Rubrica Spiritosa 4 : Guida all’acquisto consapevole di amari e liquori. Falsi storici e come riconoscerli
Guida all’acquisto consapevole di amari e liquori parte 2
di Francesco De Falco *
*Musicista, cantautore, insegnante e mastro distillatore-liquorista. ( De Falco Fabbrica Liquori)
Guida all’acquisto consapevole di amari e liquori: Falsi storici e come riconoscerli
Da che mondo è mondo pensare che il meloncello sia di un arancio fosforescente e la crema di fragola di un rosa vanitoso ci può sembrare scontato, niente di più sbagliato. Dietro questi colori sgargianti si nasconde un bluff della storia liquoristica. Ogni volta che acquistiamo un liquore o crema di liquore perché attratti dai colori più che dall’etichetta che ne racconta il contenuto, la qualità cede il passo al marketing. Non è tutto, perché l’inganno continua anche una volta aperta la bottiglia con dei sapori così tanto esaltati che più di bere un liquore ci sembra di mangiare una fetta di melone o una fragola per davvero e invece questi prodotti non ne hanno mai visti né l’una né l’altra.
Chi sono i colpevoli?
Come sempre le bugie, ovvero aromi, coloranti artificiali ma anche tempi e costi di lavorazione più complessi che richiederebbe lavorare con ingredienti veri e non i loro cugini surrogati. Stiamo parlando dei già citati meloncello, crema di fragola, torrone, banana, pistacchio e chi più ne ha più ne metta, un mix di zucchero, latte e panna che li rende più indicati da consumare lontano dai pasti e non subito dopo; come dico sempre nel descrivere la mia Cecilia Liquirizia, una delizia da salotto da offrire agli ospiti nelle ore pomeridiane. Nelle foto allegate vi mostro un meloncello fatto in casa e uno comprato. Noterete da soli da differenza.
Come sempre l’unica difesa che abbiamo è un’attenta lettura dell’etichetta in aggiunta a un po’ di buon senso nel soffermarci a riflettere che certi colori possono essere presenti solo negli astucci di scuola dei nostri figli e mai in natura.
Nota biografica
Francesco De Falco classe ’85 musicista, cantautore, insegnante e mastro distillatore-liquorista.
La vita mi ha portato ad approcciare fin dall’adolescenza gli studi musicali presso i conservatori della mia Campania. La passione si è trasformata in lavoro e ad oggi insegno chitarra presso le scuole secondarie statali, non trascurando però il lato artistico di cantautore che pratico con lo pseudonimo, poco ricercato, di Cesco. Ho trascorso la metà dei miei anni coltivando il sogno di costruirmi uno spazio nell’ambiente musicale, cosa che continuo a fare, ma inconsapevolmente un viaggio in America ha fatto emerge qualcosa in me di noto ma che avevo sempre sottovalutato. Avevo notato negli States come le ultime generazioni avessero sviluppato nuove aziende partendo da lavori umili dei propri genitori emigrati dall’Italia. Da quel momento ho iniziato a pensare a mio nonno che in tempi della grande guerra distillava alcool e al suo vecchio baule impolverato in quella che era diventata poco più di una cantina.
Rientrato in patria ho messo in pratica l’ispirazione spolverando finalmente quel baule, al suo interno ho riscoperto la storia della mia famiglia. Da quel giorno ho fatto ricerche più approfondite tra archivi di Stato e Camera di Commercio; ho iniziato a studiare i vecchi appunti ed appassionarmi di tutto ciò che riguarda la liquoristica e distillazione. Tra libri tecnici e di legislazione, tirocini presso i pochi mastri distillatori che mi hanno accolto, è partito il sogno di riattivare la vecchia azienda di famiglia. Così dopo vari anni l’Antica Distilleria De Falco è tornata a vivere. Con cento anni alle spalle so per certo di essere alla quarta generazione di distillatori ma mi piace pensare che anche i miei antenati facessero questo bellissimo e particolare lavoro.