bianchi di carattere, e capaci di cavalcare lungamente il tempo, sono la mia grande passione.

La zona di Segovia è storicamente specializzata nel Verdejo, vitigno a bacca bianca. Siamo nel territorio di Castiglia e del León, compreso nella più grande regione della Spagna, bianchista in prevalenza, vero e proprio regno del Verdejo.

Non è di per sé il vitigno a rendere così straordinario il vino, o almeno non da solo, ma l’intero terroir, del resto un concetto che ben conosciamo. La lunga storia enologica ha concesso ai vignaioli del luogo di maturare saperi fondamentali su un territorio dalle caratteristiche non proprio facili, che vede elevate altitudine, intorno ai 900 metri, una natura dei suoli poveri e sabbiosi, fino al clima difficile, freddo d’inverno e siccitoso in estate.

Il progetto Ossian nasce proprio per dare luce e futuro a un tale patrimonio vitivinicolo,

espressione ed essenza di Nieva, dove i suoli sabbiosi hanno salvato dalla fillossera molte viti di Verdejo. La cantina prende vita nel 2005 con Ismael Gozalo e Javier Zaccagnini, poi nel 2013 passa alla famiglia Ruiz Aragoneses, fondatrice della Cantina Pago de Carraovejas, che dà una spinta importante al progetto.

Ossian, a Nieva, produce solo vini bianchi, principalmente da Verdejo, con viti antiche che vanno da 140 a oltre 250 anni, su terreni sabbiosi, ricchi di ciottoli. Che meraviglia! L’altitudine spinta, anche fino a 1000 metri sul livello del mare, regala un clima più fresco alle centenarie viti, favorendo l’espressione dei vini.

Quintaluna è prodotto con il 60% di uve da vigne antiche e il restante 40% da viti nuove.

Da subito nel bicchiere esprime grande personalità olfattiva, cambia più volte e vale la pena attenderlo. Apre sui toni delicatamente fumé, di cenere, poi sasso di mare, elegante negli accenti agrumati del pompelmo bianco e del mandarino, erba limoncella, ancora salvia e pepato in chiusura. Bocca a tratti esuberante, sempre con stile graffia nella freschezza, sorso succoso e lunghissimo che riporta quell’agrume, la salvia e la salsedine.

Grazie a Alessandro Pecoraro, bravo sommelier di Casa del Nonno 13, per avermelo stappato sulla mitica pasta e cavolfiore di Gioacchino Attianese.

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